4- La musica

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"Vorrei essere una canzone alla radio,
quella per cui hai alzato il volume."
- Pearl Jam

~ 𝓛𝓲𝓵𝓲𝓽𝓱 ~

Per distrarmi prendo il cellulare e una volta sbloccato noto che ho ricevuto un messaggio. È da parte di mio zio, dice che domani al locale ci saranno delle persone che verranno a fare dei controlli e per degustare i nostri cocktail.

Per questo mi ha chiesto se volessi...cantare?
Aspetta cosa? No. Assolutamente no. Io non posso cantare davanti a tutti, ho scelto di accettare questo lavoro proprio perché non dovessi cantare o suonare. Per poter fare qualcosa di diverso e adesso? Adesso mi chiede di dover cantare?

Sudo freddo.
Nonostante io ami la musica ho difficoltà a mostrarmi in pubblico. Posso sembrare pure super sicura quando parlo con qualcuno, ma un conto è quando si tratta di una persona, un altro è quando si ha tanti occhi puntati addosso.

Decido di rispondergli che a suonare e a cantare possono pure pensarci i Rock Thunder.
Sono appena arrivata e non me la sento di cantare davanti a un sacco di persone.
Inviato il messaggio poso il mio cellulare sul comodino e mi sdraio del tutto sul letto.

La musica ha sempre fatto parte di me.
Mia madre prima di andare a dormire mi canticchiava una canzoncina.

La sua voce era qualcosa di magnifico, che ti illuminava e migliorava la giornata.
Cantava sempre. Sia mentre lavava i piatti, quando stirava i panni oppure mentre faceva il bucato.

Non poteva farne a meno.
Poi tutto si è spento quando papà ha deciso di lasciarla. Ha iniziato a curarsi di meno, e ogni tanto la beccavo ubriaca fradicia sul divano del soggiorno o peggio quando la ritrovavo per terra svenuta.

Non cantava più come una volta anzi, la maggior parte delle volte mi urlava contro e un attimo dopo si scusava ripetendomi che non era colpa mia.

Ha iniziato ad accumulare debiti.
Così dato che la paga del suo lavoro come parrucchiera non era abbastanza alta, si era ritrovata a chiedere soldi a persone poco...affidabili.
Ma che dico? Non lo erano per niente.

Qualche volta tornava a casa tardi.
Io ormai all'età di dodici anni mi ero abituata a cucinare, a fare il bucato da sola.
È stato tutto così difficile e terribile vederla ogni giorno sempre più distrutta.

Ogni volta che la guardavo sentivo che man mano ogni pezzo della sua anima se ne andasse via da lei.
Lasciando un contenuto vuoto.

Degli occhi spenti e un sorriso sempre più forzato.
Papà ci ha lasciati quando avevo sette anni.
Uscì di casa dopo un'accesa litigata con mamma, e non fece più ritorno.

Non mi degnò nemmeno di uno sguardo prima di andare via. Sinceramente non ho molti ricordi di lui e se ce li ho, sono sbiaditi. Più mi sforzo di ricordare e più sono sfocati.

Lentamente sento di nuovo gli occhi diventare sempre più pesanti e in un attimo mi sono addormentata.

***

Mi sveglio di scatto.
La mia sveglia del cavolo che ha un suono al quanto odioso di un gallo mi ha fatta sobbalzare.
Ovviamente è stato Matthew a sceglierla; dice che altrimenti io non riesco ad alzarmi.

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