Lando

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E tu che cazzo ci fai qui?

Questa era la prima cosa che ho pensato, dopo averla vista camminare con Charlotte, la ragazza che piace a Carlos da un po' di tempo.

Vidi che lei, appena notò la mia presenza, sbiancò, e probabilmente io feci la stessa cosa.
Parlò alla ragazza accanto a lei, cercando di farla fermare ma era troppo tardi, perché anche lo spagnolo si stava muovendo verso loro due.

Cazzo, ma quali erano le possibilità?

«Ciao ragazze, questo è un mio amico, Lando» Disse Carlos, ma non gli prestai troppa attenzione.
«Ciao Sofia» Dissi, trovando il coraggio non so dove.
Avrei potuto fare finta di non riconoscerla? Sì, pero dentro di me c'era qualcosa che mi diceva di salutarla come se fosse un vecchio amico, e così feci.

«Ciao Lando» Mi salutò anche lei, con un tono timido. Notai che la sua voce era leggermente più bassa, ma credo sia la situazione.
Al collo, notai che aveva un pass vip di tutto il weekend di gara, quindi sicuramente non sarà l'ultima volta che la vedo.

«Voi due vi conoscete quindi? Che cosa bella!» Disse l'unica persona non a conoscenza del nostro passato.
Dopo questo, calò il silenzio. Carlos ci guardava incuriosito, e Charlotte guardava la sua amica mortificata.

«Vieni Carlos, ti devo dare una cosa» Parlò Charlotte, anche lei un po' timidamente.

«Ciao» Disse ancora Sofia, dopo che i due erano abbastanza lontani da non sentirci.

«Ciao, che cosa ci fai qui?» Gli chiesi un po' più acidamente di quanto avevo immaginato, e notai il suo sguardo puntare in basso, verso le sue scarpe.

«Beh, sono qui per Charlotte, immagino te l'avesse detto Carlos che si stanno sentendo» Mi disse, con un leggerissimo sorriso che probabilmente provava a smorzare la mia acidità, ma non funzionava più come quando avevo 17 anni, anche se, forse, non dovevo trattarla così male.

«Seguimi, almeno evitiamo che la tua faccia sia ovunque» Dissi, e partì a camminare verso il retro del mio box, dove era più difficile che ci vedessero. Era un weekend di gara, quindi tutti i riflettori erano puntati su noi piloti, e i riflettori delle pagine di gossip erano rivolte principalmente a me, visto la mia relazione appena conclusa.

Camminai senza nemmeno preoccuparmi di guardare indietro, sentendo il rumore dei suoi stivali nonostante il casino di sottofondo.

Mi appoggiai contro al muro una volta arrivato, puntando il mio sguardo giù, ma alzandolo per dare una sbirciatina ogni tanto.

«Come stai?» Chiese sempre con questa voce timida, che non era quella che mi ricordavo.
Con me era sempre stata solare e estroversa, quando stavamo insieme. Però sono comunque passati 7 anni e siamo cambiati entrambi tanto.

«Bene, diciamo. Tu?» Studiai il suo sguardo leggermente spento dopo la mia risposta fredda, anche questa volta più del previsto.
Ma era il mio cervello che mi faceva agire così, perché il mio cuore mi stava urlando di farle passare tutto e tornare come una volta, anche se mi aveva lasciato in uno dei modi più orribili con cui si possano dire queste cose a una persona.

Non ho ancora capito cosa la spinse a cambiare idea così, da un giorno all'altro.
Il giorno prima mi amava e non vedeva l'ora di rivedermi, mentre quello dopo mi aveva bloccato ovunque ed era scomparsa dalla mia vita, senza nemmeno preoccuparsi di come ci sarei stato.

Avevo chiesto veramente a tutti, del nostro vecchio gruppo, per avere anche solo una notizia da lei. Eppure nessuno mi seppe dire qualcosa, solo che aveva litigato con la sua migliore amica del tempo e che era tornata in Italia, ma nulla di più. Sapevo benissimo che alcuni di loro tutt'ora li sentiva e che non volevano dirlo, ma mi ferì lo stesso vederli mentire davanti ai miei occhi.

Things that brought me back - Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora