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"Tu devi essere Harry Edward Styles" dice una donna sui cinquanta, un tailleur color sabbia e le labbra rosso opaco. Harry annuisce e la donna lo accompagna verso la reception.

"Sarò la tua tutrice durante il tuo soggiorno qui" Afferra la valigia dalla mano del ragazzo e la trascina fino al bancone in legno.

Un uomo calvo sta seduto dietro un computer, lo sguardo annoiato di ci aspetta qualcosa di sorprendente per ore e ore senza alcun risultato.

"A dir la verità sono la tutrice di quasi tutti i figli di quei genitori troppo spaventati da accompagnare i loro ragazzi in un luogo del genere" l'uomo calvo chiede i suoi documenti e la donna aspetta pazientemente che Harry li poggi sul bancone.

Una volta presa la chiave della sua nuova stanza la tutrice trascina la valigia,ed Harry al suo seguito, verso l'ascensore.

"Non siamo nel diciannovesimo secolo ma voglio dire, un ospedale psichiatrico ha ancora un certo velo di mistero attorno, immagino" la sua espressione accigliata faceva venire in mente ad Harry il modo in cui suo zio Jon parlava della gente, il loro modo di non comprendere affatto, soffermarsi sull'apparenza delle cose, senza mai scavare affondo.

Aperta la porta della sua stanza- 450 tra l'altro- Harry fissa la donna ferma sull'uscio e si rende conto di non aver pronunciato nemmeno una sillaba.

"Sono Georgia, comunque" allunga la mano ed Harry la stringe, "ogni mattina a partire da dopo domani avrai le tue lezioni dalle otto del mattino alle tredici del pomeriggio, dalle otto alle nove le donne delle pulizie sistemeranno la tua stanza, non per questo devi sentirti autorizzato a distruggerla però." Fissa il tetto bianco della camera, cercando di ricordarsi qualcos'altro.

"La tua cartella clinica è già stata affidata al tuo medico curante, Walter Browne è il suo nome. Alle tredici e un quarto si pranza, cerca di essere pronto o dovrai aspettare le diciassette" annuisce e poi aggrotta le sopracciglia, "tutte queste informazioni sono comunque inutili, potrei risparmiarmi la fatica, invierò qualcuno per farti avere l'opuscolo, divertente come un pezzo di carta spieghi meglio di me."

"Grazie comunque" aggiunge Harry con un piccolo sorriso di cortesia.

"Se hai bisogno di qualcosa la mia camera è la 105, buona giornata."

E con questo sparisce, chiudendo la porta di Harry davanti a sè.

A/N: che brava ragazza sono. Due capitoli in due giorni.

Brevi e introduttivi, lo so, ma dal prossimo sh*t's about to go down.

Avevo in mente di dire mille cose ma invece no, mi sono dimenticata tutto.

A presto, bbbbye

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