Le ultime cose

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Il sole era tramontato già da un pezzo e lei se ne stava seduta a fumare sui gradini di casa sua.
Dava una scrollata fra le foto sul cellulare, lisciava le pieghe del vestito, cercava di farsi una treccia e poi lasciava perdere.

Il rombo della moto di suo padre echeggiò per la strada e quasi non gli diede il tempo di scendere e togliersi il casco gettandosi fra le sue braccia

<<tu sei fuori di testa>> Mav le scostò i capelli appiccicati sulla fronte osservando gli occhi azzurri riempirsi di lacrime

<<ho fatto quello che dovevo fare>> rispose <<mi capisci vero?>>

<<questo era il nostro viaggio.. dovevamo trovarci>> singhiozzò

<<quando mi hai detto che volevi stare con me per un po' di tempo, quasi non ci credevo>> le sorrise <<ed invece sei partita con me, mi sei stata accanto quando ho sofferto e hai fatto perfino amicizia con Penny>> Emma rise <<da piccola eri abbastanza gelosa, sai? Ma ora sei una donna, sei cresciuta e sai che è la cosa giusta>> lui la fece sedere di nuovo sui grandini stringendola tra le braccia <<ho cercato di insegnare a quei ragazzi come portare a termine la missione e soprattutto come tornare a casa, perché voglio che tornino dalle loro famiglie>>

<<nessuno avrebbe fatto quello che hai fatto tu>> disse lei con una punta di orgoglio

<<ma devo chiederti ancora una volta scusa. Ho scelto Rooster>>

<<lo so>> si sentì soffocare

<<se non lo avessi scelto mi avrebbe odiato ancora di più e soprattutto gli avrei negato di essere quello che è>> sollevò le spalle <<i suoi genitori non lo avrebbero voluto>> Emma annuì consapevole che quello che stava dicendo aveva perfettamente senso <<spero di avergli insegnato ad agire>>

<<me lo hai sempre detto>> lei gli strinse la mano <<non pensare:agisci>>

<<esatto>> disse orgoglioso

<<devo andare da lui>> si alzò in piedi continuando a tenergli la mano

<<lo capisco>> poi ci ripensò <<in realtà il solo pensiero che tu possa anche sfiorare un uomo mi fa sentire terrorizzato>> le sue guance si colorarono di rosso: non si era mai troppo grandi per quei discorsi <<ma visto i giorni scorsi credo proprio che sia troppo tardi>>

<<ti voglio bene papà>> sorrise.

Aveva guidato terribilmente veloce  per arrivare ai dormitori destinati ai frequentanti dell'Accademia, Amelia le aveva detto che Hangman e gli altri erano lì.
Varcò il cancello senza pensarci troppo e si ritrovò di fronte proprio una parte di loro intenta a chiacchierare

<<hei Emma>> la salutò Phoenix

<<dimmi dov'è>> disse solo con il fiatone

<<terzo piano, seconda porta a sinistra>> scattò di corsa per le scale come se lui potesse in qualche modo scappare da un momento all'altro e non appena ebbe ripreso fiato bussò alla porta.
Quando la aprì, se lo ritrovò difronte a torso nudo con i capelli ancora umidi e un paio di pantaloncini di jeans.

Le batteva il cuore talmente forte da sentirlo nelle orecchie, si sentiva proprio come le protagoniste dei libri che tanto le piacevano: come se le emozioni la stessero schiaffeggiando.

<<che ci fai qui?>> gli gettò le braccia al collo avventandosi sulle sue labbra:Rooster, se pur sorpreso, rispose subito al bacio senza pensarci troppo.
La prese in braccio richiudendo la porta con un calcio.
Emma non sentiva altra necessità che dimostrargli tutto quello che provava per lui, gli strinse il viso fra le mani mentre lui l'adagiava sul letto

<<Emma>> provò a dire con quella voce che la mandava fuori di testa

<<ti voglio B>> disse guardandolo dritto negli occhi, imprimendo nella sua mente i dettagli del suo viso<<non c'è mai stato un secondo in cui non ho desiderato di essere tua>> sorrise strofinando il suo naso contro quello di lei come se quella fosse la cosa più bella che qualcuno le avesse detto in tutta la sia vita.
Rooster le sfilò i vestiti di dosso di fretta perché il suo era diventato un bisogno, una necessità da quando l'aveva vista e per Emma era lo stesso adesso che era fra le sue braccia, pelle contro pelle.
Lo voleva davvero, si sarebbe spezzata in ogni modo possibile per lui, per avere ogni istante quei baci, quelle mani forti sulle sue cosce e la sensazione di essere ubriaca, scossa da piccole scariche elettriche.
Bradley, adesso era solo Bradley, niente dolore per le cose passate o aerei a cui pensare solo le sue emozioni travolgenti, solo la voce flebile di Emma che gridava il suo nome con le unghie conficcate nella sua pelle e si dimenava sotto di lui affinché potesse essere sua completamente. Nessuno spazio tra i corpi, persi l'uno nell'altro.
Si ricordò per un solo istante di quando le aveva tirato le trecce da bambina solo perché quei capelli erano tanto biondi da farla sembrare un angioletto, osservò la sua stessa mano tirarli adesso con foga per farsi baciare ancora.
Gli occhi di lui riflessi in quelli di lei, fronte contro fronte, bacio contro bacio, spinta contro spinta.
Se c'era una cosa di cui era sicura Emma in quel momento fu desiderare di rimanere chiusa in quella stanza con lui.
Non c'era via d'uscita: Bradley le si era ficcato dentro ad ogni cellula del corpo, in ogni pensiero, in ogni viso incontrato e lei non poteva più farne a meno.
Aprì gli occhi un istante per guardarlo prima di gridare  ancora il suo nome e pensò di non aver visto niente di più bello in tutta la sua vita.
Ne era certa, voleva tenerlo dentro di lei per sempre.

***
Rooster per voi

***Rooster per voi

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Top Gun: Rooster & Emma MaverickDove le storie prendono vita. Scoprilo ora