Si passa una mano sul ventre, si rende conto all'improvviso di quanto questo sia gonfio, gonfio tanto da renderla deforme.
La sua pancia è gonfia e la sua pelle tirata, sembra quasi assottigliatasi cercando di ricoprire una superficie ben maggiore.
Sotto le sue mani, inizia a sentire qualcosa muoversi, cercare di uscire, notarlo la terrorizza.
Il suo ventre è talmente espanso che inizia a coprirle le ginocchia protraendosi verso terra, le sue dita lo percorrono su e giù pregando di sentirlo ritrarsi e tornare normale, ma al contrario, questo continua a deformarsi e a muoversi sempre più agitato.
Improvvisamente un rumore secco risuona nella sua testa, uno strappo, cade a terra mentre il suo ventre si dilania come una busta dell'immondizia che ha sopportato troppo peso.
Lo strappo si ferma subito sotto il petto, da esso fuoriesce un neonato che sguscia viscido al suolo.
La ragazza lo vede e si sente subito spaventata al pensiero che il bambino sia passato dal caldo del suo ventre al gelo di quel pavimento, così si getta in avanti per prenderlo tra le sue braccia.
Mentre è intenta a fare ciò, però, altri neonati iniziano a fuoriuscire dal suo corpo, più essa si muove più sono i corpicini che scivolano al suolo ricoperti della viscosa sostanza delle sue interiora.
I suoi occhi vagano a destra e poi a sinistra dieci, cento volte in un solo secondo, con le mani cerca di afferrare più bambini possibile e portarli al suo seno per dargli conforto.
Due bambini iniziano a succhiarle i capezzoli in cerca di nutrimento, le loro bocche sono dolorose, non si fanno problemi a piantare i denti nella carne e a succhiare con forza.
Quella suzione così intensa inizia a farla sentire strana, come se qualcosa dovesse venir via dal suo corpo, lentamente i suoi capezzoli iniziano ad allungarsi tirati dalle bocche di quei neonati, diventano sempre più lunghi e sottili come se stessero venendo estratti dal suo corpo, una freccia da un cadavere.
La ragazza inizia a sentire qualcosa in gola che desidera uscire con altrettanta bramosia, il suo collo si drizza da solo e il suo capo si rivolge al cielo, la bocca si schiude e delle zampette iniziano a fare capolino poi veloce si solleva per almeno due metri una gigantesca scolopendra, tutto a un tratto la ragazza non sente di poter più respirare con il gigantesco insetto arrotolato nella sua gola, questo continua a fuoriuscire e ora si piega a guardare in basso i propri figli.
Continua a venir fuori, ancora e ancora, finché non inizia a portare con sé dell'altro, dalla bocca della ragazza infatti iniziano a fuoriuscire dei lunghi capelli neri.
Sono molti più di quelli che si troverebbero normalmente sulla testa di una persona, addensati da tutta la saliva.
La scolopendra inizia ad avvolgere un bambino alla volta, la ragazza la segue con lo sguardo terrorizzata che possa nuocere ai suoi figli, con le mani ne raggiunge il più possibile e li stringe a sé, cercando di riassorbirli col suo corpo, la carne dei bimbi si scioglie per riunirsi alla madre.
La scolopendra non sembra contenta del gesto e inizia a strisciare in avanti, trascinando la ragazza per la gola come un cane al guinzaglio, tanti bambini si perdono alle loro spalle, piangenti.
La scolopendra corre con le sue decine di migliaia di zampette finché non raggiunge il nero assoluto.
Qui si solleva, così da alzare lo sguardo di lei al suo seguito, ora lei vede coi suoi occhi puntati al cielo, c'è il suo cadavere in decomposizione, fluttuante, dai suoi occhi scavati escono ancora lacrime come una sorgente d'acqua purissima.
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Pour Town
Science FictionUna città dove la pioggia non cessa mai. Sotto il suo pesante impermeabile, Nyogtha sprofonderà in situazioni sempre più inspiegabili, costretta ad affidarsi non al suo istinto, ma a quello di un parassita dentro di lei. Figure senza un volto operan...