CAPITOLO 2

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HUNT

Non appena la sentii squillare tirai un pugno alla sveglia che vibrava sul comodino. Maledizione a me che la sera prima avevo perso il cellulare in discoteca. L'ennesimo.

Anche a volerlo ordinare online almeno un paio di giorni ci avrebbe messo ad arrivare, soprattutto alla Wallstreet University, sperduta giù per le foreste del Maine. Persino arrivare al mare con la macchina impiegava almeno una mezz'ora.

Mi misi a sedere sul letto, passandomi i palmi sul viso, come se potessi staccarmi di dosso la stanchezza.

Primo giorno. Ultimo anno. Una colossale rottura di coglioni che mi sarei risparmiato volentieri a partire dall'istante, di tre anni fa, in cui ho messo piede qui.

Certo, arrivare a governare un impero economico era nel mio sangue sin dalla nascita, ma tutto credevo tranne che di ritrovarmi avvinghiato da trame e sottotrame di famiglie diverse che mirano al potere.

Mio padre me lo aveva detto.

"Il futuro della nostra famiglia è sulle tue spalle, fa del tuo meglio!".

Fanculo? Ah, che belli erano i pensieri che mi correvano in testa di prima mattina, accompagnati dal continuo pulsare alle tempie dato dagli alcolici scolati durante la notte.

Non appena provai ad alzarmi in piedi, il pavimento sembrò allontanarsi, come se non volesse farsi sfiorare nemmeno per sbaglio. Ma mi bastò sbattere le palpebre per vederlo avvicinarsi. Di più sempre di più, sempre più veloce. Poi, un sordo bruciore mi trafisse il naso prendendo anche guance e zigomi.

Mi ci volle qualche istante per capire che avevo avuto un capogiro ed essere finito con la faccia sulle piastrelle scure.

Sperai solo di non essermi rotto qualcosa, ma anche se fosse, meglio! Mi sarei perso la Sfida.

Non so per quanto tempo rimasi sdraiato, limitandomi solo a girarmi su un fianco per fissare il soffitto nero; il mio stato di estasi post – probabile - coma etilico venne interrotto da un bussare alla porta insistente e cadenzato.

«Caden.» Sussurrai per poi sbuffare. «Sto bene! Sono vivo.» Alzai la voce per farmi sentire.

«Sei sicuro? Scommetto che sei andato per terra di nuovo, vero?» Non riuscì a trattenere una risata.

«Sì. Colpa tua!»

«Mia? Senti, non pensavo avrebbero corretto pure il Maccallan.»

«Tu hai corretto il Maccallan!»

«Sì, beh, dettagli.» Lo sentii armeggiare con qualcosa di metallico, una forcina probabilmente. Poco dopo, entrò nella mia stanza per puntarmi contro gli occhi scuri. «Wow, sei messo proprio di merda.»

«Fottiti.» Mi limitai a fissarlo malissimo. Anche se non sapevo bene cosa stessi guardando. O, meglio, non sapevo quale dei due dovessi fulminare meglio.

Mi passò una mano davanti alla faccia, mentre si chinava sulle ginocchia.

«Quante dita vedi?»

Due, tre? Cinque. Sei, su una mano sola?

«Troppe. I conti non tornano, a meno che tu non sia diventato un mutante.»

«Almeno riesci a camminare?» Gli uscì una risata divertita da quelle stramaledette labbra con due piercing ai lati.

«Se riuscissi a stare in piedi, pensi me ne starei per terra a contemplare il soffitto?» Volevo trattenermi, ma il sarcasmo usciva da sé in situazioni simili. Che domanda di merda.

«Magari avevi voglia di darti all'architettura, o all'arredamento degli interni visto da un'altra prospettiva.» Ridacchiando, iniziò a frugarsi nelle tasche.

«Sì, avevo proprio voglia di incollare una scrivania al muro. Cazzo, sei un genio.» Sbuffai e lui mi mise davanti agli occhi una pastiglia bianca.

«Mandala giù, ti aiuterà a stare meglio.»

«È una droga, vero?» Inarcai un sopracciglio.

«Tu che dici?» Mi rivolse un sorrisino che tutto spiegava senza bisogno di parole.

«Che se non ci rimango secco è un miracolo.» Con fatica, mi misi a sedere appoggiando la schiena al letto e la buttai giù senza fatica, ma non appena scese nella gola, la sentii grattare come se avessi ingoiato un gatto. «Ho una sete bestia.»

Caden si alzò per raggiungere il piccolo frigobar sotto la scrivania e mi lanciò una bottiglietta che ingollai.

«Meglio?»

«Sì, più o meno.» Chiusi le palpebre mentre lui si sedeva accanto a me.

«Sei pronto a vedere la Sfida di quest'anno?»

«No. Non c'è mai un nuovo arrivo che sia interessante. Persino quando siamo arrivati noi, nessuno è riuscito a tenerci testa.»

«Vero.» Fece un cenno di assenso mettendosi a giocare con l'elastico che teneva intorno al polso. «Almeno abbiamo stabilito da subito chi avrebbe preso il comando.»

«Non tu.» Ci tenevo a mettere il dito nella piaga. Sapevo che lui avrebbe voluto il posto di capo dei Carnefici, ma aveva imparato a sue spese che sfidarmi non era la più geniale delle idee.

«Beh, avrei potuto comandare sui Tiranni.» Giurai di sentire una punta di offesa nelle sue parole.

«Ma hai preferito stare sotto di me, piuttosto che portare gloria a quegli idioti.» Gli diedi un pugno gentile sulla spalla. Cominciavo a sentirmi meglio.

«Non sei uno da sottovalutare, Hunt. E poi, dopo quello che è successo ti ho giurato fedeltà. Sai, da quando...»

«No!» Lo bloccai. «Non parlarne. Non c'è bisogno.»

Caden fece un cenno affermativo per poi alzarsi e porgermi la mano.

«Dai, andiamo, altrimenti non potrai vedere nessuna delle reclute fare una figura di merda.»

«Oh, no. Come mi viene da piangere.» Alzai gli occhi al cielo lasciandomi tirare su. Non appena fui in piedi, mi avviai verso il bagno. «Ti raggiungo dopo, fammi fare una doccia.»

«Ma come? Non te la sei ancora fatta?» Inclinò la testa di lato e infilò le mani nelle tasche, lasciando liberi sui fianchi i lunghi capelli castani.

«No, non sono mattiniero come te.» Mi chiusi la porta alle spalle per poi gettare i vestiti a terra e cacciarmi sotto il getto della doccia. Man mano che l'acqua calda sciacquava via lo sporco dalla mia pelle, anche i pensieri sembravano finire nello scarico.

Eppure, la pace che provavo sapevo essere solo momentanea.

Non me ne fregava un cazzo della Sfida, non mi importava nulla delle matricole che si sarebbero unite ai Carnefici, ai Tiranni o agli Oppressori. Tutto quello che contava era l'Asta.

Quell'Asta.

Quella che avrebbe cambiato ogni cosa.

SPAZIO AUTRICE

Finalmente potete conoscere anche quel bel tenebroso di Hunt. 😍

Spero possa piacervi e se avete qualcosa da dirmi, vi risponderò con molto piacere.  

Madness (Wallstreet University Vol.1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora