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Si era sempre detto che era una donna forte...

Era sempre stato così...

Mitsuki Bakugou era una donna forte...era stata una ragazzina caparbia e poco incline nel rispettare le regole...

Orgogliosa, testarda , puntigliosa, saccente...

Una donna che veniva definita "con le palle" quando ancora non aveva nemmeno un accenno di seno a curvare le sue forme...

Eppure se qualcuno la vedesse adesso in fondo a quel corridoio, con il terrore negli occhi e la mano stretta sul torace, nessuno direbbe che ci sia un solo briciolo di forza dentro di lei...

Perché la stanza numero 7 è in fondo a quel corridoio..

Perché la stanza numero 7 contiene ogni terrore più profondo e puro che una madre possa provare...
Perché è disumano....

È disumano per una donna , che ha partorito ed amato suo figlio incondizionatamente nonostante la moltitudine di difetti che aveva, avere paura di lui.....

Eppure era questo che provava in quel momento mentre il tessuto della camicetta color ocra si spiegazzava nella sua mano sudata...

Aveva paura...

Ed era una di quelle paure così viscerali e senza forme che razionalmente non era nemmeno possibile afferrarne la motivazione...

Eppure era questa la dura realtà per quella donna che nel giro di due mesi aveva perso quasi dieci chili...

Era terrorizzata dal suo stesso figlio...dal suo stesso sangue....

No....

Katsuki non è mai stato violento con lei...

Katsuki non le ha mai lanciato nulla addosso e né, tantomeno, le ha mai sollevato una mano contro...

Ma come puoi guardare negli occhi tuo figlio se sai già che nonostante sia vivo, e respiri ancora, non possiede più un anima dentro di lui?...

Katsuki non ha più sogni...

Katsuki non ha più motivazioni...

Katsuki non ha aspirazioni, desideri, sogni...

Katsuki, semplicemente, non ha più voglia di vivere...

E ditemi...come può reagire una madre a questo?

Mitsuki posò una mano sul muro che scorreva al suo fianco mentre lentamente, passo dopo passo, la camera numero 7 si avvicinava a lei...

Perché era così difficile?

Perché i piedi sembravano di piombo mentre l'altra mano, stringendo fino a farsi sbiancare le nocche, conteneva il sacchetto di ciò che Katsuki le aveva chiesto?

Il sudore scorreva lentamente sulla sua schiena, facendola quasi boccheggiare, e fu costretta a fermarsi ancora una volta quando la stanza era a pochi passi da lei...

Dio....

Dio la voglia che aveva di poter solo tornare indietro e nascondersi in casa sua...

La voglia irrazionale, e folle, di poter nascondere la testa sotto il cuscino ed urlare con tutto il fiato che aveva in gola...

Perché un'altra grossa eresia si era compiuta quella notte...

Un'eresia talmente tanto grave, e maledetta, da farle pensare che forse stava seriamente impazzendo...

Perché non è umano che un desiderio così vile, e spregevole, avesse davvero toccato il suo cuore...

Non era umano che si fosse svegliata in lacrime, per l'ennesima volta, sperando che il sogno che aveva fatto fosse reale...

Perché era disumano,per una madre, sognare che suo figlio era realmente morto in quella battaglia....e sperare quasi che fosse reale...

Mitsuki si accasciò al suolo spalancando i suoi occhi rossi così simili a quelli di Katsuki mentre, singhiozzando, si raccoglieva quasi su se stessa stringendosi le ciocche chiare tra le mani mentre la busta veniva abbandonata al suolo...

Era disumano...

Lei era disumana...

Lei non era forte...

Lei non era degna di essere chiamata madre...

Perché avrebbe dovuto prendere lei il dolore di suo figlio no?

Toccava a lei...

Lei era sua madre ed avrebbe dovuto tutelarlo...avrebbe dovuto proteggerlo...avrebbe dovuto renderlo felice...

Ma non stava facendo proprio nulla, pensò mentre si portava le mani sul viso accucciandosi ancora di più su sé stessa, per farlo felice.....

Nulla...

Ma:" Mitsuki...amore..."

Una mano si posò sulla sua spalla, riportandola alla realtà e facendole rimettere a fuoco ciò che la circondava, prima di riuscire a sollevare il viso ed incontrare gli occhi castani, e pieni di amore infinito, di suo marito Masaru

Ma:" lascia...lascia che ci pensi io ok? Solo... s-solo per oggi amore...solo per oggi lascia che ci pensi io... Mi prenderò cura di lui e tu... t-tu puoi aspettarmi fuori ti va? E magari puoi sederti davanti a quel bellissimo albero di ciliegie e guardare i suoi fiori mentre cadono... Così se magari il nostro piccolino sa che sei fuori...magari riuscirò a convincerlo a...a venire fuori con noi... Cosa ne pensi piccola mia? Possiamo... p-possiamo far finta che tu sia ancora la mia bambolina da proteggere? Me lo lascerai fare solo per oggi?"

Mitsuki scosse il capo soffocando un singhiozzo, ed un conato di vomito, mentre Masaru si inginocchiava vicino a lei accarezzandole dolcemente i capelli

Ma:" noi...noi siamo una famiglia Mitsuki...ed io...io mi prenderò sempre cura di voi... Lascia che io lo faccia...ti prego..."

La donna rialzò lo sguardo verso la porta bianca, su cui c'era una targhetta con il numero 7 sopra, per poi annuire sommessamente ed asciugarsi l'ennesima lacrima...

Masaru sorrise dolcemente,accarezzandole le guance con estrema lentezza, per poi sollevarsi ed aiutarla a rimettersi in piedi prima di afferrare la busta e fare un passo avanti...

E mentre l'uomo entrava sorridendo nella stanza di ospedale dov'era ricoverato suo figlio, con la porzione di Katsudon che aveva chiesto per cena, i pugni della donna si strinsero mentre girava la schiena a quella porta...
Asciugandosi le lacrime dal volto, con rabbia , e richiamando l'ascensore...

Prima di digrignare i denti, facendosi sanguinare i palmi delle mani con le sue stesse unghie, e schiacciare il tasto del primo piano

Tirando fuori dalla sua borsa una vecchia foto dove suo figlio sorrideva e promettendogli , accarezzandone i bordi mentre le porte dell'ascensore si aprivano, che gli avrebbe ridato quel sorriso...

A qualsiasi costo

A.N.O.H . "A Number One Hero"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora