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Robin sorrise appena realizzò qualcosa nella sua mente.

- eh si, parecchio - rispose a Steve, per poi fiondarsi sul computer ancora acceso. Ci avvicinammo a lei, eravamo tutti davanti al computer.

- che stai facendo? - chiese Max.

- forse non ci serve un cognome. - disse Robin appena cominciò a muovere le sue dita sui tasti del computer.

Sullo schermo apparvero tutti nomi, Rick... e poi un cognome ignoto.

- ci sono dodici Rick registrati. - continuò la bionda.

- sono tanti...- borbottò Max che subito mi lanciò un'occhiata divertente.

Mentre Robin continuava a parlare Dustin mi prese per mano e mi portò vicino al retro.

- non mi hai detto cosa ti ha detto ieri per telefono la mamma di Will... ne vuoi parlare? - chiese il riccio che apparve leggermente preoccupato, o meglio dire triste.

- mi ha detto che sa chi è, che lo conosce bene, che non poteva dirmi altro in quel momento perchè aveva un viaggio di lavoro, e che mi avrebbe richiamato al termine. - risposi con la voce rotta. Io lo sapevo che lui non era morto, una voce dentro di me, lo urlava.

- Ad, so che è difficile ma tu devi accettarlo, Hopper è morto in un incendio. -

- il corpo però non l'hanno trovato, ho visto il giornale, lui non può essere evaporato. - risposi leggermente agitata, poi Robin richiamò la nostra attenzione.

- TROVATO! - urlò la ragazza che prese uno zaino, e si precipitò fuori dal negozio, aspettò l'uscita di tutti e poi chiuse il locale. Steve ci offrì un passaggio in auto, dopotutto dovevamo arrivare vicino ad un laghetto o almeno questo ci ha detto Robin.

- quindi dove siamo diretti? - chiese Dustin mentre allacciava la cintura.

- ricordi il lago degli innamorati? Dove pescavamo l'estate scorsa? - rispose Steve.

- in mezzo al nulla! - illuminò gli occhi il ragazzo.

Durante il tragitto guardai il nulla fuori la finestra, Hawkins era vuota, a differenza di New York, non c'era tanta gente, e come dicono i giornali le parole e i fatti hanno cambiato tanto questa piccola comunità.

____

Arrivammo davanti al laghetto dopo un paio d'ore, era più lontano di ciò che mi aspettavo. Ci trovammo di fronte una casa di mattoni. Ricordava propio la casa di una nonna.

Dustin ci diede delle torce cacciate dallo zaino, poi andammo davanti la porta di casa che aveva a sè appesa una ghirlanda di foglie secche e delle piccole bacche arancioni. Il riccio iniziò a suonare il campanello, una, due, tre volte finchè Steve non lo fermò.

- EDDIE! SONO DUSITIN! - urlò il ragazzo bussando alla porta.

- fantastico - commentò Steve.

- VOGLIAMO SOLO PARLARE OK? NIENTE SBIRRI, GIURO TI VOGLIAMO DARE UNA MANO! - continuò il riccio in speranza di una risposta da parte di Eddie, ma che non ebbe.

Robin iniziò ad illuminare le finestre, anche lei in cerca di un movimento o un indizio che ci portasse al ragazzo.

- EDDIE! -

- SHHH! - lo rimprovorò la bionda.

- RICK, RICK SPINELLO? - continuò Dustin.

- Dus! - richiamai il ragazzo.

- non urlare così! - disse Steve ormai scocciato.

Mi allontanai dal portico della casa, poi vidi un capanno di metallo vicino al laghetto. Poteva essere una mossa azzardata andare lì, oppure era proprio lì il tesoro che stavamo cercando. Volevo vedere Eddie, volevo sapere se stava bene, solo Dio sapeva cosa stava passando in quel momento.

PLAY || Eddie MunsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora