HUNT
Il vapore della doccia appannò lo specchio, ci passai sopra l'asciugamano per cercare di ritrovare il mio riflesso perduto.
Quando lo trovai, al di sotto degli occhi scuri, vidi delle occhiaie altrettanto marcate. Il pallore del mio viso era quasi inquietante, accompagnato dal bianco naturale dei capelli corti e ondulati.
Già... naturale. Naturalissimo. Come no.
Sospirai cercando di ignorare il vociare degli studenti che stavano entrando nella scuola. Dovevo aver lasciato la finestra della camera aperta.Mi trovavo all'ultimo piano della torre Est, quella dedicata ai dormitori maschili, e posso garantire che il trambusto che si sentiva da lì era imbarazzante, tra l'altro anche ringraziando il fantastico balcone che dava proprio sopra il giardino.
Mi lavai i denti per poi uscire dal bagno e andare ad aprire l'armadio di legno scuro posizionato di fronte al letto. Non faceva ancora troppo freddo, ma una felpa non mi avrebbe fatto male. Ne indossai una grigia, con al centro il simbolo della Wallstreet University: una pila di tre libri con appoggiata una spada.
L'ho sempre trovato ridicolo. Era come se volesse gridare al mondo "io ho potere!". Patetico. Infilai dei pantaloni neri di una tuta, un paio di scarpe del medesimo colore e via, scesi a fare colazione.
Come immaginavo, Caden stava già discutendo, insieme a Lucas, con una delle cuoche che avevano appena cominciato a mettere fuori i vassoi del buffet.
Tecnicamente, la colazione apriva per tutti alle otto, ed erano appena le sette e mezza, ma noi, in quanto capi dei Carnefici, avremmo dovuto presenziare alla Sfida e, se possibile, evitare la coda che si sarebbe formata di lì a poco.
«Ragazzi, abbiate pazienza.»
«Senta, noi due» Lucas indicò Caden e fu sul punto di andare avanti, ma non appena gettò uno sguardo all'ingresso della sala bianca, mi vide e cambiò strategia «tre, noi tre abbiamo bisogno di mangiare prima. Vede quello lì? Immagino riconosca Hunt Coltrain, il capo dei Carnefici. Ecco, noi due siamo il suo braccio destro e la sua mano sinistra...»
«Falla tu la mano, io faccio il braccio.» Borbottò Caden e a me venne da ridere. Fortuna volle che, nell'avvicinarmi, riuscissi anche a trattenermi.
Impedii a Lucas di sparare altre stronzate. Amanda, la cuoca, sapeva benissimo chi fossi; tutta quella farsa era inutile.
«Ciao, Amanda.»
«Ciao, Hunt.» Mi sorrise e io ricambiai. «Davvero dovete per forza farmi sporcare dei piatti adesso?»
«Vogliamo solo evitarci la ressa, e poi sono certo che ben presto arriveranno anche Morghana e Dave.» Sapevo che quei due nomi l'avrebbero fatta cedere.
Va bene, io la conoscevo da anni, ed era consapevole che non avrei mai detto una parola per farla licenziare. Ma le due teste – di cazzo - dei serpenti di Tiranni e Oppressori non erano altrettanto simpatici. Li avevo già visti mandare via diversi inservienti solo per loro diletto.
Amanda sospirò e con il capo ci fece cenno di accomodarci a uno dei tanti grandi tavoli stanziati nell'immensa sala.
«Bella idea usare i nomi di quegli stronzi.» Lucas prese posto di fronte a me, affiancato da Caden che iniziò a giocare con l'elastico stretto attorno al polso.
«Almeno ha funzionato. Perdere tempo non è una buona idea.» Mi passai una mano all'altezza delle tempie, era come se dentro vi fosse un fuoco intento a imperversare.
«Non ti è ancora passata? Caden mi ha detto di averti dato le sue pasticche speciali.» Lucas ridacchiò sfoderando un sorrisino che mostrava i lunghi canini affilati, che si era fatto rifare l'estate prima.
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Madness (Wallstreet University Vol.1)
RomanceSuperare il test d'ingresso della Wallsteet university non garantisce un posto fisso tra i suoi membri. Il giudizio della semplice commissione non basta. La Sfida iniziale, che stordisce e fa scappare da sempre coloro che ci entrano, sancisce l'ini...