5: Finalmente la pioggia

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"Quanto ancora dovremo aspettare qui..." Intorno a Zoth una stanza interamente bianca, all'interno di essa solo dei lettini ospedalieri ma nessun macchinario, oltre ovviamente ai quattro ospiti.

Eihort drizza le orecchie "Arriva qualcuno" dei lievi rumori di passi si fanno più distinti nella loro direzione.

Zoth porta entrambe le mani dietro la testa "Spero vorranno darci spiegazioni" e fa per avvicinarsi alla porta in attesa che venga aperta.

In quel momento Naru ha un flash in testa, l'immagine di un becco, un occhio tondo, luminoso e bianco.

"Il Consigliere..." Porta le mani sullo stomaco sentendo delle fitte.

Gli altri la guardano perplessi "Di che parli?" Chiede Arwassa incrociando le braccia.

La porta bianca si apre, dietro di essa due infermieri della struttura, ogni millimetro della loro pelle è coperto da tute impermeabili, anche i loro volti sono nascosti da maschere dalle quali fuoriescono tubature che ricurve si infilano in altri punti delle loro tute.

"Insomma, perché stiamo venendo trattenuti qui? Non siamo feriti, tutto questo è incredibile" riprende a chiedere Arwassa sta volta rivolgendosi ai diretti responsabili.

"Molto presto sarete rilasciati, dopo la vostra testimonianza abbiamo avuto l'obbligo di svolgere degli accertamenti e tenervi in quarantena, tutto ciò che è rimasto da fare è ripetere la testimonianza per ufficializzarla, il Consigliere Cynothoglys è qui per ascoltarvi".

I tre ragazzi reagiscono a quel nome portando i loro occhi sulla giovane dai capelli viola, ben meno sorpresa.

"Seguiteci" pronuncia uno dei due infermieri, voltandosi di spalle e iniziando a camminare.

Il gruppo inizia a seguirlo, i quattro ragazzi si guardano a vicenda senza proferir parola, Naru aggrotta le sopracciglia rimanendo guardinga.

Le due figure in bianco mettono un piede davanti l'altro meno di un metro distanti dai civili dietro di loro, come la punta di una freccia si fanno strada in quei corridoi lasciando che gli altri pazienti passino di fianco a loro.

Zoth si guarda intorno, è pieno di persone d'ogni tipo.

Un vecchio ha la bocca spalancata, dal suo interno fuoriesce un insetto pallido, rivestito di un esoscheletro a piastre, grasso, col suo corpo occupa più spazio di quanto glie ne sarebbe concesso, i suoi occhi neri e vispi osservano Zoth come stesse considerando di cambiare dimora.

Una donna in sedia a rotelle, le dita delle sue mani sembrano carbonizzate, grigie, secche e screpolate come pietra, in realtà vittima di un'infezione dell'acqua, il suo intero corpo destinato a marcire, tenuto in vita per un periodo impossibile da decifrare da farmaci ancor più dannosi della malattia.

Un bambino, ha perso un braccio, la spalla è stata ricucita con un numero di punti impossibile da contare, sullo stesso lato anche un occhio è stato bucato ed è andato perduto, altri buchi simili sono presenti lungo una linea curva su tutto il volto, sicuramente causati da una delle creature che predano l'oceano di Pour Town.

Zoth inizia a tenersi lo stomaco, sente dolore, la sua vista inizia a farsi rossastra, i pensieri nella sua testa confusi, ma non ha modo di rimediare all'improvviso malessere.

"Ho bisogno... di un Blob..." Dice ai suoi amici, Naru lo osserva stringendo gli occhi poi si volta ai due davanti "Avete sentito? Il mio amico si sente male, è tanto che non nutre il Blob".

Uno dei due infermieri emette un verso "Mph" poi risponde "Ancora poco e sarete tutti a casa".

Naru guarda di fianco a sé, oltre una lunga parete di vetro si trova un'oasi naturale beata da raggi di luce dolci come solo il cielo azzurro può offrirne.

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