Capitolo 3

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POV'S LEO

Chiusi gli occhi, lasciando che il getto d'acqua calda mi colpisse in viso e portasse via ogni pensiero.

Dopo che Pietro lasciò la mia stanza, restai per un bel po' di tempo sulla sedia a piangermi addosso. Non so dire se fosse per tristezza o rabbia, so solo che mi sentivo a pezzi e che sì, mi consideravo una stupida. Decisi quindi di alzarmi, anche solo per farmi una doccia e cercare di affrontare la giornata.

Il vapore aveva appannato tutti i vetri, ma non mi importava: volevo restare a crogiolarmi tra i pensieri pesanti e le fitte goccioline calde che percorrevano il mio corpo.

Non mi pento di aver fatto l'amore con Pietro, mi ripetetti per l'ennesima volta.

Però mi pento di averlo cacciato.

Versai una noce di bagnoschiuma sulla mano, prima di iniziare a sfregare il corpo vigorosamente. Certo non mi pento di cosa era successo, ma avrei voluto dimenticarlo solo per far diventare le cose un po' più semplici.

Il biondo mi aveva rapito il cuore circa un anno fa.

Io ero solo una diciassettenne troppo impegnata a svolgere le versioni di latino, per accorgermi che uno dei migliori amici di mio fratello mi avesse posato gli occhi addosso e pure fu così: Pietro mi aveva puntata dà ancora prima che io potessi accorgermi di lui.

Mio fratello Andrea era sempre stato categorico sulla cosa: ognuno aveva i suoi amici.

Ed io ero stata ligia alla regola. Pietro no.

*

Avevo passato tutto il pomeriggio a svolgere quelle maledette derivate ed il cervello mi stava andando in fumo, quel compito sarebbe andato una merda. Mi tolsi gli occhiali da vista e mi passai una mano sui capelli affranta, poco dopo mi accasciai sgraziata sulla sedia della scrivania.

Non potevo andare a lavorare la terra? Mi chiesi mentre lo sguardo era puntato su quei numeri.

Sbuffai ancora una volta prima che sentì bussare alla porta.

"Andrea sto studiando!" urlai di rimando, poco esaurita dalla situazione.

"E se non fossi Andrea?" una testa bionda sbucò dalla porta.

"Ei Pietro" lo riconobbi, abbassando notevolmente i toni "Andrea dovrebbe essere sotto nello scantinato, se non in camera"

"Si lo so, ma io cercavo te in realtà" il biondo prese a camminare fino a porsi di fronte a me, le iridi fisse nelle mie.

Accigliai lo sguardo confusa. Io e Pietro avevamo avuto delle conversazioni certo, ma mai così private e soprattutto lui non veniva a cercarmi in camera.

"Cosa fai?" domandò in un soffio senza smettere di guardarmi.

"Derivate del cazzo, andrà malissimo" mormorai affranta, il capo poggiato su una mano retta dal gomito sulla scrivania.

Certo che Pietro era proprio bello, mi ritrovai a pensare. Forse il fascino dei capelli lunghi... O forse l'accenno di barba tipico per un diciannovenne... Non so cosa mi spinse a guardarlo con una luce diversa.

Passare del tempo con lui era naturale, passava quasi tutti i pomeriggi con mio fratello nello scantinato di casa nostra, molto spesso accompagnati dai loro amici. Mi erano tutti simpatici, un gruppo di ragazzi così uniti non era facile da trovare tutti i giorni; in più, si vedeva quanto ci tenessero a mio fratello, e questa era una delle cose che mi stringeva il cuore.

"Ma se sei una secchiona!" esclamò Pietro ridendo e risvegliandomi dal flusso dei pensieri.

Risi di rimando, scuotendo di poco la testa.

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