8. Sensazioni reciproche

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Eravamo tutti al parco, poggiati al bancone di un chiosco in legno.
Dopo essere andate al bar, quella mattina, Bradley e Tristan avevano invitato me e le ragazze a prendere un gelato; il loro turno finiva un'ora prima del solito e non avevano impegni, a quanto ci avevano detto.
Quindi accettammo senza indugi: era una possibilità per conoscerli meglio che non potevo perdere.
Stavamo aspettando i nostri rispettivi coni da quasi cinque minuti, quando arrivarono.
Scegliemmo tutti un solo gusto, tranne Tristan, che aveva optato per Bubble Gum e Cioccolato.
Scossi la testa più volte, mentre iniziava a gustarselo.
"Perché questo strano abbinamento?" domandai infine, non riuscendo a trattenere un risolino.
Tris rispose borbottando, mentre le sue guance si coloravano di un lieve rosa.
"Mi piacciono entrambi e non so scegliere qual'è il migliore."
Bradley si mise a ridere, seguito da me e Winter, per poi intromettersi.
"Vaniglia, Tris. Vaniglia." disse, sospirando.
"Trovo che sia disgustoso." sopraggiunse Madison, con una smorfia di disapprovazione, riferendosi a Tristan.
Quando si comportava così, era seriamente insopportabile; l'abbinamento era particolare, lo riconoscevo, ma lei era davvero esagerata.
Quando il biondo rispose, sentii una punta di umiliazione nella sua voce.
"Solo perché tu hai scelto di prendere il gelato allo yogurt di soia, non significa che i miei gusti siano pessimi." Fece una pausa, fissandola duramente negli occhi, per poi aggiungere: "Mette solo in chiaro chi è la persona banale qui."
Detto questo, tornò a concentrarsi sul suo cono, lasciando la bruna a bocca aperta.
Tentai di soffocare un sorriso, riuscendoci a malapena: il biondo mi era sempre più simpatico.
Bradley mi diede una leggera gomitata, per richiamare la mia attenzione.
Lo guardai, soffermandomi sul cappello di lana grigio che aveva in testa: metteva in risalto i suoi capelli ricci, richiamando anche il resto dell'abbigliamento.
Indossava una giacca di pelle nera aperta su una semplice canottiera bianca, dei jeans scuri attillati e delle Converse grigie.
"Beth, vieni con me." sussurrò, in modo che solo io potessi sentirlo.
Lesse la domanda riflessa nei miei occhi e poi, senza rispondermi e, quindi, senza aspettare un mio consenso, disse ad alta voce, rivolto a tutti:
"Torniamo subito, ci vediamo lì" indicò una panchina poco distante "tra un'ora, circa. A dopo."
Mi prese per la mano libera e mi trascinò con se, facendomi quasi inciampare nelle mie ballerine.
"Dove stiamo andando?" chiesi, leggermente confusa.
Mi stava trascinando con foga, senza badare ai gelati che iniziavano a colare.
Dopo qualche minuto, che impiegammo attraversando uno strano passaggio fra due vecchie querce, si fermò.
Osservai con attenzione l'ambiente circostante: era un'ampia zona curata, con un laghetto che saltava subito all'occhio, senza però oscurare la bellezza della radura che lo circondava.
Lui si voltò nella mia direzione, con un luccichio di eccitazione negli occhi.
"Allora, Beth, ti piace il mio posto segreto?" domandò, con un sorriso a dir poco raggiante.
Distolsi lo sguardo da lui, sentendo un rumore provenire dal laghetto: facendo qualche passo avanti, potei notare delle rane saltellare nel basso fondo di questo.
Sorrisi, tornando a rivolgere tutta la mia attenzione a lui.
"È bellissimo, Brad. Come hai scoperto questo posto?" gli domandai, sinceramente curiosa di saperlo; sembrava uno di quei luoghi sconosciuti agli esseri umani, perché troppo belli per essere guardati anche solo in foto.
Lui si sedette sul prato sottostante, finendo il suo gelato.
Io lo imitai, affiancandolo.
"Mio padre mi accompagnò qui, per la prima volta, quando avevo nove anni. Avevo una vera e proprio ossessione per le rane, in quel periodo. Credo mi ci abbia portato per farmele vedere." confessò, alzando le spalle.
Si mise a giocherellare con un filo d'erba, imbarazzato.
Si stava pentendo di avermi resa partecipe di questo suo piccolo segreto?
Scossi la testa, decisa; le paranoie erano le ultime a servirmi, in quel momento.
Stavo ancora scacciando le mie insicurezze, quando lui interruppe il silenzio.
"Sei la prima persona a cui lo mostro. Forse è un po' presto, ma mi sembri diversa dalle altre ragazze. Sento di potermi fidare di te."
Sorrisi, iniziando a fissare il laghetto con sguardo perso; sembrava tutto così bello, in quell'istante.
"È una sensazione reciproca, Brad." Dichiarai, sicura.
Con la coda dell'occhio, vidi il suo volto aprirsi in un sorriso.
