9. Verità o bugia, non sai più cosa vuoi

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«Mamma qual è la
cosa più vera che ci sia?»
«Gli occhi.»

Arrivai a scuola con Jessica che mi raccontava una storia che mi sarebbe interessata ma quella mattina i miei pensieri erano due: la verifica, Evan.

Ultimamente il secondo pensiero era assillante nella mia mente e la cosa non era molto conveniente. Non che Evan fosse un brutto ragazzo ma a malapena lo conoscevo.

Non capivo se quella che provavo per lui era pena, per il fatto che avesse pochi amici oppure c'era altro.

No, probabilmente è la prima.

«Vuoi diventare amica di Evan?» chiesi dal nulla risvegliandomi dai pensieri, Jacob e Jessica si girarono per guardarmi. Probabilmente lei mi stava parlando e io l'avevo interrotta.

Quella mattina con noi c'era anche Adam che era l'unico che indietreggiava quando rallentavo il passo, solo per non lasciarmi indietro. Anche lui mi guardò, i capelli biondo scuro si mossero in fretta verso la mia direzione.

«Io?» domandò Jacob indicando sè stesso. «Ti piacerebbe?» domandai non avendo colto il tono sarcastico.

«Non capisco se stai scherzando o no.» confessò guardando prima la mia migliore amica poi il suo migliore amico.
«Ti sembra la faccia di una che scherza?» Jessica intervenne. Lui la guardò di nuovo, poi lanciò uno sguardo ad Adam e successivamente sollevò le spalle, privo di risposta.

«Parlavo con Jessica ma anche tu vai bene.» dissi. «Dopo avermi sentito che lo chiamavo emo non credo voglia davvero diventare mio amico.» rispose Jessica, sollevai le spalle. «Mai dire mai.»

«L'offerta vale anche per te, Adam.» mi girai nella sua direzione.

«La prenderò in considerazione.»
Assottigliai gli occhi. «Spero tu non stia scherzando.» dissi.

Scosse la testa ridendo.
«No, se ha bisogno di un amico, perché no?»
«Grazie.» sorrisi.

Tornai a guardare la mia migliore amica e mio fratello. Jessica, poi, spezzò il silenzio che si stava creando. «Ma perché questa domanda?»

«Perché se un giorno dovessi assentarmi, potreste fargli compagnia voi.»

Jessica si avvicinò con un sorriso mi prese il viso tra le mani. «Tesoro ti stai preoccupando un po' troppo per una persona che a malapena conosci.»

«Ma sai quanto mi dispiace che stia da solo»

«Magari a lui piace la solitudine non tutti hanno avuto la tua sfortuna.»

«Ma se c'è la possibilità di avere degli amici perché non dargliela?»

«Io non vorrei essere amico del ragazzo che piace a mia sorella.» intervenne Jacob.

«Apparte che non mi piace, poi nessuno ti obbliga.»

«Hai scritto in fronte:"Non ti lascio andare finché non dici di sì"» scossi la testa e sollevai le mani come a dargli libera scelta. Fece finta di assecondarmi ma non mi credeva.

Entrammo a scuola e subito notammo i dei cartelloni appesi sulla bacheca e altre pareti dei corridoi.

«Cosa succede?» chiesi. Jessica e Jacob stavano continuando il discorso di prima, che non avevo ascoltato. Adam fu l'unico a darmi attenzioni. «Sono iniziati i corsi pomeridiano per gli studenti.» rispose.

Sorrisi, erano anni che facevo sempre lo stesso corso: fotografia. Era una passione che coltivavo sin da quando ero bambina, mi piaceva catturare attimi da conservare. Infatti la mia camera da letto aveva le pareti ricoperte di fotografie, in un periodo della mia adolescenza mi avevano regalato una polaroid che aveva custodito i mesi più importanti della mia vita.
Raccoglievo vecchie foto, anche quelle in cui non c'ero io impressa.

The Last HeartbeatDove le storie prendono vita. Scoprilo ora