ADDISON
Non avrei mai pensato di stare bene con una persona diversa da mio fratello. Una parte di me vuole evitare di affezionarsi ad uno sconosciuto, l'altra parte di me non riesce a scollarsi dal suo corpo. Sentire il suono del suo cuore è rilassante e mi calma.
Non ho ancora mai chiesto il motivo del tatuaggio sul petto; un cuore alato con due spade. Può significare tutto come non può significare niente.
Ci siamo aperti abbastanza l'uno con l'altro, é la prima volta che mi capita e mi fa ancora strano.
Decido volontariamente di allontanarmi un po' da Ethan, deve stare a riposo due settimane, ne approfitto per disintossicarmi da lui, non andrò a trovarlo nemmeno una volta. Anche se ammetto che, quando passo dalla sua stanza, mi fermo a guardarlo dalla piccola finestra.
Il suo fisico scolpito disteso sul letto bianco mi fa impazzire, ma nessuno deve saperlo.Sono sulla solita panchina con il solito libro, sono quasi all'ultima pagina. Ogni volta che arrivo all'ultima pagina di un libro che amo ci rimango male, vorrei che fosse infinito.
Una voce maschile mi distrae, non riesco a capire chi è ma la conosco, viene dall'ala destra dell'edificio, una delle stanze che sono lì dentro. Quell'ala misteriosa mi incuriosisce ogni giorno di più, c'è qualcosa che non mi quadra e lì dentro ci sono le risposte di cui ho bisogno.«C'è la lezione, non vieni?» mi distrae una voce conosciuta che speravo di non sentire.
«Non dovresti stare a letto?» domando voltandomi verso di lui.
«Non andrò a lezione, ho una visita di controllo dal dottor Brown.» sorride.
«Vado a lezione.» dico mantenendomi fredda.
«Ok.» risponde altrettanto acido.
Per andare nell'aula in cui si tiene l'ennesima lezione sulle emozioni si passa davanti un muro pieno di specchi enormi, mi specchio involontariamente e noto che il mio ciuffo bianco si sta ingrandendo; da essere solo il ciuffo davanti adesso ho quasi mezza testa bianca e la cosa che non mi entusiasma.
Non so se è la vecchiaia che mi sta raggiungendo o qualcosa di più grave.«Addison, vieni subito in ufficio.» dice il tizio con un solo occhio, qui lo chiamiamo così, non sappiamo il suo nome e non lo sapremo mai a quanto pare.
Mi giro di scatto e vado nel suo ufficio senza lamentarmi, almeno salterò quella stupida lezione.«I capelli stanno diventando bianchi. Dobbiamo osservarti.» afferma.
«Mi devo preoccupare?»
«Non lo so. É meglio tenerti sotto controllo. Resterai nella stanza blu per un po'.» propone.
«In isolamento? Non ci penso proprio.» mi altero.
«Non è una punizione, mi serve solo che tu stia sola e soprattutto sotto osservazione.» spiega.
«Osservatemi dalla mia stanza oppure in una delle stanze dove fate le viste di controllo.» propongo.
«No.» risponde schietto.
Due uomini muscolosi mi prendono le braccia, le bloccano con delle manette magnetiche e mi portano nella stanza blu nel seminterrato.
Sono completamente sola, al buio, senza mezza finestra e senza ombra vitale.
C'è solo un guardiano poco simpatico che ogni tanto si volta a guardarmi e mi lancia uno sguardo minaccioso.«Non sono in punizione, vogliono osservarmi.» dico.
Non risponde, mi lascia parlare da sola.
«Non sono un mostro, puoi parlarmi.» continuo. «I miei capelli stanno diventando sempre più bianchi, si sono preoccupati e giustamente devono tenermi sotto controllo.» spiego. «Non ho ucciso nessuno.» concludo.
Si volta verso di me, si avvicina lentamente, mi guarda per un po', accenna un sorriso e si gira di nuovo dall'altro lato per poi tornare nuovamente alla sua postazione a pochi metri da me. Forse non ha la voce per parlare, in fondo da questo posto mi aspetto di tutto.
Attivo il mio super udito per sentire qualcosa dai piani superiori e senza volerlo sento la voce di Ethan: sta litigando con qualcuno, di nuovo. Mi sta cercando, ma nessuno gli dice la verità, perché non gli dicono che sono qui per osservarmi?
A questo punto ho qualche dubbio che io sia qui perché vogliono tenermi sotto controllo per i capelli, inizio a pensare che mi abbiano punito per qualcosa che io non so o che ho fatto involontariamente.Nessuno mi toglie il pensiero che questi nascondono qualcosa.
A volte mi piacerebbe vivere leggera, leggera come l'acqua del mare, ma io sono l'onda di questo mare: oscillo sull'acqua, un movimento irregolare che fa capolinea sulla spiaggia, si porta con sé ciò che si trova sulla sabbia bagnata e poi sparisce.
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Heart of Blades
FantasyE se un giorno vi dicessero che sei un sessantenne nel corpo di un ventenne, come la prendereste? Se tutti intorno a voi continuassero a morire, tutti tranne voi? Se un giorno vi consigliassero di andare in un luogo sconosciuto dove convivere con p...