Capitolo 1

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La città di Caito si ergeva maestosa, avvolta da un'atmosfera serena e tranquilla.
Le strade erano animate dai passi allegri dei bambini che correvano liberamente, mentre il suono della campanella della scuola annunciava il termine delle lezioni, scatenando la gioia negli studenti che uscivano con entusiasmo.

Gli adulti, stanchi ma soddisfatti, si preparavano a riprendere il lavoro dopo la pausa pranzo.

Caito era un'oasi di pace in un mondo dilaniato dalla guerra. Mentre le nazioni si combattevano senza pietà, Caito rimaneva immutata, protetta da un segreto che nessuno conosceva.

Nascosto tra gli alberi del bosco, un gruppo di cittadini viveva all'ombra degli altri, ignari delle tragedie che affliggevano il mondo esterno. E così, Caito rimaneva un rifugio di tranquillità, un'isola di normalità in un mare di conflitti.

Il cielo limpido di Caito era un invito alla tranquillità, con il canto degli uccelli e le nuvole bianche che si muovevano senza fretta.

Mentre ero immerso in questo scenario rilassante, un rumore insolito attirò la mia attenzione su un oggetto misterioso che si stagliava nel paesaggio.

La sua forma peculiare mi incuriosì, ma prima che potessi esaminarlo meglio, fui quasi investito da una bicicletta.

"Hey, attenta!" mi avvertì il ciclista mentre evitavo di un soffio l'impatto.

Un colpo di vento improvviso mi spinse verso sinistra, lasciandomi confuso e sconcertato.

"Guarda dove vai la prossima volta!" gridò il ciclista.

Mentre io rimanevo incredulo di fronte alla mia rapida e inspiegabile evasione dall'incidente imminente.
Come ero riuscito a muovermi così velocemente? Era come se il vento avesse avuto una propria volontà, proteggendomi dall'incidente.

Decido di tralasciare l'incontro sconcertante con la bicicletta e mi avvicino con curiosità all'oggetto misterioso che aveva attirato la mia attenzione.

Con passo incerto, mi avvicino alla roccia su cui l'oggetto sembrava poggiato, ma quando mi giro per osservarlo meglio, faccio una scoperta ancora più strana: l'oggetto è scomparso nel nulla, come se non fosse mai esistito.

Mi fermo per un istante, cercando di razionalizzare quello che ho appena visto. Forse la mia mente mi sta giocando un brutto scherzo o forse l'oggetto era solo un'allucinazione passeggera. Ma non riesco a scuotere la sensazione che qualcosa di straordinario sia appena accaduto, qualcosa di più grande di me e della mia comprensione. E così, con il cuore ancora accelerato dall'emozione, decido di tralasciare questo mistero.

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Respiro un sospiro di sollievo mentre mi rendo conto di essere scampato al pericolo che si era abbattuto su di me.

Ma il mio momento di tranquillità viene interrotto dalle grida del mio compagno di missione, il fastidioso Chris.

"Accidenti, Chris! Potresti essere più attento per una volta nella tua vita!" esclamo, irritato dal suo atteggiamento.

"Non è colpa mia se questo aggeggio ha deciso di volare via senza motivo!" ribatte Chris, visibilmente agitato per aver perso di vista l'oggetto misterioso.

Ultimamente sembra prendere vita questo coso, non capisco perché debba comportarsi così.

Realizzo che stiamo perdendo tempo prezioso e non posso permettermi di affrontare le grida del capo per la nostra incompetenza.

"Chris, dobbiamo accelerare il passo," lo incito, avvertendo l'urgenza della situazione. "Non voglio affrontare la rabbia di Clark per il nostro ritardo."

Chris annuisce, comprendendo la gravità della situazione, accelero il passo lungo il sentiero.

"Hey! Logan, aspettami!" grida.

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