Cena

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Non pensavo che avrei mai dovuto fare questo discorso, eppure eccomi qui.
Nella macchina di Lando Norris, a spiegargli di come siamo stati paparazzati insieme in quei cinque minuti da soli, oltretutto in una zona dove non può entrare nessuno apparte dei dipendenti McLaren.

Questa cosa mi dava estremamente fastidio, al contrario di Lando, che appariva quasi abituato?

Come se cambiasse una ragazza al mese.

Ma il problema principale per me non era questo, che si risolse subito perché il mio profilo instagram era quasi impossibile lo trovassero, visto che il pilota non mi seguiva, ma io lo misi comunque privato per sicurezza.

Il problema era che Christian, incazzato perché si sentiva preso in giro, non voleva sentire ragioni sul fatto che effettivamente io con l'inglese non ci avessi nulla a che fare.

Quindi, appena arrivati al ristorante, spensi il telefono e lo mandai telepaticamente a fanculo.

Nella piccola camminata che c'era tra il parcheggio e il ristorante, spiegai tutto a Charlotte, che un po' compativa Christian.

«Ma dai Char, non si può fare cosi per una foto che non ha il minimo contesto! Non sa neanche che cosa ci siamo detti!» Le risposi, con un tono moderato.
«Ho capito, ma mettiti nei suoi panni Sof, tu non gli hai neanche detto che stavi con lui, che non è un ragazzo esattamente come gli altri!»
«Non l'ho detto perché non è importante, tipo? Che cosa gli interessa a lui di chi frequentavo!» Le risposi e chiusi il discorso, visto che eravamo arrivati al locale.

Il cameriere ci portò al tavolo e Carlos iniziò subito a fare conversazione, cercando di includere palesemente l'inglese, che era più distaccato che mai, e stranamente non solo con me.

Io, che ormai non sentivo più quel telefono vibrare, cercavo di essere più tranquilla possibile.

Parlammo della gara e delle aspettative di Carlos, mentre Lando non disse un granché delle sue.
Io e Charlotte parlammo un po' di come ci era sembrata la pit lane, e in generale ci eravamo divertite tanto.

Arrivati i nostri ordini, iniziammo a mangiare.
In casa mia, si diceva sempre che si capiva quando una cosa era buona quando si stava zitti e si mangiava, e infatti così era per i primi cinque minuti al tavolo.

Era veramente buonissimo, perlomeno il mio piatto, ma sicuramente anche gli altri pensavano la stessa cosa.

Charlotte riaprì la conversazione parlando di quanto fosse buono il cibo che stavamo mangiando.

Lando e Carlos concordarono con lei e, per la prima volta, Lando disse di più di una parola, spiegando anche cosa gli piacesse particolarmente del suo piatto.

Alleluia, adesso ti porto la medaglia.

Io annuii alle sue parole, trovandomi totalmente d'accordo perché avevamo ordinato la stessa cosa.

La cena da lì in poi passò tranquillamente, continuammo a parlare tra di noi, io e Lando ci lanciavamo sguardi quando uno dei due parlava, e nessuno osava rompere quel contatto, almeno finché non parlava qualcun altro.

Ordinammo il dolce, che io divisi con Charlotte. Dopo averlo finito, andai in bagno per sistemarmi il trucco, il mio rossetto leggermente sbavato per il mangiare e bere, e mi guardai allo specchio.

Osservai il mio riflesso, e notai ogni sfaccettatura del mio corpo, di come si vedesse che ero al mio posto. Il viso rilassato, gli occhi che trasmettevano la felicità che provavo.

Nonostante nulla fosse al suo posto, per me era come se lo fosse, e mi andava bene così.

Una volta uscita dal bagno mi stupii a vedere che gli altri si alzarono, subito dopo il mio ritorno.

«E scusate, non paghiamo?» Chiesi con un sguardo confuso, rivolto soprattutto alla mia migliore amica.

«Tranquilla, abbiamo già pagato» Mi rispose, e io pensai che, chiaramente, avesse pagato lei per me.

«Vabbè, ho capito, ti mando i soldi quando siamo a casa» Dissi sospirando, e ciò fece ridere Lando sotto i baffi, abbassando la testa per nascondere il sorriso. Ah okay.

Camminammo di nuovo verso alle macchine, mantenendo le divisioni iniziali.

E, nonostante le mie preghiere, Charlotte non mi disse niente sul perché della sua risata, allo stesso tempo però non negò che c'entrava qualcosa.

In macchina, trovai coraggio e gli chiesi spiegazioni.

«Ma perché hai riso poco fa?» Cercai di mantenere un tono distaccato, ma appena lui fece uscire di nuovo quel sorriso appena sentì la mia domanda, tutto andò a puttane.

«Niente, ho pagato anche per te.» Disse, con lo sguardo fisso sulla strada e la mia espressione invece si rivelò felice, come quando ero al bagno.

«Lando, non dovevi!» Dissi con un sorriso alla sua gentilezza, strana dopo il comportamento ormai bipolare che aveva, ma ero felice che stava iniziando a volermi conoscere di nuovo, anche se sicuramente come amica.

«Lo sai che a me non interessa così tanto» Mi rispose, e io sorrisi di nuovo, questa volta incrociando il suo sguardo.

«Si ma Lando, posso pagare per me stessa, non ho bisogno di te» Dissi con un tono di sicurezza, che faceva trasparire quanto odiassi dipendere da qualcuno.

«Mi sono tolto uno sfizio così, va bene?» Disse, il suo tono, al contrario, accondiscendente.
Annuì, nonostante non potesse vedermi, e chiusi il discorso.

Arrivammo al nostro hotel sempre con la stessa playlist dell'andata di sottofondo, nel nostro silenzio, e l'unica interazione che abbiamo avuto oltre quel discorso è stata minima.

«Grazie Lando, per tutto» Dissi, sorridendogli prima di aprire la porta.

«Quando vuoi, Sof» Mi rispose, e la mia risata si allargò.

Era un soprannome di cui solo Lando e Charlotte avevano l'onore di portelo usare, perché il mio preferito.

Ma lui non mi chiamava così da tanto.

Uscì dalla macchina e camminai verso Charlotte, che era arrivata prima di noi e aveva appena finito di salutare Carlos.

Mi disse che in macchina avevano ascoltato la musica e parlato tanto, cercandosi di godere ogni momento che erano vicini.

Io ero felicissima per lei, per loro.

Le parlai di come fu andata con Lando, e lei mi rivelò che era stato lui stesso a voler pagare, dicendo che avrebbe voluto pagare lei, ma non glielo permise.

La mia felicità poteva solo aumentare, e per evitare di rovinarla, misi a caricare il telefono con la modalità aereo.

Mi preparai e andai a dormire, pronta ad affrontare una giornata che sarà più grande di me l'indomani mattina.

angolo dell'autrice
SCUSATE SE SONO SCOMPARSAAAA
la scuola mi sta veramente ammazzando, giuro che appena finisce sarò piu costante, intanto pero beccatevi questo!!

se avete qualsiasi cosa da dire, i miei commenti e i miei dm sono sempre aperti!
lasciate una stellina se vi è piaciuto <3

Things that brought me back - Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora