"Cristo Serafini, sarai la mia condanna" imprecò la ragazza mentre Pietro trascinava i piedi a fatica e continuava a portare il capo in avanti, un braccio penzoloni e l'altro ancorato al collo di lei.
"Avanti Leo sto bene" biascicò di risposta il biondo, che bene in realtà non stava per niente. Avrebbe dovuto fermarsi al quarto drink se non al terzo, continuava a ripetersi nella sua testa. La verità è che si era semplicemente lasciato andare, voleva festeggiare per bene; finalmente le cose sembravano girare per il verso giusto, le canzoni con sempre più stream, l'affetto dei primi fan, il nuovo disco presto fuori... Tutte cose che avevano smesso di farlo sentire un fallito ogni giorno quando si scrutava allo specchio e nei suoi occhi leggeva solo vuoto e apatia.
Con ancora gli occhi socchiusi si girò a guardare la ragazza al suo fianco: Eleonora, o Leo come piaceva apostrofarla lui, era sempre stata bellissima ai suoi occhi. I lunghi capelli castani le ricadevano lungo le spalle in morbide onde con cui il suo braccio si divertiva a giocare, i grandi occhi verdi erano contornati dallo strato nero della matita e dalle ciglia folte dove abbondava il mascara. Lo sguardo si posò sulle labbra, il rossetto era un po' sbavato ma erano così piene, carnose che a Pietro pareva di non averle mai trovate così irresistibili.
"Zitto e aspetta qui seduto, ti procuro qualcosa di mio fratello" lo rimbeccò lei invece. Leo sgattaiolò nella stanza di Andrea per recuperare almeno un pantaloncino da prestare al biondo. La cosa buffa era che nemmeno lei fosse chissà quanto sobria, ma fortunatamente i gin tonic erano stati solo due... beh i cicchetti non si contano vero?
Arrivò nella stanza in punta di piedi ma dei rumori abbastanza molesti la fecero bloccare sul posto mentre le guance si tinsero violentemente di rosso. Era tipico di suo fratello, per lui potevano restare a dormire tutti i suoi amici a casa loro, poco importa se poi lui si sarebbe rinchiuso in camera con la conquista della serata a scopare mentre a lei sarebbe rimasto l'ingrato compito di pensare al resto (ed il resto in questo caso era il biondo ubriaco in camera sua). La testa aveva iniziato a pulsarle e con una mano a reggersi la tempia torno indietro verso la sua camera, la parte divertente sarebbe stata convincere Pietro a scendere di un piano e dormire sul divano.
Pietro la stava aspettando stravaccato sul letto, poggiato con la schiena al muro dietro sé e la testa lievemente inclinata. La maglietta chiara era risalita di poco, lasciando libero un accenno di pelle dell'addome da dove si poteva scrutare la V dei suoi muscoli... ma quello che preoccupò veramente Eleonora fu il fatto che il ragazzo aveva già tolto le scarpe e non sembrava intenzionato a muoversi da lì.
"Pietro per favore, non posso darti nessun pigiama, ti riaccompagno di sotto e ti sistemo sul divano" sussurrò Leo mentre si avvicinava a lui per reggergli il capo con una mano.
"Leo fammi restare qui" bofonchiò invece il ragazzo afferrandole una mano e tirando di poco.
"Non esiste Pietro, avanti alzati" continuò a sussurrare abbastanza stizzita mentre cercava di ritirare la propria mano. La testa non aveva ancora finito di pulsarle e tutti quei movimenti non la stavano di certo aiutando.
"Leo, dai" insistette invece Pietro di rimando, facendo ancora più forza e facendole perdere l'equilibrio. Leo si ritrovò presto a cavalcioni sulle gambe del biondo, la gonna sgualcita, un suo polso ancora fra le mani di lui. Il rossore sulle guance aumentò rapidamente mentre provava a rialzarsi con scarsi risultati ed anzi, finì soltanto per sistemarsi meglio e per procurare un lieve gemito al ragazzo sotto di lei.
Pietro la stava fissando in un modo che non gli aveva mai visto, gli occhi come se fossero increduli e folgorati. L'istante dopo il suo busto andò incontro alla ragazza, che ebbe giusto il tempo di percepire lo spostamento d'aria, l'ombra su di lei: sollevò il viso e la sua bocca si chiuse su quella di Leo. Lo stomaco parve tremarle: si staccò velocemente con i palmi delle mani bene aperti sul petto di Pietro.
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nero mascara
RomanceTi ho vista nel mio mare, stavi per affogare Avevi detto "Mai più, mai più, mai più" Ti avevo detto "Fai tu, fai tu, fai tu"