8.

14 1 0
                                    

Felicity preparò della pasta con sugo e si sedettero a tavola.
« Questa è per te, » - le porse la rosa - « spero che il portone venga bene. » - le disse.
« Io ancora non so il tuo nome. » - gli sorrise Felicity.
« Rimarrà un segreto, ancora per un po'. »
« Perché vuoi che sia un segreto? Tu il mio lo sai. »
« Ho le mie fonti. » - la guardò.
Continuarono a guardarsi per un po', e lei deglutì.
« Cosa ci facevi al parco? » - le chiese.
« Quello che facevi anche tu. » - rispose Felicity.
« Io, però, non scattavo foto. »
« Tu cercavi di imparare cose nuove, ed anche io. » - sorrise.
« Non ero lì per imparare. » - disse, abbassando la testa e continuando a mangiare.
« E perché eri lì? » - disse sorpresa.
« Questa è un'altra storia, mi sa che devi andare a lavoro. Io torno più tardi, ci vediamo. » - rispose.
Divenne stranamente più freddo del previsto, e se ne andò, chiudendo la porta alle sue spalle.
Aveva ragione, si era fatta l'ora di andare, così prese le sue cose, chiuse la porta di casa e si diresse al bar.

Quelle ore passarono molto velocemente ma, dieci minuti prima che finisse il turno, vide che c'erano delle ragazze fuori che aspettavano qualcuno. Quando uscì si rese conto che erano le ragazze del parco, di quella sera.
La presero per il braccio e la fermarono.
« Senti cara, Connor è il mio ragazzo. Smettila di invitarlo a casa tua, di fargli fare i lavoretti al posto tuo e di chiedergli rose. È il mio, mio, ragazzo. Ora te lo sto dicendo in modo molto gentile, perché non ho voglia di stare dietro te. La prossima volta sarò molto più scortese. Lascialo in pace. » - presero e se ne andarono.

C'era qualcosa che non andava.

Prima di tornarsene a casa, fece un salto al parco. Si avvicinò alla pista da skate e vide la ragazza che le aveva parlato baciare C, ormai diventato Connor. Prese il telefono e scattò una foto. Era confusa e ciò le aveva procurato un vuoto interiore.
Tornò a casa e vide un'altra rosa.
La prese ed entrò.
Lesse prima il bigliettino della rosa del giorno.
Diceva:

"Non sono pratico con la pittura e cose simili, ma ci sto provando. -C"

L'altro, invece, diceva:

"Ho avuto un impegno, passerò stasera.
Spero che per te vada bene, Felicity. -C"

Si sedette sul divano e iniziò a pensare.
La stava prendendo in giro? Stava facendo il secondo gioco? Perché sembrava ci tenesse a lasciarla fuori dai guai con quella gente e invece poi glieli procurava? Perché si stava interessando a lei avendo anche una ragazza? Perché tutte quelle attenzioni? Perché?
Sentì il rumore della sua moto. Bussò.
Lei non rispose.
« Felicity? Sei in casa? » - disse.
« Cosa vuoi da me? » - rispose.
« Come... Sono venuto per finire il... Posso entrare? »
Lei si alzò e andò ad aprire.
« C'è qualcosa che non va? » - le disse.
« Perché tutte queste attenzioni se sei fidanzato, Connor? » - disse Felicity.
Lui sgranò gli occhi e ci rimase.
« Aspetta... » - disse, chiudendo la porta - « Se sai il mio nome vuol dire che hai incontrato qualcuno del parco... »
« Non ho incontrato, mi hanno cercato. Per parlare di te. » - rispose.
« Chi è stato? » - chiese.
Lei prese il suo cellulare, cercò la foto che aveva scattato al parco e gliela fece vedere.

« Ascolta, a me non importa cosa tu faccia nella tua vita. Non siamo nulla, noi due, e non pretendo nulla. Ma cosa stai facendo, il doppio gioco? Mi hanno chiesto di lasciarti stare, di non invitarti qui, di non chiederti rose, quando io non ti ho chiesto niente. Mi hanno detto che sei fidanzato e che non devo farti fare i lavori sporchi al posto mio. Non solo io non ho preteso niente, né da te e né da Brendan, ma c'è anche qualcuno che gironzola qui fuori, controllando se tu ci sei e cosa fai. Probabilmente starà anche ora fuori e se è così, la prossima volta non mi parleranno soltanto. Io non ti capisco. Hai una ragazza ed io non voglio entrare in niente. » - iniziò a camminare per la stanza e lui la prese per il braccio e la fermò.
« Lei non è la mia ragazza. Mi ha solo baciato, ma non è niente per me. E... e non lo so perché sono venuti da te. Cioè sì, lo so, ma non lo so. » - disse, confuso. Si sedette.
« Lo sai oppure no? » - lo guardò - « Sei stato gentile con me. Per le rose, per voler rimediare al portone, ma io non ho bisogno di una guardia del corpo e non voglio neanche che tu mi usa magari per vedere se la tua ragazza è gelosa, perché ci vado io sotto e non tu. »
« È complicato Felicity... » - abbassò lo sguardo.
« Niente lo è. » - gli disse porgendogli un sorriso.

Le cose che non ti ho detto maiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora