"Manuel devo ritornare da lui, cosa volevi dirmi?"
"Tu non torni da nessuna parte, Simo'" rispose algido il moro.
"Scusa?"
"Sì Simo', hai capito bene. Tu da lui non ce torni, almeno non prima che m'avrai ascoltato. Ho bisogno di sputare tutto il veleno che mi sta corrodendo dentro, non ce la faccio più a guardarti e pensarti di un altro. E non avrei alcun diritto di lamentarmi, sono stato io a lasciarti andare e fingere di non capire quello che ci legasse. Ho provato a convincermi in ogni modo che questa cosa non avesse senso di esistere, che per me tu fossi solo un fratello. Ma io Simo' non ce la faccio più." Si avvicinò al corvino, che di riflesso fece un passo indietro sgranando gli occhi.
"Cosa stai dicendo, Manuel?"
"Ti sto dicendo che da quando non ci parliamo, non ci guardiamo, io non riesco più ad andare avanti, non come vorrei. Ho avuto paura di questi pensieri, di queste parole, che altro non sono che segnali che il mio cervello mi manda per farmi restare vigile, sveglio contro l'apatia in cui mi sono tuffato pur di non dover respirare il fumo dell'incendio che insieme abbiamo appiccato." Fece una breve pausa, mentre con le mani cercava di arrestare l'eccessivo tremore delle sue gambe. "Mi ero convito che io per te non provassi niente, che non potessi provare niente. Perché tu sei un ragazzo e a me i ragazzi non piacciono. O almeno così mi sembrava, di questo mi ero convinto. Ma tu sei arrivato nella mia vita e hai scardinato ogni certezza, mi hai colpito in faccia con la prepotenza più dolce e autentica che ci sia, ma io ti ho percepito come una minaccia e ti ho allontanato. Ho anteposto il mio orgoglio a ciò che provavo per te e che per paura ho represso per tutto questo tempo."
Gli occhi di Simone si inumidirono mentre con tutte le sue forze cercava di distogliere lo sguardo dal moro.
"Me so strappato il cuore dal petto perché non riuscivo più a sopportarne il rumore. L'ho abbandonato, l'ho lanciato più lontano da me e il mio corpo c'ha provato in tutti i modi a vivere solo de testa. Ma quel rumore io ho continuato a sentirlo, pure da chilometri, sempre a tormentarmi e rivendicando il suo posto qua dentro." Si colpì il petto con la mano tremante.
"Eri tu Simo', quel battito insistente si era trasformato nella tua voce, ed è lì che ho capito che me ero fregato con le mie stesse mani, che l'incendio l'avevo appiccato da solo. Perché ho imparato a silenziare i miei demoni negli anni, ma non posso ignorare il richiamo della tua voce, non quando è lei a manovrare ogni singola funzione vitale di sto corpo in pena. Ti ho allontanato da me manco fossi una malattia, ma è proprio vedendo il mio corpo decadere che ho capito che sin dall'inizio eri tu il motivo per cui stavo bene. E io me lo voglio riprendere sto cuore che me martella er cervello, ma non lo troverò mai se non mi terrai tu la mano nel cercarlo. E allora chiamami Simo, chiamami e in questo petto inizierà a battere l'amore, chiamami e sto cuore filtrerà ogni promessa che ci siamo fatti. Ritorna a battere dentro di me, perché sento il mio corpo cedere da quando non ti ho accanto."
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miscellanea - simuel
Short Storysimone, manuel e gli infiniti universi in cui si rincorrono o meglio: raccolta di note, pensieri e poesie nati spesso nel bel mezzo della notte in preda a una crisi mistica