Era estate. Faceva caldo e lei si trovava in spiaggia, al mare. Guardava le onde schiantarsi contro gli scogli da un punto più alto, dove non c'era nessuno. Appoggiò la mano sulla testa per coprirsi leggermente da quel sole che spaccava le pietre per cercare di distinguere le due vele che si spingevano verso il largo. Si alzò sulle punte, pensando cambiasse qualcosa, ma poi qualcuno da dietro le mise le mani davanti agli occhi lasciandole un piccolo bacio sul collo.
Lei si voltò.
Aveva capito che era lui dal suo profumo dolce e intenso che le inebriò le narici per qualche secondo. Gli mise le mani intorno al collo e...Si svegliò.
Era notte fonda, c'era un silenzio abissale in casa e, dopo aver ricordato il sogno, cominciò a tremare. Si alzò dal letto e si diresse in cucina a bere un bicchiere d'acqua. Si domandava del perché, ogni volta, quel sogno le faceva uno strano effetto, tanto da sembrare una specie di incubo felice.
Lei lo chiamava così, "incubo felice".
La faceva star bene, fin quando non si svegliava. Poi, una volta sveglia, cominciava a tremare e a sentire il cuore in gola.
Guardò la luna, e sorrise. Limpida e pura, guardava tutto dall'alto, con una superiorità che le spettava. Faceva compagnia a chi voleva guardare le stelle, a chi si era da poco svegliato o a chi non si era mai addormentato. A chi guardava l'orizzonte troppo scuro, o a chi faceva l'amore. Già, l'amore.
Decise di tornare a letto, col desiderio di dormire e con la speranza di non riuscirci. Si sdraiò sul letto e cominciò a fissare il soffitto. Quella situazione la feriva così tanto che cominciò a ripetersi di non piangere, di star tranquilla e di non pensare, ma non ci riuscì. I suoi occhi color cielo dovettero affrontare l'alta marea. Il mondo andava avanti, correva più veloce di lei e lei non riusciva a raggiungerlo, rimanendo indietro. Aveva bisogno di più tempo, ma il mondo, il tempo, non lo aveva più. Andava tutto così di fretta: il vento, il mare, i sentimenti e le persone. Le persone erano in grado di innamorarsi e di disinnamorarsi al ritmo di un battito di ciglia. Le coppie si lasciavano e si riprendevano dopo neanche due ore, come se niente fosse mai successo. L'amore era diventato troppo banale, fatto di quotidianità. I sentimenti si erano fermati solo per lei. Tutto era fermo nel suo mondo, fatto di piccoli pezzi di una vita andata pian piano in frantumi. E ciò che la rassicurava, non se ne rendeva neanche conto. Aspettava un qualcosa che, probabilmente, neanche lei conosceva o immaginava; aspettava un qualcosa che mai sarebbe arrivato. Aspettava e aspettava, ma nessuno aspettava lei.
Era una di quelle sensazioni che ti bruciano dentro, un dolore continuo che non si allevia mai, una speranza diventata illusione e svanita, col tempo.
Il tempo era il suo peggior nemico che le aveva voltato le spalle.
Si divertiva e si prendeva gioco di lei.
Nella sua testa sentiva il rumore delle lancette di un grande orologio che scandivano il passare dei secondi, dei minuti, delle ore e dei giorni.
Quel rumore era diventato tremendamente orribile.Incominciò tutto così.
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Le cose che non ti ho detto mai
RomanceCome può un incubo indurre all’infelicità spezzando tutto quell’equilibrio che si era da poco creato nella sua vita?