11. Giornata di appuntamenti

271 34 13
                                    

Il suono della sveglia mi rigettò bruscamente nella realtà, spezzando lo stato di leggerezza che solo il sonno sembrava regalare.
Mi allungai appena e presi la biancheria pulita, con gli occhi socchiusi, poi mi alzai di malavoglia dal letto, avvicinandomi all'armadio: spalancai le sue ante e lasciai vagare lo sguardo tra pantaloni, magliette e vari soprabiti.
Presi un paio di jeans scuri e una canottiera bianca, a cui abbinai un cardigan grigio e Converse basse del medesimo colore.
Staccai il cellulare dal caricatore e mi indirizzai in bagno, trascinando i piedi.
Dopo aver sceso le scale, aprii la prima porta a sinistra, ritrovandomi in quella che avevo soprannominato 'stanza di porcellana' all'età di sei anni.
Mi lavai e vestii, misi una dose leggera di mascara, spruzzai il mio profumo preferito, all'orchidea, e tentai di sistemare i capelli: seppur castani, dovevo riconoscere che non erano banali, perché valorizzati dal loro volume.
Avere i capelli ricci mi piaceva, in fondo.
Presi la mia solita borsa a tracolla nera ed uscii, completando il mio rituale mattiniero.

Dopo esser salita in autobus, guardai il cellulare, ignorando la conversazione fra Winter e Madison: avevo un nuovo messaggio.

Da Brad☕️:
Buongiorno, Beth :)

Non riuscii a trattenere un sorriso, mentre le mie guance iniziavano a colorarsi.
Scrutai di sottecchi le mie amiche, trovandole ancora prese a parlare tra loro.

A Brad☕️:
'Giorno :D
Dormito bene?

Attesi all'incirca due minuti, prima di poter leggere la sua risposta.

Da Brad☕️:
Perfettamente, tu?
Scusa se cambio improvvisamente discorso, ma dopodomani sei libera?

Sgranai gli occhi, mordicchiandomi il labbro inferiore.
Mi stava per invitare ufficialmente ad un vero appuntamento?

A Brad☕️:
Si, ad entrambe.
Devi portarmi da qualche parte?

Fissai lo schermo del cellulare per qualche secondo, prima di ricevere il suo SMS.

Da Brad☕️:
Voglio portarti da qualche parte, non è un dovere per me.
Ho solo paura di avere un problema.

Un problema?
Non preoccuparti inutilmente e chiedi un chiarimento, mi suggerii.

A Brad☕️:
Cioè?

Rimasi qualche minuto a fissare lo schermo, attendendo la risposta.
Dopo quasi quattro minuti, lo riposi nella borsa, proprio mentre le ragazze mi introducevano nei loro discorsi.
"Allora, Elizabeth, ieri è successo qualcosa quando il riccio ti ha riaccompagnato a casa?" Ammiccò Madison, sorridendo maliziosa.
Accennai un piccolo sorriso, ricordando cosa ci eravamo scritti la sera precedente.
"Abbiamo parlato e mi ha lasciato il suo numero." Dissi, trattenendo l'euforia a stento; non mi ero propriamente resa conto di quanto quei semplici gesti mi avessero fatta felice.
Omisi i dettagli della conversazione che stavo avendo in quel momento con lui, non sapevo nemmeno bene perché decisi di farlo.
Winter fece roteare gli occhi al cielo, volgendoli verso la sua frangia nera, per la reazione di Madison, che batteva le mani entusiasta.
"Avete messaggiato?" Chiese la prima, con l'angolo destro delle labbra in su.
Annuii, con un sorriso ebete stampato in viso, mentre Madison saltellava letteralmente sul sedile.
"Racconta tutto!" Esclamò con un sorriso a dir poco esagerato; sembrava più felice lei di me.
"Più tardi, adesso dobbiamo scendere." Sorrisi debolmente, vittima di uno sbalzo d'amore che Winter colse.
Madison borbottò piano, delusa: "Potresti parlarne anche mentre scendiamo.."
Feci finta di non sentirla, alzandomi dal sedile; scesi dall'autobus, seguita dalle altre.
Ci separammo per prendere i libri dai rispettivi armadietti e ci rincontrammo di fronte i bagni, come facevamo ogni mattina.
Rimanemmo in silenzio mentre raggiungevamo le nostre aule, posizionate una affianco all'altra: io e Winter avevamo il corso di Algebra avanzata, Madison Storia dell'Arte.
Salutammo quest'ultima con un "Ci vediamo a mensa.", dopodiché entrammo in classe, prendendo posto in ultima fila.
Controllai il cellulare, per vedere se Brad aveva scritto qualcosa: dopo quasi venti minuti, ancora niente.
Scossi la testa, rileggendo l'intera conversazione.
Non credevo di aver fatto alcun errore, quindi perché non rispondeva?
Serrai le labbra, tentando di sopprimere il senso di disagio che si faceva spazio in me.
Winter mi sfiorò un braccio, con un sorriso rassicurante.
"Allora, vuoi dirmi come mai sei passata dall'essere raggiante all'avere l'espressione di una che sta per andare alla forca o preferisci continuare a far finta di nulla?" Il suo tono di voce aveva un non so che di dolce.
"Sinceramente non lo so." Ammisi, grattandomi la nuca, imbarazzata.
Lei scosse la testa, senza staccare i suoi occhi verdi da me.
"Elizabeth, puoi fidarti."
"Lo so, Win, ma seriamente non ho idea del perché il mio umore sia cambiato tanto velocemente." Ripetei, tentando di convincerla.
Spesso mi succedeva di passare dall'euforia più totale alla voglia di nascondermi sotto il letto, senza alcun motivo.
Avevo sempre declassato la cosa come normale; insomma, ero un'adolescente.
Lei aprì il quaderno di matematica, lasciando cadere la conversazione.
La guardai ancora qualche secondo, poi la imitai, mentre la professoressa Highopes entrava in classe.
-------
La mattinata passò ad una velocità sorprendente, nonostante alcuni momenti di noia.
Winter non mi aveva più chiesto nulla, dopo l'inizio della lezione; constatai che, con ogni probabilità, c'era rimasta davvero male, anche se non l'aveva e mai l'avrebbe ammesso.
Dopo il corso che avevamo condiviso, avevo affrontato le successive lezioni da sola.
In quel momento, mi dirigevo in mensa, mangiucchiando la manica del cardigan.
Erano passate più di quattro ore da quando avevo inviato quel messaggio a Brad; perché mai non mi aveva ancora risposto?
Tirai fuori il cellulare dalla borsa, decisa; non l'avrei di certo chiamato, ma nessuno mi impediva di mandargli un altro messaggio.

