Due giorni dopoUn rumore forte e improvviso mi sveglia di colpo e delle voci in sottofondo che gridano mi mettono subito in uno stato di allerta.
Mi alzo lentamente afferrando il telefono sul comodino e la sensazione di stare per assistere a qualcosa che mi cambierà la vita per sempre si fa strada dentro di me.
Cercando di non cedere a un attacco di panico mi muovo lentamente nel corridoio ed è quando mi affaccio alle scale che una scena terrificante mi si presenta davanti. Mamma e papà sono per terra mentre una piccola pozza di sangue cresce sotto di loro. Due persone incappucciate sono accanto a loro e dovrei avere la forza di ascoltare ciò che stanno dicendo ma in questo momento l'unica cosa che riesco a sentire sono i lamenti di mamma e le preghiere di papà.
<< John, noi ti abbiamo dato molte occasioni per tirarti indietro ma non ci hai dato ascolto, cazzo!>> L'urlo dell'uomo è al limite dell'umano, se fosse una belva mi aspetterei quasi di vedergli uscire la bava dalla bocca.
<< Vi prego, ci faremo indietro. Vi prego, lasciateci... andare!>>
<<Papà...>> Sussurro, o almeno così credo dato che di colpo uno dei due alza la testa e fa partire uno sparo che mi colpisce il braccio.
Le mie mani si aggrappano al corrimano tremando mentre del sangue inizia a colarmi dalla ferita. Il mio primo istinto è quello di urlare ma devo essere forte e correre a chiamare la polizia per salvare i miei genitori. Mi volto di scatto quando il mio nome sussurrato da entrambi i miei genitori accompagnano due spari che rendono la casa tutto d'un tratto silenziosa.
Un silenzio sinistro che mette fine alla possibilità di creare nuovi ricordi, di ricevere abbracci, carezze, parole di conforto.Questo silenzio ha l'odore del sangue, del male, la percezione del dolore si amplifica perché il suono del nulla più assoluto mi conferma che i miei genitori non sono più con me.
<<Vai e finisci quella puttana!>>
<<Si capo, dritto in fronte come a questi due...>>
Spalanco la bocca schiaffeggiandoci la mano davanti per silenziare il mio urlo.
Grosse lacrime iniziano a scendermi sulle guance ma la parte razionale di me sa che devo nascondermi perché adesso hanno la conferma che ci sono anche io in casa.
Corro in lavanderia e chiudo il più lentamente possibile la porta ma sono consapevole che è questione di minuti prima che mi trovino qua dentro.
Mi guardo freneticamente intorno quando noto la porta aperta di un'armadio semi-nascosto e, senza pensarci troppo, mi ci fiondo dentro.
Mi tappo il naso e la bocca con una mano mentre con l'altra mano faccio il numero di Ryder.
<<Non ci posso credere! Dove cazzo è finita la ragazza? Non può essere scappata>> Urla una voce dal corridoio mentre la linea del telefono aggancia la chiamata e la voce roca di Ryder risponde.
<<Li hanno uccisi...>> Sussurro con una voce che persino alle mie orecchie non sembra neanche provenire da me.
<<Isabel, dove sei? Rimani nascosta! Stiamo arrivando, tieni duro!>> Conciso come solo una persona matura ed esperta sa essere in questi momenti.
Le lacrime ormai mi inondano la faccia e il sangue continua a uscire copioso dalla ferita. Cercando di essere il più silenziosa possibile e attenuando i singhiozzi, premo ancora più forte il telefono all'orecchio come se così facendo gli aiuti possano arrivare più veloci e salvarci...
Salvarmi...
-Sono..nell'armadio della lavanderia... Sono fuori dalla porta li...li sento e...ho tanta paura aiutami.>>
<<Isabel dove sei piccolina? Vieni fuori, vogliamo solo fare due chiacchiere con te>> La voce degli aggressori è sempre più vicina e ricordi di me da piccola con mamma mentre la aiutavo a piegare la roba dentro questa stanza mi compaiono davanti come una sorta di scudo mentale per proteggermi e aiutarmi a non perdere completamente la testa.
La sua voce delicata, la sua costante attenzione nei miei confronti, il suo accarezzarmi lentamente le ciocche dei capelli mentre le ponevo mille domande tutte insieme.
<< Isabel...>> Una voce lontana e sussurrata che in questo momento fatico a riconoscere mi chiama ma io sono persa nei miei pensieri come se fossero gli ultimi che posso evocare prima della mia fine.
<< Ragazzina, rispondimi e dimmi che va tutto bene. Siamo qua fuori, arrivo a prenderti!>> L'annebbiamento mentale inizia a svanire riportandomi alla realtà, così tanto crudele che non so come farò ad affrontarla se rimarrò in vita.
<<Mi hanno sparato. Dio, fa un male cane.>>
Un ringhio profondo mi arriva ovattato all'orecchio e sono sicura che sta attingendo a sè quel poco di calma che gli è rimasta.
È lui che in questo momento ha in mano la mia vita, ho bisogno che sia forte anche per me perché io non ce la faccio, non dopo ciò a cui ho dovuto assistere.<< Porca puttana stanno arrivando, dobbiamo andare!>> Tuona una voce incazzata mentre sento il rumore di vetri infranti e poi il silenzio.
Vorrei poter aprire gli occhi e realizzare che si tratta solo di un brutto sogno ma la testa che inizia a farsi leggera e il male atroce alla ferita mi confermano che sono sveglia.
<< È qui.>> Sento urlare prima che il mondo e il mio dolore si facciano finalmente silenziosi.
Ciao fanciulle.
Preparatevi perché da qui la storia di Ryder e Isabel entrerà nel vivo.🖤Se volete lasciarmi un commento e una stellina vi leggo e vi ringrazio del supporto.🤍
Baci. 🖤🤍
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The protector
Romance🖤 Age Gap 🤍 #contiene contenuti espliciti e scene di sesso consigliati a un pubblico maggiorenne e consapevole. Isabel è una studentessa di giurisprudenza e figlia di due scienziati farmaceutici che, però, nascondono un segreto che stravolgerà la...