Capitolo 4

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POV'S LEO

Scesi le scale dalla camera al soggiorno quasi in punta di piedi, era quasi l'ora di pranzo.

Il silenzio incombeva fra quelle mura: i miei genitori sarebbero stati sicuramente a lavoro, Andrea molto probabilmente ancora sepolto fra le lenzuola e che lenzuola.

Ti prego, fa che l'abbia mandata già via, mi ritrovai a pensare mentre tiravo fuori la confezione di latte dal frigo. Uno dei difetti di mio fratello era la nonchalance con cui lasciava che le ragazze, con cui si frequentava, circolassero dentro casa come api in cerca del miele.

Da un po' avevo smesso di dare loro confidenza, era sempre una questione temporanea, nessuna era mai riuscita a convincerlo per un secondo incontro.

Dei passi richiamarono la mia attenzione.

Andrea si fermò sulla porta della cucina, le braccia conserte e lo sguardo fisso su di me.

"Buongiorno idiota" mormorai, prima di portare la tazza di latte, rigorosamente freddo, alle labbra.

"Buongiorno Leo" controbatté alzandomi il dito medio.

Mi irrigidì per un istante al suono di quel mignolino, cercai di non darlo a vedere evitando di rispondere e continuando la mia colazione.

"Puoi stare tranquilla, è già tornata a casa" continuò invece lui, avvicinandosi afferrando il cartone del latte.

"Oddio, che bel regalo" sospirai contenta, erano sempre imbarazzanti le colazioni a tre del giorno dopo.

"Mi devi dire niente?" chiese, continuando a non guardarmi.

"No, perché?" aggrottai le sopracciglia.

"Alla fine... Pietro dove lo hai sistemato?"

"Sul divano" mentì spudoratamente.

"Ma non è disfatto" mi fece notare, una nota inquisitoria nel tono della voce.

"Ho appena finito di sistemarlo" sibilai, finendo di bere il latte.

"Senti Leo" iniziò lui poggiando i palmi delle mani sul bancone in marmo "mi hai tenuto le cose nascoste una volta, vuoi replicare la seconda? Non resterò calmo, ti avviso".

Percepì il nervosismo partirmi dalla punta del piede.

"Perché devi ancora rinfacciare questa cosa a distanza di un anno? Ci siamo anche lasciati, dovresti vivere più sereno" risposi cercando di non alzare il tono della voce.

Il suo sguardo si fece più duro.

"Non è facile vivere sereni quando la propria sorella diventa un'ameba ed uno dei tuoi amici più cari diventa il bersaglio preferito dei tuoi cazzotti" disse, chinando il capo per guardarmi meglio.

Sì, Andrea scatenò una rissa contro Pietro.

Accantonai il ricordo di quel pomeriggio, cercando di formulare una risposta che non comprendesse tirargli una craniata sul mento.

"Non ti sto nascondendo niente" riprovai.

"Eleonora, lo so che Pietro ha dormito con te, Cristo. L'ho beccato stamattina in corridoio."

Cazzo.

"Posso spiegare" iniziai prontamente.

"Si sentiamo la cazzata, dai" rise seccamente, prima di girarsi verso il lavello.

"Non è successo niente, era solo ubriaco marcio. Non sono riuscita a spostarlo!!" forse la mia voce risultò troppo stridula.

"Va bene, okay" mormorò infine mio fratello.

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