A Brad☕️:
Brad, va tutto bene?

Entrai in mensa, tormentando i miei capelli.
Dopo un'occhiata per la stanza, mi sedetti al primo tavolo libero che vidi, non trovando le altre ad un altro.
Rimasi lì, immobile, fissando lo schermo del cellulare in preda all'ansia per non so quanto tempo.
Madison fu la prima a raggiungermi, così eccitata che nemmeno si accorse di quanto ero nervosa.
Mi mise il suo telefono sotto al naso, iniziando a parlare freneticamente.

Da Connor😍:
Ehy, ho saputo che vorresti uscire con me ;)

"Mi è arrivato alla terza lezione. Mi sono messa a urlare per tutta l'aula, neanche immagini. Mi inviterà ad uscire, Elizabeth! Connor Ball uscirà con me! Non riesco a crederci, Dio!"
Mi strappò il telefono dalle mani, aspettando che iniziassi a congratularmi con me.
"Sono felice per te.." Mormorai, con lo sguardo nuovamente fisso sul mio iPhone: ancora nulla.
"Elizabeth, capisci cosa significa?" Disse lentamente, tentando di non disperdere la sua felicità spazientendosi.
Bloccai il cellulare e le lanciai uno sguardo di ghiaccio.
Hai afferrato il messaggio, adesso?
"Che succede, Elizabeth?" Domandò, addolcendo il tono, nell'istante esatto in cui Winter prese posto.
Guardai Madison, incerta; potevo dirglielo?
Le diedi il cellulare, che lei guardò stranita.
Quando con un cenno glielo indicai, lei lo sbloccò e dedicò tutta la sua attenzione a quello che aveva davanti.
L'altra, nel frattempo, mi guardava con le sopracciglia aggrottate.
"Madison, fai guardare anche Winter, per favore?"
La prima annuì, finendo di leggere, poi fece come le avevo chiesto.
Quando anche Winter finì, mi ripassò il cellulare.
"Ma, Elizabeth, è fantastico! Bradley ti ha, praticamente, chiesto di uscire! Oggi è giornata di appuntamenti, hai notato?" Disse tutto d'un fiato Madison, guadagnandosi un'altra occhiataccia da parte mia.
"Cosa c'è?" Chiese, confusa.
"Non mi risponde, Mad." Le feci notare, con tono leggermente irritato.
Winter sospirò, riavviandosi i capelli dietro l'orecchio sinistro mentre Madison assimilava le mie parole.
"Adesso starà lavorando. Ti scriverà questa sera." Disse la prima, accennando un sorriso.
Annuii ancora dubbiosa, realizzando che, effettivamente, aveva ragione.
Dovevo stare tranquilla; era semplice, ma non facile.
"Andiamo a prendere da mangiare?" Chiesi, tentando di distarmi.
Entrambe acconsentirono con un cenno del capo e, decidemmo sul momento, Madison avrebbe mantenuto il tavolo occupato, mentre io e Winter riempivamo i vassoi.
Ci alzammo e ci mettemmo in fila, senza fiatare.
Alla fine, lei ruppe il silenzio.
"Il tuo sbalzo d'umore di 'sta mattina era dovuto a quello?" Chiese, fingendo indifferenza.
"Davvero non lo so. Fino a poco fa ero ansiosa per via della sue mancata risposta, si, ma per questa mattina davvero non lo so." Ripetei per la terza, guardando Winter, speranzosa di convincerla.
Perché non mi credeva?
Lei annuì, mentre la fila si dissolveva.
Prendemmo le nostre razioni, insieme a quella di Madison, e tornammo a sederci.
Fui delusa di notare che la mia preoccupazione era tornata.
Probabilmente non se n'è mai andata, mi canzonai.
Mangiai in silenzio, persa nella mia testa.
Dopotutto, si trattava solo di attendere fino a quella sera; lui mi avrebbe scritto, scusandosi per il ritardo nel rispondermi, e avrebbe iniziato a parlarmi di quell'uscita per cui già tanto fremevo.
Era solo questione di saper aspettare.
L'unico ostacolo era che non ne ero mai stata capace.

Hard Rock  | b.w.s.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora