É il secondo giorno senza Addison.
So che non dovrei più pensarci, probabilmente non vuole vedermi ed è sparita per questo.
La sua stanza, però, è sistemata, non è tornata.
Il Dottor Brown dice che non sa nulla ma sta mentendo. Il signore con un solo occhio mi ignora e mi manda via dal suo ufficio senza darmi risposte.
Nessuno dice niente, nessuno sa niente.«Perché non invecchiamo?» domando al dottore mentre mi visita per l'ennesima volta questa settimana.
«Io sono invecchiato.» fa spallucce.
Effettivamente il Dottor Brown ha tutti i segni evidenti di una vecchiaia pregressa, non so quanti anni abbia, però la sua barba e i suoi capelli grigi che risaltano sulla sua pelle scura e rugosa, non mettono in dubbio il fatto che sia anziano. Io ho sessant'anni, lui ne dovrebbe avere almeno novanta, ora che ci penso...Perché non è in pensione? Fino ad ora mi sono fatto aprire da un vecchio decrepito?
«E noi? Invecchieremo?» chiedo ancora.
«Lo scopriremo. Ti assicuro che uscirete da qui con delle risposte.» sorride.
«Dottore, dov'è?» chiedo di punto in bianco senza contestualizzare.
«Ethan, per me sei come un figlio, so che sei innamorato di quella donna, ma davvero non so dove sia.» mi dice con gli occhi dolci.
«Non sono innamorato. Non me ne frega niente.» dico. «Si sta meglio senza di lei.» continuo. «È andata via?»
«Può essere. In quel caso non vivrà a lungo.» mi dà una pacca sulla spalla e mi lascia andare via.
Per quel po' che la conosco so che è capace di andare via correndo qualsiasi rischio. Non si fida di questo posto e di quelli che ci lavorano.
È arrivato il momento di pensare a me e alla mia vita. Voglio capire cosa mi succede e perché proprio a me.
Innanzitutto vorrei capire chi sono o cosa sono.
Al terzo piano c'è una biblioteca con i libri che parlano del paranormale, dei super poteri, maghi, streghe, vampiri e tutti i nostri antenati.
Ci sono molti ragazzi che si fermano a leggere qualcosa, siamo tutti alla ricerca di risposte e a volte, ci fa paura cercarle.«Signore, mi leggi questo libro per favore?» mi chiede una voce docile e sottile. «Parla della mia mamma.» continua guardandomi tenera.
È una bimba dalla pelle scura con i ricciolini chiusi in un codino fucsia. Le regalo un sorriso e prendo il libro che gentilmente mi porge prima di sedersi sulla sedia di fronte alla mia.
"La regina del ghiaccio" ; è il titolo del libro.«Papà mi ha detto che la mia mamma era come Elsa di Frozen e che io sicuramente avrei ereditato la sua stessa forza.» spiega vedendomi confuso. «Un giorno andrò sulla montagna per vivere con lei nel castello ghiacciato.» sorride ingenua. «Mi sta aspettando, lo sai?» continua. «La tua mamma ti sta aspettando?» chiede.
«Un giorno la raggiungerò anche io.» sorrido.
«Dove?»
«Nel cielo.» dico portando lo sguardo verso il soffitto.
«É la regina delle nuvole?» domanda con la sua voce tenera.
«Sì.» dico con un nodo stretto allo stomaco.
«Leggi.» mi incoraggia.
Leggendo la storia mi accorgo che non è adatta ad una bambina di sette anni, dunque cambio qualcosa e invento la storia. La rendo più infantile e cerco di non infrangere i suoi sogni.
La vera storia narra che la regina del ghiaccio è sempre stata sola e che nessuno avrebbe potuto raggiungerla, ma se sua madre è davvero la regina di cui parla questa storia le auguro che con determinazione e forza sua figlia possa ricongiungersi a lei, anche se questo libro è stato scritto migliaia di anni fa e a quanto pare questa regina non ha mai avuto compagnia sulla montagna poiché tutti quelli che hanno provato ad andarci sono morti congelati o sbranati dagli orsi. Un dettaglio che sto escludendo vista l'età della bambina.
Finita la storia, la bambina ha gli occhi pieni di gioia e mi abbraccia contenta.«Grazie signore.» sorride a trentadue denti, forse qualche dente in meno visto che li sta perdendo.
«Chiamami Ethan.» sorrido a mia volta stringendola a me.
«E tu puoi chiamarmi principessa del ghiaccio.» ridacchia. «Mi chiamo Sophia.» continua.
«Ciao Sophia, è stato un piacere.» le faccio l'occhiolino.
«Che ci facevi con quel ragazzo?» sento dire con tono severo fuori dalla biblioteca.
«No papà non sgridarmi, mi ha solo letto la storia della mamma.» implora una voce sottile, sembra quella di Sophia.
Dalla biblioteca purtroppo non si vede nulla, quindi esco e cerco di capire di chi si tratta.
Non c'è più nessuno. Svanito nel nulla.
Non penso di avere avuto le allucinazioni.
Non mi sono fumato niente, purtroppo. Qua a stento ci sono le sigarette normali.
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Heart of Blades
FantasiaE se un giorno vi dicessero che sei un sessantenne nel corpo di un ventenne, come la prendereste? Se tutti intorno a voi continuassero a morire, tutti tranne voi? Se un giorno vi consigliassero di andare in un luogo sconosciuto dove convivere con p...