cap. 5

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Paige-

entro in casa cercando di non far sentire i passi e di non svegliare ne Allyson ne mio Padre. Di  botto la luce si accende

<<alla buon ora, Paige.>>

mio padre con la faccia incazzata sul volto

<<ciao papà>>

<<sono le 4am e tu hai il coraggio di rientrare, stai scherzando?>>

abbasso lo sguardo. Non volevo tornare a casa dopo ciò che avevo detto ore prima a Allyson. Sono stata una pessima sorella...

<<scusa papà. Non succederà più.>>

mio padre ride

<<si,non succederà più. E questo perché sei in punizione due settimane.Così la prossima volta che deciderai di tornare a casa a quest'ora,ci penserai due volte. Okay?>>

<<cos- DAI CHE CAZZO!>>

<<non osare urlarmi, ragazzina. Tua sorella sta dormendo. È meglio che tu non la svegli.>>

<<ma perché lei può tornare alle 3 e io no?>>

<<tu hai a mala pena 14 anni. Lei ne ha quasi 18. ti ricordo.>>

sbuffo e salgo le scale, salgo in camera mia sbattendo la porta, mi tolgo il vestito e mi strucco, le mie mani percorrono le mie cosce fino alla mia intimità, non posso fare a meno di pensare che proprio lui, LUI mi ha tolto la verginità... sono così... felice. Mi corico nel letto e i sensi di colpa mi rapiscono, le lacrime mi rigano il viso e inizio a pensare a tutte le cose brutte che ho detto a mia sorella, la nostra conversazione mi viene in mente e inizio a farmi schifo, i singhiozzi prendono il sopravvento.



Sono nella mensa della scuola, Benjiamin è accanto a me che mi accarezzala coscia e io ho la testa sulla sua spalla.

<<BB, vado a mettere a posto le cose>>

gli do un bacio nella guancia e mi alzo col vassoio in mano e vado versoi banconi della mensa quando, qualcuno mi viene addosso e mi rovescio addosso l'acqua che non avevo finito prima. Faccio qualche pazzo indietro e alzo lo sguardo guardando la persona, Allyson mi guarda mortificata

<<s-scusa Paige, non ti avevo vista.>>

io m'innervosisco e parlo senza neanche pensare

<<ooh, non mi avevi vista? Davvero Allyson?>>

scoppio a ridere mentre dentro inizio a sentirmi marcire.

<<Paige, cosa stai->>

<<stai.zitta. Non osare a rivolgermi la parola, mi hai rotto il cazzo... non ti sopporto più. Perché sei dovuta venire anche tu? Perché non sei potuta restare a Roma con la mamma?>>

il marcio che ho dentro cresce sempre di più. Lo schifo che provo verso me stessa, cresce. Allysons coppia a piangere e corre via fuori dalla mensa con Owen e Savannah che la seguono

<<patetica.>>


esco fuori dalla mensa e vado negli spogliatoi, entro e mi sbottono la camicetta. Sento la porta dello spogliatoio che si apre e poi due mani che mi afferrano il seno da dietro, ansimo leggermente a quel piccolo contatto, le sue labbra mi lasciano baci umidi lungo la schiena.

<<sei cattiva, Paige...>>

ansimo e attacco la schiena al suo petto, le sue mani mi percorrono la pancia scendendo dentro la gonna

<<merito una punizione, giusto papino>>

lui oltre passa con la mano l'elastico delle mutandine e arriva alla mia umidità, inizia a stimolare il mio clitoride gonfio e io inizio a ansimare più forte

<<dovrai chiedere scusa alla tua amata sorellona, bambina>>

due sue dita entrano nella mia apertura già tutta bagnata, ansimo ancora di più fino a quasi gemere. Lui mi palpa un seno e muove più velocemente le dita

<<hai capito?>>

la sua voce profonda e sexy mi manda scosse nel corpo facendomi bagnare sempre di più.

<<s-si>>

ansimo e lui estrae le dita dalla mia apertura e si allontana da me, io mi giro verso di lui, le guance arrossate e gli occhi visibilmente insoddisfatta.

<<ma c-che fai?>>

<<ci si vede, bambina.>>

si porta le dita unte della mia eccitazione alle labbra e con la linguale lecca, alza l'angolo della bocca in un sorrisino soddisfatto ed esce dallo spogliatoio lasciandomi li, in piedi mezza nuda e insoddisfatta.



Entro in casa e mi butto nel divano, ripenso alla conversazione con Colin e a ciò che è successo ore prima, mi sento usata, sfruttata per i suoi scopi che, in realtà ancora non comprendevo a pieno.

I miei occhi iniziano a pizzicare e inizio a piangere e singhiozzare senza fermarmi. Allyson entra nel salone e quando mi vede, si avvicina a e mi abbraccia.

<<oh,sorellina che succede?>>

<<lasciami stare!>>

lei non si allontana, anzi mi abbraccia più forte e mi asciuga le lacrime, il senso di colpa ritorna e mi sento un merda

<<scusa,scusa per ciò che ti ho detto>>

le lacrime mi rigano il viso e lei sorride in un sorriso caloroso che mi ricorda sempre quello della mamma quando mi vedeva piangere e mi abbracciava consolandomi.

<<no sorellina, non è colpa tua. Sta tranquilla, eri arrabbiata... ti capisco>>

lei mi accarezza la guancia e mi passa una mano tra i capelli e continua a sorridere. Non riesco a credere che lei sia qui a consolarmi dopotutto ciò che le ho fatto. Non riesco a credere che lei abbia subito cose orribili ma, comunque, sia qui per me a aiutarmi con cose che non la riguardano minimamente.

<<ti ho detto cose orribili. Sono una pessima sorella>>

<<no piccola, non sei una pessima sorella. Non dirlo e non pensarlo mai.>>

mi abbraccia e io la stringo continuando a singhiozzare.

<<ti voglio bene sorellona>>

<<ti voglio bene sorellina>>

mi asciuga le lacrime e mi da un bacio nella fronte, e ora, tra i nostri corpi intrecciati, posso sentire i nostri cuore battere allo stesso tempo, con lo stesso ritmo. Come se, le nostre anime fossero tornate assieme e si fossero riconosciute come sorelle..

two broken heartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora