Capitolo 4

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"Ascoltate il suono della natura, percepite la sua potenza. Chiudete gli occhi e..." iniziò la maestra con voce calma, cercando di guidare le sue allieve in un esercizio di connessione con l'ambiente circostante.

"Anna, io credo che questa sia una scemenza, dai ma chi crede a sta cosa," disse Aurora con un'espressione imbronciata, interrompendo bruscamente l'atmosfera di contemplazione. A differenza di Clara, Anna era concentrata e ascoltava attentamente la maestra, insieme al resto delle altre.

Anna sospirò, stanca. Si arrese e provò a imitare l'amica, chiudendo gli occhi e cercando di immergersi nell'esercizio.

"Perché non posso essere una ragazza normale e non sapere di tutto questo? A quest'ora sarei fuori a fare shopping e..." disse Anna, ma venne interrotta dall'amica.

"Anna, non riesco a concentrarmi, puoi stare zitta per un secondo?" bisbigliò Aurora, visibilmente arrabbiata per essere stata interrotta nella sua concentrazione.

Anna stava per ribattere, ma venne prontamente fermata dalla loro maestra.

"Anna e Aurora, volete smetterla di chiacchierare e seguirmi, o preferite restare qui con me per le prossime ore?" intervenne la maestra con tono severo.

Aurora fulminò Anna con lo sguardo, visibilmente infastidita per aver compromesso la loro lezione. Entrambe si scusarono e tornarono a concentrarsi sull'insegnamento della maestra.

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"Finalmente abbiamo finito con la Raffaella, non ne potevo più di tutta quella natura," esclamò Anna, esasperata.

"Non dire così, non hai fatto altro che lamentarti per tutto il tempo," ribatté Aurora.

Anna fece una faccia imbronciata mentre salivano verso le loro stanze per riposare un po' prima di andare a cena.

"Secondo te, com'è andata ai ragazzi? Il maestro Clark è così severo che non riuscirei nemmeno a reggere," disse Anna, buttandosi sul letto.

Aurora, invece, si sedette vicino alla finestra con un libro, come al solito, e iniziò a leggere, ignorando l'amica.

A rompere la calma che c'era fu la voce che riecheggiava in tutta la struttura. "Buonasera ragazzi e ragazze, vi avviso che tra 10 minuti ci sarà la cena. Quindi, se siete ostili alla puntualità, avrete la possibilità di mangiare, ma se arriverete in ritardo sapete già la conseguenza: niente cibo stasera. Perciò vi consiglierei di essere puntuali!" concluse Raffaella.

Anna gemette alla comunicazione.

"Ma questa non ha niente da fare nella vita se non sgridarci addosso," esasperò Anna.

Aurora invece iniziò a prepararsi per andare nella sala. Con poca voglia, Anna seguì l'amica.

Mentre le ragazze si avviavano verso la sala, i corridoi della struttura si animavano lentamente con altri ragazzi della loro età che, tra mugugni e risate, si dirigevano verso la stessa destinazione.

Anna camminava a passi lenti, ancora irritata dal tono autoritario di Raffaella.

"Non capisco perché dobbiamo sempre correre," borbottò Anna. "È come se fossimo in un campo di addestramento militare."

Aurora la guardò con un sorriso comprensivo. "Il cibo qui non è così male. Non vale la pena saltare la cena solo per fare un punto di principio."

Appena arrivate nella sala, la vista dei tavoli apparecchiati con cura e il profumo del cibo fresco sembrarono calmare un po' l'umore di Anna. Si sedettero al loro solito posto, cercando di evitare lo sguardo severo di Raffaella, che stava controllando l'orologio con impazienza.

"Per fortuna siamo arrivate in tempo," sussurrò Aurora, prendendo un pezzo di pane dal cestino. "Non avrei voluto vedere cosa sarebbe successo se fossimo arrivate in ritardo."

Anna annuì, prendendo un respiro profondo e cercando di lasciarsi andare alla conversazione con gli altre ragazze. Mentre le portate iniziavano ad arrivare, l'atmosfera nella sala diventava sempre più rilassata e conviviale.

Il silenzio regnava nella sala quando tre ragazzi entrarono ridendo fra di loro, ignorando deliberatamente la gente intorno a loro e Raffaella.

Il loro atteggiamento spavaldo attirò immediatamente l'attenzione di tutti.

"Oh oh, qui si mette male, ma molto male," commentò Anna, abbastanza forte da essere udita da chi le stava vicino.

Raffaella si voltò lentamente verso i nuovi arrivati, il suo sguardo diventando sempre più severo. "Siete in ritardo," disse con voce ferma, facendo calare ancora di più il silenzio nella sala. "Sapete cosa significa, vero?"

Uno dei ragazzi, alto e con un'aria di ironia, fece un passo avanti. "Non è colpa nostra se ci siamo persi il senso del tempo," disse con un sorriso giocoso. "Non possiamo fare uno strappo alla regola, giusto per questa volta?" disse Chris.

Raffaella incrociò le braccia sul petto, il suo sguardo non si ammorbidì minimamente. "Le regole sono chiare e valgono per tutti," rispose con tono glaciale. "Chi arriva in ritardo non mangia."

L'intera sala trattenne il respiro, aspettando la reazione dei tre ragazzi. Un altro di loro, con un'espressione meno provocatoria, sembrò voler dire qualcosa, ma fu il terzo, un ragazzo con gli occhiali, a prendere la parola, Micheal.

"Raffaella, per favore, è stata davvero una distrazione momentanea. Non succederà più," disse, cercando di mantenere un tono conciliante.

Raffaella li scrutò per un momento che sembrò eterno, poi annuì lentamente. "Questa è l'ultima volta che faccio un'eccezione," disse infine. "Andate a sedervi e siate puntuali da ora in poi."

I ragazzi si affrettarono a prendere posto, mentre un mormorio di sollievo percorreva la sala. Aurora guardò Anna e scosse la testa. "Devi ammettere che ha saputo gestire bene la situazione."

Anna sospirò. "Sì, immagino di sì."

La cena proseguì senza ulteriori incidenti, e gradualmente la tensione nella sala si dissolse. Quando tutti ebbero finito di mangiare, Clark si alzò e ricordando a tutti di essere puntuali il giorno dopo.

Mentre le ragazze tornavano verso le loro stanze, Anna rifletté sull'accaduto. "Forse Raffaella non è così male," ammise a bassa voce. "Ma comunque, un po' più di flessibilità non farebbe male."

Aurora sorrise.

Con la pancia piena e il cuore un po' più leggero, Anna e Aurora si alzarono dal tavolo e, salutando i loro amici, si diressero verso le loro stanze.

"Domani sarà un altro giorno," disse Aurora con un sorriso. "Vedrai, andrà meglio."

Anna sorrise a sua volta. "Speriamo," rispose. "Ma se domani Raffaella ci sgrida ancora, giuro che..."

Aurora rise. "Non fare promesse che non puoi mantenere. Buona notte, Anna."

"Buona notte, Aurora," rispose Anna, spegnendo la luce.

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