Anna
«Hai un'ora esatta per sfilarti questo orribile pigiama e prepararti. Non ammetto repliche».
«Cam...».
Cerco le parole giuste per svignarmela, però non riesco a confessarle che il vero motivo per cui non voglio partecipare al concentro di una delle mie band preferite è che ho sbottato contro uno dei componenti - il mio preferito, per la precisione -, beccandomi un Vaffanculo degno di nota.
«Cam, nulla. Sono mesi che non esci da questa stanza, Anna. Non ti lascerò a marcire qui dentro».
Sbuffo, scalciando via le coperte e fissando il soffitto per qualche secondo, incapace di pensare lucidamente. «Lo sai che odio socializzare».
«Sì, ma so anche che domattina mi ringrazierai per averti portata a vedere il concerto della Sad che, nel caso lo avessi dimenticato, è la tua band preferita».
«Sei fastidiosa», mi lamento, sollevandomi per ficcare la testa nell'armadio alla ricerca di un outfit decente.
In realtà sto trattenendo un sorriso.
Ho ceduto troppo facilmente. E la colpa è tutta sua... e di Theø. Ho voglia di rivederlo, di perdermi solo una volta in quegli occhi che nasconde costantemente dal mondo dietro un paio di occhiali da sole.
«Metterai qualcosa di colorato?». Ha un tono speranzoso e data la distanza da cui sento provenire la domanda deve essersi appropriata del mio letto.
«Nella maniera più assoluta».
Non ho nulla contro i colori. La mia attrazione nei confronti di Theø dovrebbe renderlo ben chiaro. La verità è che non mi piace vedermi addosso nulla al di fuori del nero. Mi fa sentire al sicuro, è come essere a casa. Mi rende invisibile agli occhi del mondo e soprattutto nasconde i miei fianchi larghi e le cosce pronunciate.
Non ho mai avuto un fisico da copertina, e la fame improvvisa che mi viene ogni volta in cui l'ansia mi divora non ha certo favorito a migliorarlo. Anzi.
La sento sospirare teatralmente alle mie spalle.
«E va bene... almeno posso dire di averci provato».
Sparisco con un accenno di divertimento sulla bocca, infilandomi sotto la doccia e preparandomi in tempo record. Non sono mai stata una fissata col proprio aspetto e non mi piace impiegare ore a rendermi carina. Non penso neanche di sapere come si prende in mano un pennello per il trucco, quindi non ci provo neanche. Mi piace mostrarmi al naturale, soprattutto quando c'è questo caldo eccessivo e io mi sciolgo come un ghiacciolo.
«Dio santo... odio ammetterlo, ma il nero ti rende così... sexy».
Camilla è il mio opposto.
Lei odia tutto ciò che è nero. È una forza della natura, una di quelle ragazze che al suo passaggio può "far fiorire" una stanza, non so se mi sono spiegata.
Sentirle ammettere che il colore che detesta con tutta sé stessa mi rende sexy mi strappa una risatina.
«Sexy? Molto divertente».
Io del mio canto non posso farci niente. Fatico ad accostare una parola come sexy a me stessa. Non credo di potermi definire una ragazza sexy. So di non essere un cesso catastrofico, ciò non mi rende sicuramente appetibile come lei o le altre ragazze mi descrivono.
«Lo chiediamo a Theø, se preferisci un giudizio che non sia "di parte"».
Le do una spintarella, avvertendo il sangue defluire su tutta la faccia. Cazzo. Non posso permettermi di arrossire in questo modo, soprattutto non per lui.
«Smettila di nominarlo. Quel tipo non ricorda neanche che esisto».
Non penso sia esattamente così, a dire il vero. Si ricorda, eccome. E probabilmente non vede l'ora di rivedermi per vendicarsi della brutalità con cui ho reagito quando mi ha chiesto della casa editrice. Non conosco il suo passato, ma se quello che scrive nelle canzoni è vero, non deve essere così roseo. E ciò significa che se mi acchiappa per farmela pagare, io non ho via di scampo.
«Che ne sai? Alla festa non ti staccava gli occhi di dosso».
«Neanche io staccherei gli occhi di dosso a una persona che dice di essere attratta da me. È una reazione umana, chiunque avrebbe fatto lo stesso».
«Se lo dici tu...».
Non sembra affatto convinta, però non insiste. Conosce la mia testardaggine e sa benissimo che fra le due sarei io a uscirne vincitrice.
«Sì. Lo dico io. E io ho sempre ragione». Passo un braccio sotto il suo, raggiungendo la porta con un po' troppa enfasi.
È vero, fino a poche ore fa non avevo alcuna intenzione di abbandonare la mia stanza, però adesso ho solo voglia di immergermi nella folla e perdermi nei testi di quei tre ragazzi “folli”. Non mi importa che per alcune persone siano ancora solo dei tossici che urlano a squarciagola e che si divertono a fare casino, per me sono molto di più.Non voglio più farmi del male,
ma sono così fragileVorrei poter leggere nei suoi occhi una volta sola. Capire davvero il suo dolore. E chissà, magari persino anestetizzarlo col mio. Diventa tutto così semplice quando c'è qualcun altro disposto a condividere le proprie ferite con te.
Scuoto immediatamente la testa, cercando di ritornare in me. Sto viaggiando troppo lontano, come sempre. Vivere di fantasie non mi fa bene, mi tiene prigioniera di un mondo che non esiste.
Theø è uno sconosciuto e non ha certo bisogno di essere salvato da me.
E io non ho alcuna intenzione di dirgli che la sua musica mi ha salvata, che quando ero nel baratro mi ha ricordato che non ero sola, che tanti altri come me si nascondevano dietro a un muro di indifferenza, nonostante venissero costantemente divorati dalle proprie paure e insicurezze.
Mi ha fatta sentire così maledettamente giusta che non riesco a pensare di non essere lì in prima fila a cantare con lui, a urlare con lui che sono ancora viva.❤️🩹
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Theø
Fanfiction«Canzone preferita?». «La Sad Italiana». Inclino leggermente il capo, guardandola incuriosito. Non credo in molti conoscano quella canzone, e per quanto io ci abbia lavorato su e la ami con tutto me stesso, mi chiedo cos'è che faccia sì che le piacc...