"Parlami di te, Beth."
Di me? Non c'è molto da dire. Pensai automaticamente.
"Cosa vuoi sapere, esattamente?"
La mia sicurezza di poco prima vacillò, senza ragione.
"Le cose più banali. Ad esempio, il tuo dolce preferito, come bevi il caffè, quali libri ami leggere, il tuo colore preferito." Disse, semplicemente, non riuscendo però a nascondere del tutto la curiosità nella sua voce.
"Adoro ogni dolce contenente le mele. La mela è il frutto considerato più banale, ma è talvolta il migliore; pensaci, non troppo dolce, ma nemmeno troppo acerbo.
Il caffè lo bevo con il latte, di solito. Ad essere sincera, bevo più il latte con il caffè. Non esiste bevanda migliore del latte macchiato, a mio parere; mi viene voglia di sorseggiarne uno al solo pensiero.
Riguardo i libri..questa è la cosa più difficile da spiegare. Non ho un genere, ne leggo molti che spesso possono essere legati tra loro: giallo, fantasy, rosa. Comunque, adoro i romanzi epistolari, senza nulla togliere ai libri comuni, ovviamente.
Ah, il mio colore preferito è.. il grigio perla, credo." conclusi, con lo sguardo ancora perso tra le ninfee del laghetto.
"La prossima volta che ci vediamo, mi porterai in un luogo significativo per te?" Mi domandò all'improvviso, cambiando discorso, con una punta di panico appena percettibile nella voce.
"Certo, Brad." Dissi, voltandomi verso di lui, leggermente preoccupata per questo inatteso sbalzo d'umore.
Vidi le sue spalle rilassarsi, i suoi lineamenti farsi morbidi.
"Grazie, Beth." sussurrò, tornando ad usare un tono dolce.
Sembrava di essere una bolla di cristallo, tanto pareva delicato quel momento.
"Adesso tocca a te. Ti ascolto, forza." Tentai di camuffare l'eccitazione, mal riuscendoci.
"Mh, vediamo. Cose banali a mia scelta?" Annuii, sedendomi in modo da poterlo guardare in faccia. Lui mi imitò, iniziando a parlare.
"Il mio gelato preferito è quello alla vaniglia. Amo il caffè. So suonare la chitarra, l'ukulele e anche il pianoforte, inutile quindi specificare che amo cantare. Il mio colore preferito è il rosso. Non leggo molto, però mi piacciono i film d'azione." Si fermò, vedendo il mio sguardo interrogativo. "Quelli tratti dai libri." Aggiunse poi, tentando di motivarsi, con un sorriso imbarazzato e una punta di ironia nella voce.
Scoppiai a ridere per la stupidità di quell'affermazione, allo stesso tempo intenerita dal suo sguardo scherzosamente confuso.
Era un ragazzo fin troppo adorabile.
Mentre io tentavo di ricompormi, lui guardò l'orologio, alzandosi in piedi di scatto.
"Beth, dovevamo essere alla panchina dieci minuti fa. Alzati, dobbiamo correre."
Mi aiutò a tirarmi su, dopodiché mi scrollai velocemente i jeans scuri che avevo indosso e aggiustai il cardigan rosso, sotto il cappotto, abbinato alle ballerine.
Presi la borsa, nera, e lo seguii, mentre attraversava le due querce.
Diverse foglie gli si incastrarono tra i capelli, cadute dagli alberi.
Mi afferrò la mano destra e iniziammo a correre, finché, qualche minuto dopo, non arrivammo alla panchina.
Madison era al cellulare, Tristan e Winter controllavo gli orologi, spazientiti.
Alzarono lo sguardo su di noi, simultaneamente, soffermandosi prima sui capelli di Brad e poi sulle nostre mani, ancora unite.
Mi sentii arrossire e le sciolsi, usando come scusante le foglie incastrate nei suoi capelli; le tolsi una ad una, facendo attenzione al cappello, mentre Brad si scusava per il ritardo, ammettendo che avevamo perso la cognizione del tempo con troppa facilità.
Quando ebbi finito, colsi lo sguardo malizioso di Madison.
Mimò un 'è successo qualcosa?' con le labbra, a cui risposi scuotendo la testa.
Lei annuì, chiaramente delusa.
"Beth, posso riaccompagnarti a casa?" Mi domandò Bradley, attirando la mia attenzione.
"Se Tris accompagna Mad e Win, va bene."
Guardai il biondo, con lo stesso sguardo supplichevole di Bradley, probabilmente.
Lui acconsentì, sospirando.
Si alzarono tutti e tre dalla panchina, uno dopo l'altra.
Abbracciai Winter, che mi sussurrò un "Ti scrivo questa sera." e poi feci lo stesso con Madison.
Salutai Tristan, più riconoscente di quanto sembrassi, e mi incamminai con Brad verso la fermata più vicina, mentre gli altri si dirigevano dalla parte opposta.

La settimana prossima o quella dopo, probabilmente, posterò una nuova fan fiction, su Evans.
Spero la seguiate in molte; non durerà molto, ma l'idea mi pare abbastanza originale e tenterò di svilupparla al meglio.
Grazie mille a chiunque passerà a leggerla.💕

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