Capitolo 6

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La sua dichiarazione era surreale.

"Capacità surreali?" ripetei, cercando di dare senso alle sue parole. "Cosa intendi esattamente?"

Clark inclinò leggermente la testa, come se cercasse le parole giuste per spiegarsi. "Come ti ho detto prima, sono un insegnante, ma non nel tradizionale. Insegno a individui speciali come te a controllare e a usare le loro capacità uniche. Non è qualcosa che può essere facilmente spiegato o accettato, lo so. Ma è la verità."

Il mio cuore iniziò a battere più velocemente. "Individui speciali? Come me?"

"Esatto," confermò Clark con calma. "Ci sono persone nel mondo con capacità che vanno oltre l'immaginazione di chiunque altro. Tu sei una di loro."

Mi sfregai il viso, cercando di assorbire tutto ciò. "Ma come hai fatto a trovarmi? E perché io?"

Clark si alzò leggermente dal suo posto, intensificando il suo sguardo. "L'istituto ha un aggeggio chiamato Grym, monitora individui come te fin dalla nascita. I segnali delle tue capacità sono emersi recentemente, abbastanza forte da attirare la nostra attenzione."

Queste parole mi riempirono di domande senza risposta. "Quindi, cosa succede adesso?"

"Perché è arrivato il momento che tu conosca la verità e inizi ad addestrarti," rispose Clark. "L'istituto può aiutarti a comprendere e a sviluppare le tue capacità in modo sicuro. E, più importante ancora, proteggerti da chi potrebbe desiderare sfruttare ciò che sei."

Una sensazione di vulnerabilità mi attraversò mentre consideravo le implicazioni di ciò che stava dicendo. "E se non voglio questo? Se voglio solo una vita normale?"

Clark annuì comprensivo. "La scelta sarà sempre tua. Ma una volta che le tue capacità sono emerse, non puoi ignorare il potenziale pericolo che potrebbero rappresentare per te e per gli altri. L'istituto può offrire protezione e comprensione."

Era una decisione cruciale da prendere, una che avrebbe cambiato tutto ciò che conoscevo della mia vita. Guardai Clark, cercando di capire se potevo fidarmi di lui, delle sue parole e di questo misterioso istituto per "speciali".

Clark continuò, scrutandomi con un'intensità che mi fece rabbrividire leggermente. Era come se vedesse attraverso di me, come se conoscesse un lato di me che io stessa non sapevo esistesse.

"Il motivo per cui sono qui," disse lentamente, "è perché hai iniziato a manifestare segni delle tue capacità speciali. L'istituto monitora individui come te, individui con doni unici che li distinguono dagli altri."

Il mio respiro si fece più corto. Non potevo negare che qualcosa di strano stava accadendo dentro di me negli ultimi tempi. Sensazioni, percezioni, eventi che non riuscivo a spiegare.

"Quello che ti sto offrendo," continuò Clark con voce calma, "è la possibilità di comprendere e controllare queste capacità. L'istituto può fornirti l'addestramento necessario per proteggerti e utilizzare i tuoi doni in modo sicuro."

La sua proposta era incredibile, quasi surreale. Tutto ciò che avevo sempre considerato normale stava crollando intorno a me. Ero spaventata, ma anche affascinata dall'idea di esplorare questo lato nascosto di me stessa.

"Ma..." balbettai, cercando di raccogliere i miei pensieri. "Perché io? Come?"

Clark mi guardò con compassione. "Le tue capacità non passano inosservate agli occhi dell'istituto. Ti ricordi a aver visto un aggeggio strano che però ha attirato la tua attenzione? ecco quello è l'aggeggio di cui ti ho parlato prima che ha la capacità di individuare chi è destinato a diventare parte di questa comunità speciale. È un destino che non puoi ignorare, ma hai anche il potere di decidere cosa farne."

La gravità delle sue parole mi colpì. Dovevo prendere una decisione, una decisione che avrebbe cambiato il corso della mia vita per sempre. Era una scelta difficile, piena di incertezze e di paura per l'ignoto.

Clark mi studiò attentamente, aspettando pazientemente la mia risposta. Sentivo che le mie prossime parole avrebbero definito il mio destino.

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