Beatitudine

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A descriverci é la nostra parte nascosta.
Ness.

Lilith.

Ci sono notti che ci rendono succubi di noi stessi, camminiamo sopra un filo spinato che incornicia i nostri incubi e li divide con i sogni. Noi cerchiamo di tenere quell'equilibrio su quel filo con le braccia larghe per non cadere negli incubi.
Il fiato sospeso.
Le lacrime agli occhi.
E la speranza di non dover risvegliarmi di nuovo con il fiato in bocca e i polmoni che non riescono più a sfiorare l'aria, il cuore che si blocca e la vita che rimane sospesa nel vuoto.
"Non cadere".
Non cadrò.

Il lago era meraviglioso. In fin dei conti lo è sempre stato. Da bambini io e Josh ci piaceva esplorare i dintorni della nostra dimora, non stavamo mai fermi. E con lo zaino ricolmo di cibo e coperte, Josh se lo metteva sulla spalla e con la mia manina stretta alla sua uscivamo per scoprire nuovi luoghi.
Quella mattina era così presto che il nonno dall'altra stanza ancora russava, ero uscita già vestita dalla mia stanza, e infilandomi di nascosto nella stanza di Josh ero iniziata a saltargli sopra con i piedi.
Non l'avevo smessa fin quando non si era svegliato.
<<gita! Gita!>> gli dicevo e gli saltavo su.
Con uno strattone mi aveva fatto cadere sopra di sé e mi abbraccia.
<<gita!>> dice prima di scendere giù dal letto e dirigersi verso l'armadio.
Si fermava qualvolta non mi trovava accanto a sé. E tra un ramoscello che si attaccava ai miei capelli e qualche ramo da saltare, con le foglie secche che scricchiolano ad ogni nostro passo, dietro delle querce grandi e robuste, molte vecchie avevamo sentito il sussurro di acqua che scorreva delicata.
Era bastato superare dei grossi cespugli per vedere cosa c'era dietro, un enorme lago nascosto dalle querce in un delicato silenzio se ne stava lì, con tutta la sua meraviglia.
Tra qualche pietra gettata un po' a caso, in mezzo a due fessure nella parete rocciosa scorreva limpida l'acqua che si riversava nel lago per nutrirlo.
L'unica cosa che avevamo fatto era guardarci negli occhi e vedere nei riflessi dell'uno a l'altro la meravigliosa scintilla di splendore.
Da quel giorno continuavamo a tornare, per conoscere meglio quel posto splendido, e tra l'acqua trasparente i pesci nuotavano spensierati gli avevamo fatto compagnia, restando il più possibile vicino al margine.
Ci schizzavano, e tra le urla e risate ci rivestivamo.
Quel posto aveva un armonia dolce quando su di esso si vestiva di neve candida.
Quel periodo era il mio preferito.
Le querce restavano privi di foglie, e i suoi rami colmi di neve bianca e soffice decorava quel paesaggio, sembrava quasi un dipinto bianco, candido, delicato.
I margini del lago diventavano ghiacciai sopra l'acqua, e i cespugli ricolmi di neve li riscuotevamo per farla cadere sul suolo.
Costruivamo i pupazzi di neve, perché poi, diventata un luogo conosciuto, un posto pieno di persone da farci compagnia, ci nascondevamo dietro di essi- i pupazzi di neve- per non essere presi dalle palle di neve che ci tiravamo a vicenda.
Alla volte mi prendeva in pieno viso, ed era fredda, pallida, pallida come la mia pelle.
Ero più chiara di mio fratello, ma nessuno lo stava a notare.
Lui era il migliore, e li, l'avrebbero notato in tanti.
Non ero invidiosa di lui, perché lo sapevo bene pure io, che il migliore fra i due, sarebbe stato sempre lui.
Se in quel lago freddo, e ghiacciato ci avrebbero scivolato i suoi piedi, l'avrei salvato, per annegarci io.
Era il mio migliore amico, il mio compagno di avventure, mio fratello.
Lui, era la mia vita.
Diversi, completamente, ma insieme.

Quella giornata era soleggiata. E mentre stendevo i teli sul prato e ci poggiavo il cestino col cibo, Josh con le mani sui fianchi osservava il lago, e Thomas si rollava una sigaretta, passando la cartina fra le labbra.
Li osservo con un sorriso fra le labbra, nell'attesa che arrivava Jordan, Luke e Elizabeth.
Mi stendo sul telo, e osservo le nuvole che si rincorrono, e il sole timido si nascondeva dietro di loro.
Poco dopo, dietro le querce in sotto fondo sento delle voci, e mi alzo. Josh si volta verso di me, e si avvicina, sedendosi accanto a me.
Thomas fumava, ormai stava finendo. Quando stava per gettarla, arrivano gli altri. Che tra urla, sorrisi e pacche ci salutiamo.
Dopo esserci salutati e sistemati, ci sediamo tutti e dal cestino iniziamo ad estrarre cibo e bevande, tra cui quello che aveva portato Luke in una busta di plastica.
Thomas sistema in ordine i bicchieri, e dopo aver preso la vodka ice, la versa con massima attenzione. Mio fratello lo guarda con gli occhi sgranati, ed io e Jordan ci fissiamo ed esplodiamo a ridere, Elizabeth e Luke ci vengono dietro. Thomas con un grosso punto interrogativo sulla testa alza la testa e ci fissa. <<che avete?>> ci chiede guardandoci uno ad uno.
Mio fratello non si trattiene. <<sono le 9 di mattina, e tu già ti ingozzi di alcol>>
Thomas fa spallucce, ignorandolo, e beve direttamente dalla bottiglia sotto il suo sguardo incazzato.
Io e Luke prendiamo i nostri bicchieri, e dopo polemiche Josh fa lo stesso.
E con un bel brindisi beviamo.
Verso le 11 ci decidiamo a spogliarci e tuffarci nell'acqua fredda del lago.
Ormai l'estate era arrivata a destinazione.
E ci godevamo appieno il termine di quest'estate indimenticabile.
Tra immense cazzate, e sgrida da parte del protettivo e perfetto fratello, ci siamo immersi totalmente nei sorrisi.
Ci schizzavamo tutti, e da dietro si avvicina Luke che mi schiaccia la testa facendomi finire sott'acqua. Tra spinte e tuffi, io ed Elizabeth ci mettiamo da parte, sedute su una roccia, a prenderci gli ultimi granelli di sole.
<<non so come dirglielo.>> mi sussurra sottovoce osservando il lago, solo quella persona a occupargli davvero gli occhi.
<<sai pure tu che non ti vede solo come un amica.>> anch'io guardo Thomas, mentre di sfuggita il suo sguardo si sofferma su di noi, soprattutto su Elizabeth.
<<Lili...lo sai pure tu. Con quel carattere che ha...>> non gli avrei potuto dare torto, 23 ore su 24 se ne stava ubriaco marcio.
Ogni millisecondo lo trovavamo con una sigaretta fra le labbra.
Però era un ragazzo speciale, era un amico straordinario, e mille volte mi ha salvata dalle grinfie di mio fratello, facendomi divertire come una matta. Josh dice che lui ti porta nella strada sbagliata.
Ma siamo giovani, pieni di emozioni da esplorare.
Faccio spallucce e ritorno ad ammirare i riflessi del sole che si schiantano sull'acqua cristallina.
Mi porto le gambe al petto e stringo.
Appoggio il mento sulle ginocchia e sospiro.
Elizabeth accetta il mio silenzio, ed entrambe attendiamo la fine.
O solo un inizio.

Fragili come la neveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora