Papaya

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Venerdì.
Prove libere.

Non ero assolutamente pronta per entrare dentro un paddock, camminare dentro un hospitality, per di più dentro quello della mia squadra preferita.
Perché si, nonostante tutto, al cuore italiano non si comanda, e quelle macchine rosse ne sono la prova.

Io e Charlotte c'eravamo svegliate presto per prepararci al meglio, e lei come al solito ha tirato fuori il suo arsenale di trucchi di ogni tipo e marca, che solo lei sapeva quanto ci aveva speso.

Io ero più una da correttore, mascara e via, ma lei ha comunque insistito nel dovermi fare un make-up naturale, ma che di naturale aveva ben poco.

Alla fine, mi aveva messo un po' di ombretto di un marroncino caldo sulla palpebra e un eye-liner leggero, e forse stavo meglio così, ma non glielo avrei mai detto in faccia.

Siamo salite su un Uber alle 12, che ci lasciò direttamente davanti all'entrata, dove si scannerizzavano i pass per capirci.

All'entrata c'era un CASINO.

Pieno di persone che cercavano di avere una foto con i loro piloti, che parlavano delle prove che si sarebbero tra poco sostenute, che cercavano di capire chi è che passava.

E sì, appena hanno visto il pass vip mio e di Charlotte, lo hanno fatto anche con noi.

Mi fece molto sorridere come cosa, ma non ci prestai troppa attenzione.

Camminai guardando dritta davanti a me con sicurezza, cercando di non fermarti a controllare qualsiasi persona che passasse vestita di arancione.

Nonostante tutto però, camminare vedendo così tante macchine mi mancava. Infatti, ad essere onesta, qualche sbirciatina l'ho lanciata ai box McLaren, ma con scarso successo perché ancora era coperta.

«Tutto apposto?» Mi chiese Charlotte appena ci passammo davanti.
«Sì» Risposi con incertezza.
«Sono qui per godermi la giornata, non per imprimermi nella mente l'arancione papaya» Continuai con un sorriso, cercando di convincerla.

E anche un po' di convincere me stessa.

«Va bene» Mi disse, guardandomi con un po' di preoccupazione.
Sapevo che lei non aveva voluto infierire apposta, e la ringraziai mentalmente per questo.

Ci fermammo davanti all'hospitality della Ferrari, e appena entrati spuntò subito Carlos, che ci sorrideva.

Correggo: Sorrideva alla mia amica.

Entrambi si stavano sorridendo mentre lui si avvicinava, e io non potei fare a meno di sentirmi a disagio.

Quindi, salutai il madrileno e avvisai Charlotte che sarei andata al buffet, lasciandoli da soli.

Al buffet, recuperai un po' di salatini, e mi sedetti su un tavolo, mentre li osservavo.

Erano proprio carini, si vede che si piacevano a vicenda, eppure erano entrambi troppo timidi per confessarsi.

«Belli, eh?» Mi chiese una voce sconosciuta, facendomi un po' spaventare.

«Scusa, non volevo spaventarti» Mi disse la stessa voce ridacchiando, e io mi girai.

«Tranquillo, e comunque sì, sono proprio belli» Risposi sorridendo anche io, mentre il ragazzo si sedette affianco a me.

«Charles» Mi rivelò il suo nome, rivelando anche le sue fossette.
«Sofia» Gli dissi, sorridendo a mia volta.

«Collega di Carlos?» Chiesi, togliendomi un dubbio.
«Esattamente. Migliore amica di Charlotte?» Mi chiese a sua volta, e io gli sorrisi ancora.
«Esattamente» Dissi, rispondendo al suo stesso modo, cosa che lo fece sorridere.

«Quindi, sei qui per accompagnare Charlotte, immagino?» Mi disse dopo un attimo di silenzio, dove mi girai e distolsi lo sguardo da Char e il ragazzo.
«Sì, ma mi piacciono anche i motosport, anche se ho smesso di guardarli da un po'» Risposi, con un sorriso leggermente amaro.
Lui capì subito che c'era qualcosa dietro, ma non mi chiese niente, forse per paura di sembrare inopportuno.

Ed era la seconda volta che evitavo di parlarne onestamente.

Mangia uno dei miei salatini, mentre il mio sguardo di posò sull'orologio.
«È quasi l'una, non dovete mica prepararvi voi?» Chiesi a Charles, che sembro risvegliarsi da una sottospecie di trance.
«Cazzo, hai ragione! Carlos!» Prese a urlare il nome del compagno, facendogli cenno che dovevano andarsene quando lui si girò.

A proposito di Carlos, lui e Charlotte erano presi a parlare molto vicini, mentre si guardavano con sguardo sognante.

E come li invidiavo, quei due.

Quindi, i due innamorati si salutarono e i due piloti presero a correre al loro box, mentre io raggiunsi Charlotte.

«Quindi, com'è Charles Leclerc?» Mi chiese, mentre continuava a seguire con lo sguardo Carlos.
«Abbastanza simpatico, anche se non abbiamo fatto tutta 'sta conversazione» Risposi quando finalmente mi rivolse lo sguardo.
«Tu con Carlos?» Le domandai, e lei mi sorrise.
Bastava solo quello.

«È fantastico Sof, ti giuro, stra simpatico e bello, mado se è bello» Mi disse, alche io la guardai.
«Tu sei cotta ragazza mia, cotta!» Le dissi io, sorridendo.

«Dai, andiamo a far un giro, le prove libere iniziano tra almeno un ora» Mi disse e prese a trascinarmi per la mano.

Oh, sto vizio non se lo leverà mai?

Dopo avermi praticamente buttato fuori dall'hospitality, iniziammo a camminare per il paddock, ed era proprio bello vedere i fan di tutti i team camminare per le strade, i diversi colori mischiati tra loro.

Charlotte mi portò ai box Ferrari perché apparentemente si era dimenticata di dire una cosa a Carlos, quindi la seguì.

Tuttavia, non mi aspettavo di vederlo fuori dal box mentre camminava con qualcuno di fianco.

Qualcuno vestito di colore arancione.

«Charlotte, cazzo, no!» Le dissi, tirandola indietro, mentre io sbiancai.
«Cosa, che c'è?» Mi chiese, troppo impegnata a camminare verso Carlos, senza rendersi conto di chi aveva di fianco.
«Vieni qua!» La fermai, ma era troppo tardi.

Carlos ci aveva fatto segno di venire verso di loro.

Vedi anche la faccia del suo interlocutore sbiancare, guardando me e la ragazza dalla testa ai piedi.

Cazzo, non poteva andare peggio.

Quando Charlotte realizzò, si fermò e aspettò che Carlos arrivare da noi, girandosi verso di me.
«Cazzo» Sussurrò, guardando il mio viso pallido.
«Buongiorno, deficiente» Le sussurrai a mia volta, vedendo i due avvicinarsi sempre di più.

«Ciao ragazze, questo è un mio amico, Lando»
Disse Carlos, appena si avvicinò abbastanza.
Un po' mi faceva pena, era l'unico ignaro di tutto ciò.

Ci fu un silenzio molto imbarazzante, finché Charlotte non lo spezzò.
«Piacere, Charlotte» Disse presentandosi.
E di nuovo silenzio, mentre Carlos ci guardava con curiosità, non capendo cosa stava succedendo.

«Ciao, Sofia»
«Ciao, Lando»

angolino dell'autrice

un. fottutissimo. parto.
vi giuro non so se essere felice di averli fatti incontrare e quindi di aver chiuso l'inizio o piangere perche è iniziato lo svolgimento.
aiutatemi.

se avete qualsiasi cosa da dire, i miei commenti e i miei dm sono sempre aperti!
lasciate una stellina se vi è piaciuto <3

Things that brought me back - Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora