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A/N: quello nella foto è Greg, non riuscivo a trovare il nome del modello perciò è un po' malconcio; Greg non fa a botte con nessuno, lo giuro.

"Nuovo arrivato!" urla qualcuno non appena entra a mensa, quasi tutte le panchine sono piene, tutte tranne una posta sotto il sole. Soffrirà il caldo pur di non fare la figura dell'idiota.

Prende un vassoio, afferra qualche crocchetta di patate, un tozzo di pane e una bottiglia d'acqua.

D'abitudine prenderebbe il suo telefono e parlerebbe con i suoi amici, ma poi si ricorda che ha consegnato il suo telefono alla reception, e non ha più amici.

Lega i suoi capelli in una crocchia e inizia a mangiare lentamente. Sente il nome di un ragazzo venir nominato un paio di volte, vicino a lui. Nel momento in cui gira il capo per osservare meglio la mensa sobbalza nel vedere un ragazzo con i capelli chiari seduto accanto a lui.

"Ciao" dice, "sono Greg"

"Harry" allunga una mano e il ragazzo la stringe.

"Sono incaricato di non far rimanere nessuno da solo, nemmeno durante il loro primo giorno qui"

"Sei tipo il tizio che alle superiori ti dice che puoi andare nel suo ufficio quando vuoi?" Dice Harry masticando un'altra crocchetta, Greg sorride e poi scuote il capo, lo sguardo basso.

"No, sono un paziente ma se vuoi venire nella mia camera sei il benvenuto"

"Scusami" dice Harry e Greg si gira verso un tavolo alle sue spalle.

"Non devi per forza restare qui, puoi andare dai tuoi amici" dice Harry con il tono più rilassato possibile.

Gli occhi grigi di Greg incontrano i suoi ed Harry si rende conto che è la seconda volta che si guardano negli occhi da quando il ragazzo è venuto a sedersi qui, l'incontro è breve e sfuggente.

"Volevo chiederti se ti andasse di venire nella camera 246, questo pomeriggio, vorrei presentarti qualcuno, in modo che tu non sia costretto a sopportare Crichton e tutti i suoi dipendenti da solo"

Harry rimane a bocca aperta e cerca di trovare le parole giuste per declinare l'offerta, non ci sa fare in certe situazioni, conoscere una massa di persone nuove non è il suo forte.

"Io non vorrei-" Greg lo interrompe immediatamente con uno sguardo.

"Ti prego, non hai nulla da perdere, nessuno qui ti giudicherà, siamo una massa di pazzi senza pudore ma non siamo cattivi. Ci faremo la manicure raccontando delle nostre malattie" dice con una voce da ragazza ed Harry non può far nulla se non ridere e annuire, infine.

"Puoi farcela, non è nulla di complicato, andiamo" la sua mano sta a mezz'aria, la superficie ben definita davanti a lui, la porta più spaventosa del mondo. Il legno è liscio e scuro, il battiporta raffigura un leone con le fauci spalancate in un ruggito. E' strano come ogni porta abbia un animale sopra, che senso ha? Poi non si usavano soltanto per le grandi case? Cos'è questa moda di ogni mini-appartamento? Come se non ci fossero abbastanza problemi economici in Inghilterra.

"Bussa" dice a se stesso.

E il suo corpo risponde alle sue parole.
Una ragazza viene ad aprire la porta, prima che Harry possa parlare lei urla "Greg!" e il ragazzo spunta subito, il sorriso ampio sul suo volto.

"Hey, sei venuto davvero allora" Lascia entrare il riccio e poi chiude la porta dietro di loro.

La camera profuma di frutti estivi,c'è un letto posizionato accanto alla finestra alla fine della stanza e qualche poster attaccato al muro, Harry si chiede se sia quella la camera di Greg.

"Ragazzi, tutti in cerchio" chiama lui passando un braccio sulle spalle di Harry.

Altri quattro ragazzi escono dal bagno e dalla camera armadio, finché tutti sono posizionati a gambe incrociate in un cerchio per terra.

Sette ragazzi fissano con gli occhi curiosi l'intera figura di Harry, dai suoi stivali alla punta dei suoi capelli. Styles inizia a pensare che forse non è stata l'idea migliore.

"Questo è Harry, Harry Styles secondo quanto ha detto Georgia, facciamolo sentire a suo agio"

Greg sprona Harry a sedersi a gambe incrociate insieme agli altri.

"Inizierò io a raccontare la mia storia, va bene?"

Tutti pronunciano "Greg" e poi battono una sola volta le mani, e cala il silenzio.

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