11- Quel giorno

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"Delle prigioni che ho abitato di tutte
possedevo la chiave."

~ 𝓒𝓱𝓻𝓲𝓼 ~

'Non ti fare mai mettere i piedi in testa.'
Una delle tante frasi che mi venivano ripetute fino allo sfinimento fin da quando ero solamente un bambino.
Mio padre mi aveva raccontato di quando da ragazzino veniva preso di mira.

Di come gli altri si prendevano beffe di lui e lo sfruttavano a loro piacimento.
Un giorno non seppe nemmeno lui come, ma decise di farsi coraggio, seppur in difficoltà e di affrontare i suoi problemi a testa alta.
Peccato che fin da ragazzino a prendere di mira gli altri ero io e tutt'oggi è ancora così.

Certo non come una volta.
All'epoca, soprattutto al liceo me la rifacevo con chiunque non mi portasse rispetto.
Questa volta però è diverso.

Lei che mi tenta in continuazione, non fa altro se non di cercare di portarmi all'esasperazione in ogni singola cosa.
Superando un limite dove sono stato ben chiaro che ella non avrebbe mai dovuto oltrepassare.

Eppure eccoci qui.
In un mini market, con me a un centimetro dalla sua faccia. Lilith indietreggia di qualche passo, un passo al dir quanto tremolante.
Le sue labbra sono socchiuse e i suoi occhi oceanici sono fissi su i miei.
Le sopracciglia leggermente inarcate all'insù con la fronte un po' corrucciata.

"Uscite di qui." ordino agli altri senza staccare i miei occhi da quelli di Lilith.
"Te lo avevo detto..." sento mormorare Marcus vicino all'orecchio di lei per poi superarla seguito dagli altri che se la sghignazzano.
"Che vuoi fare Tucker?" domanda sempre con quella voce irritante.

"Che voglio fare? Voglio farti iniziare a capire a chi puoi dare ordini ribattendo con quelle tue solite frasi da saputella, e con chi invece devi stare molto attenta."
Le mie parole escono dalla mia bocca marcate decise e man mano che gliele dico mi avvicino sempre di più a lei che a differenza mia sta indietreggiando.

"Io rispondo come mi pare a qualsiasi persona che non mi porti rispetto e tu non sei nessuno per dirmi come devo comportarmi. Mettiti in testa quello che già ti dissi."

Stranamente ha smesso di indietreggiare.
Anzi, fa un passo in avanti verso di me, e io non intendo smuovermi da lì.
Poi dopo essersi messa in punta di piedi avvicina le sue labbra al mio orecchio e continua.

"Io non mi faccio mettere i piedi in testa neanche dal creatore in persona...figuriamoci da uno come te."
Quelle sue labbra vicine al mio orecchio senza rendersene probabilmente conto, sono andate a sfiorare il mio lobo.

Quel contatto mi mette in allarme, tant'è che subito mi ritrovo ad allontanarmi di scatto da lei.
Lilith non smette di fissarmi cercando di intimorirmi e posso giurare di aver intravisto un piccolo sorrisetto sghembo sfiorare le sue labbra.

Non voglio che lei pensi di aver il controllo su di me perché nessuno ce l'ha, tanto meno una ragazzina saccente.
Ripreso il controllo torno su i miei passi e le punto il dito contro il petto.

"Lo sai che se giochi troppo con il fuoco potresti scottarti?" domando alzando un sopracciglio.
"Tu non mi fai paura."
"Non ti faccio paura eh?"
Incrocio le braccia divertito da questa sua risposta non vera essendo che fino a cinque minuti fa non smetteva di tremare.

"No." afferma decisa mentre la vedo torturarsi le unghie delle sue dita affusolate accompagnate da un velo di smalto nero.
"Certo, tu non stavi affatto tremando. Vero fogliolina?"

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