«Mamma tutte le
persone cattive nascono così?»
«No, alcune si
adattano ad una vita
che non sopporta i deboli.»«Avete visto che ci sono i nuovi vicini?» fu la prima cosa che mi disse mia madre quando la mattina dopo arrivai in salotto, stranamente in anticipo, per fare colazione.
«Già.» borbottai appoggiando lo zaino sull'isola in cucina, mettendoci dentro la merenda. Ricordai della freddezza con cui mi aveva trattato.
"Magari si comportava così perché era appena arrivato e non si fidava di facce che non aveva mai visto", pensai.
«Sono quelli che cercano di rubare il nostro posto.» si intormise Jacob rivolgendosi a mamma.
«I gemelli?»«Esatto, andiamo a litigare con loro.»
«Perché ci vuoi proprio litigare? Non sarebbe meglio parlarci?»
«Ho voglia di litigare. Non prendo a pugni qualcuno da troppo tempo.» si massaggiò il polso come se a causa di ciò gli si fosse bloccato l'intero braccio.«Ha ragione il bambino non ha altro modo di approcciarsi alle persone.» dissi sarcastica.
«Sta parlando quella che si attacca come una cozza.»
«Nessuno è perfetto.»
«Tu no di sicuro.»
«Il nostro DNA è più o meno lo stesso.»
«Ma io mi sono evoluto meglio.»«Ragazzi se non la smettete vi tolgo dalla faccia della terra con la stessa velocità con cui vi ho messo al mondo.»
«Con le due 12h di travaglio penso che sarà piuttosto dolorosa come fine» commentò Jacob.«Simpatico, ora vai via prima che qualcuno ti tolga la macchina.» mamma sollevò le chiavi dell'auto di Jacob che si sorprese del fatto che mamma le avesse prese, lei gliele lanciò e lui si fiondò fuori. Lo raggiunsi pochi minuti dopo.
«Ti serve un passaggio?» mi chiese prima di entrare in macchina, ero pronta ad annuire ma poi vidi la porta della casa affianco alla mia aprirsi.
Uscì Evan, la prima cosa che fece fu prendere un lungo respiro e poi chiudere dietro di sè la porta. Indossava una felpa beige con dei pantaloni neri, si guardò intorno prima di scendere le scale e raggiungere il vialetto.
Mi guardò, distolsi lo sguardo. Tornai su Jacob ma non gli prestai particolare attenzione perché Evan si era accorto di me.
«Richiediamo l'attenzione di Grace su Jacob prima che lui la lasci lì andandosene via? Ci sei? Sei pronta a comunicare con la Terra?»
«No.» borbottai.
«No?» ripetè.
«No, non mi serve un passaggio.»
«Come preferisci.»Guardò intorno a sè, notò Evan, mi guardò una seconda volta, scosse la testa e poi entrò in macchina
Seguii l'auto di mio fratello finché non svoltò e la persi di vista, così accelerai il passo e raggiunsi la figura di Evan.
«Ciao!» non si spaventò come se in qualche modo si aspettasse che gli sarei comparsa alle spalle. Non si girò.
«Come sono andate queste notti nella nuova casa?» Che domanda stupida.Fu come se non avessi parlato, non rispose anzi aumentò il passo.
Tossii cercando di attirare la sua attenzione. «Indossi le cuffie?» controlla perché non volevo fare la stessa scenata del giorno prima, ma non stava ascoltando musica.
«Hai comprato tutti i nuovi libri per scuola?» continuai a fare domande stupide.
Mi sentii leggermente in imbarazzo per il silenzio che mi concedeva. Se lui mi ignorava che senso aveva continuare a parlare?
Sospirai e rallentai il passo lasciandolo andare avanti da solo.
«Non è colpa tua. È il suo carattere.» Charlotte mi affiancò e probabilmente capii la mia disperazione.
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The Last Heartbeat
ChickLitE se una ragazza determinata, testarda come Grace decidesse di salvare proprio un ragazzo come Evan con l'autunno negli occhi e un veleno che gli impedisce di vivere? Cosa succederebbe se Evan senza speranza, costantemente diffidente, distaccato e a...