Ops

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Finite le prove libere, ero distrutta.
Charlotte non aveva fatto altro che urlare ogni volta che la macchina di Carlos si vedeva, anche se magari di sfondo o di sfuggita.

Io le voglio bene, ma se sentissi la sua voce urlare un altra volta penso di esplodere.

Dall'altra parte, invece, tutte le volte che inquadravano Lando, io mi ammutolivo.
Diciamo che il discorso di oggi non mi è andato proprio giù, e non so l'esatto motivo.
Forse mi aspettavo che tornasse mio amico? Magari sì, ma tanto stasera lo avrei rivisto e avrei fatto più attenzione al suo comportamento.

Infatti, stavo scegliendo un vestito per stasera. Carlos aveva intenzione di portarci a un locale raffinato nel centro, e quindi dovevo essere elegante.

Provai tutti quelli che avevo nella valigia, cercando anche l'approvazione di Char, che non sembrava mai pienamente convinta.

«Metti quello che abbiamo comprato insieme» Mi suggerì, e io lo tirai fuori.

Lo misi indosso e mi guardai allo specchio, notando che evidenziava un sacco di parti del mio corpo che mi rendevano un po' insicura.

«Secondo te va bene? Non è troppo corto o qualcosa del genere?» Le chiesi, e mi sorrise.

«Va benissimo, scema. Stai da dio, levati tutte quelle paranoie dalla testa, perché ti conosco e so che in questo momento stai pensando a quanto fa notare le parti del tuo corpo che non ti piacciono, ma sei perfetta, capito?» Disse, sempre sorridente.

Mi stupii di come riuscisse a capirmi così velocemente, neanche io ci riesco.

Con gli occhi lucidi per i complimenti che mi aveva appena fatto, andai ad abbracciarla, così, senza dire niente.

Quel gesto, da me, valeva più di mille parole.

L'abbracciai pensando alla fortuna che ho avuto quando l'ho conosciuta, di come ha migliorato la mia vita e ha messo a posto un cuore che non ha rotto lei, ma che ho rotto da sola.

Mi ha aiutato sempre, e indipendentemente da tutto e tutti, lei c'era. Sempre lì a dirmi che una persona che non mi avrebbe mai lasciata, c'era.
Ed era Charlotte.

«Troppo amore, sto per vomitare» Parlai, staccandomi dall'abbraccio con un viso felice e infilai i miei stivali al ginocchio, anch'essi bianchi, che mi davano almeno 7 centimetri in più.

Lei scoppiò a ridere, facendo ridere anche me, mentre mi infilavo le scarpe, lei già pronta ad aspettarmi allo stipite della porta.

«Dai, muoviti principessina!» Mi urlò dietro mentre io scappai in bagno, prendendo gli ultimi trucchi da portarmi nella pochette e finalmente andare.

«Sono pronta!» Corsi di nuovo, fermandomi davanti alla porta.

«Okay, possiamo andare» Disse, prendendo la chiave magnetica e aprendo la porta, uscendo da quelle mura e camminando verso la hall.

Davanti all'entrata, ci saltarono all'occhio due supercar, una più bella dell'altra, con i due rispettivi piloti appoggiati al cofano mentre parlavano.

Camminai insieme a Charlotte nei nostri tacchi, mentre ci avvicinavamo ai due ragazzi che per l'occasione erano anche loro vestiti bene.

Entrambi con una semplice giacca elegante nera e camicia bianca, e pantaloni dello stesso colore della giacca. Bellissimi.

O meglio, bellissimo.

Tutti e due avevano i primi bottoni della camicia sbottonati, e io e Charlotte ci girammo verso l'altra allo stesso momento, sorridendo e scoppiando a ridere subito dopo.

Things that brought me back - Lando NorrisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora