Capitolo 12

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Forse questa serata andrà meglio del previsto.

Cappuccino non ha fiatato da quando si è messa a leggere Orgoglio e Pregiudizio, lasciandomi leggere il suo di libro in santa pace.

Più vado avanti nella lettura e più capisco una cosa: questa ragazzina è brava.

Sì, Miranda aveva ragione, la sua penna non è ancora matura, ma ha uno stile... particolare. Mi piace.

Oh no. Davvero mi piace qualcosa di lei?

La cerco con la coda dell'occhio. È accartocciata sul mio divano, con un gomito sul poggiolo e le ginocchia piegate vicino al petto. Da quando si è seduta, credo abbia cambiato posizione circa una ventina di volte.

Ho capito che la situazione sarebbe peggiorata quando, così immersa nella lettura, ha fatto come se fosse a casa sua e si è tolta le scarpe per stare più comoda. A un certo punto si è anche andata a versare un altro bicchiere di vino, il tutto senza distogliere lo sguardo dal libro. È tornata a sedersi come se niente fosse, ha bevuto un sorso e si è messa più comoda, senza rendersi conto del mio sguardo indagatore.

Non sono un tipo che fa caso a certe cose ma non credevo che si sarebbe presa così tanta libertà. Forse vuole farmela pagare per averle rubato la storia. O forse è un altro lato del suo carattere a me sconosciuto.

Mi è bastato osservarla leggere per capire che dentro deve nascondere un mondo. Ride, si emoziona, fa mille facce e cambia espressione di continuo. Eppure sta leggendo Orgoglio e Pregiudizio, un libro che scommetto avrà letto decine e decine di volte. Però il suo entusiasmo è contagioso e anche io ho iniziato a immergermi nella mia lettura.

Questa storia ha veramente del potenziale. Dovrò adattarla un po' al mio stile e aggiustare alcune cose ma credo che potrà funzionare. Ci avevo sperato ma mai ci avrei creduto veramente e invece, adesso, penso che ci potrebbe essere una luce in fondo al tunnel. I personaggi sono ben caratterizzati, non ci sono grossi buchi di trama e le vicende... sarebbero surreali se non avesse mischiato alla componente romantica un'alta dose di paranormale e fantasy.

Solo grazie a questo riuscirò a spacciare il libro per mio. Dati i miei precedenti, i lettori potranno credere che mi sia buttato a scrivere di due giovani al college che per una strana e oscura magia entrano dentro ai libri che trovano in biblioteca. Ed entrano in alcuni titoli che non mi dispiacciono affatto.

Sì, al momento tocca le corde della narrativa per ragazzi, o per i giovani adulti, ma inserendo la mia penna, il target potrebbe cambiare.

Mi sto quasi emozionando all'idea di lavorare a questo libro e non succedeva dai tempi del mio esordio. La lettura è scorrevole e sono quasi alla fine. Mancano poche pagine quando succede qualcosa che, dati gli avvenimenti di questa sera, mi sarei dovuto aspettare.

«Mi stai prendendo in giro!»

È la prima cosa che dico da quando lei si è seduta a leggere, e deve averla colta di sorpresa perché sussulta sul posto.

«Cosa?» Chiede con voce assonnata, prima di rivolgermi uno sbadiglio.

«Stavi dormendo?» Le domando divertito. Non me ne ero accorto.

«Io? Dormire? No, assolutamente, stavo solo...» viene interrotta da un altro sbadiglio «riposando gli occhi. Sai, senza occhiali da lettura mi si affaticano un po'» spiega ricomponendosi.

Ha i capelli sciolti che le ricadono su un lato del viso e tenta di ricreare lo chignon che aveva quando è arrivata qui. La osservo mentre arrotola una grossa ciocca su sé stessa e la ferma con un elastico. Per un attimo mi ipnotizzo a guardarla.

«Allora, cosa volevi?»

Per fortuna la sua voce mi distrae. La stanchezza deve aver giocato brutti scherzi anche a me.

Mi ricompongo a mia volta e cerco di concentrarmi per ricordare quello che volevo dirle.

«Scusami se ho disturbato il tuo riposino di bellezza, ma, come ti ho detto già una volta, non ti pago per questo.»

Ok, forse sono stato troppo acido ma lei non si fa abbattere dalla mia risposta.

«Scusami te se sono dovuta stare qui tutta la sera a leggere perché tu volevi fare lo stesso. Ora dimmi che c'è, così posso finalmente fare ciò per cui mi paghi. Per tutta la sera non mi hai chiesto nulla.»

«Perché non avevo domande da farti. È tutto chiaro e non ci sono cose lasciate al caso, per questo devo farti i complimenti. Infatti più che una domanda volevo fare una specie di appunto... alla situazione, non al libro. Voglio dire... è ironico che tu li abbia fatti cadere anche in Orgoglio e Pregiudizio

«Non è ironico, io amo quel libro» mi confessa con innocenza, come se non fosse evidente.

«Intendevo dire, che è ironico perché proprio adesso stai leggendo Orgoglio e Pregiudizio» le spiego.

«E tu mi hai svegliata solo per dirmi questo?» Ribatte con tono stanco.

«Allora ammetti che stavi dormendo!»

Risponde alla mia affermazione facendo roteare gli occhi.

«E poi volevo solo fartelo notare. Anzi, il mio era più un commento ad alta voce, non volevo svegliarti» aggiungo, sincero.

«Tranquillo, tanto credo che per me sia comunque ora di andare» dice dandosi una spinta con le braccia per alzarsi dal divano. Si stiracchia, aggiusta l'acconciatura e sistema i vestiti stropicciati. Resto a guardarla un secondo di troppo, poi mi riscuoto e la imito, schiarendomi la voce prima di parlare.

«Sì, hai ragione, si è fatto tardi.»

Prende il cellulare che aveva posato accanto a sé sul divano. Lo accende, probabilmente per controllare l'ora, e noto che strabuzza gli occhi non appena lo schermo si illumina.

«Cavolo, ma è mezzanotte passata! Domani devo svegliarmi presto per andare a lavoro. Devo sbrigarmi, non voglio ritrovarmi in metro i tipi peggiori di tutta New York!»

In metro a quest'ora? Ma cos'è, pazza? Inizia a racimolare le sue cose e in pochi secondi è pronta a scappare via. Se pensa che la farò uscire da sola per andare a prendere la metro è pazza veramente.

«Lascia perdere la metro, ti accompagno io» le comunico, iniziando a prepararmi.

«Non è il mio primo rodeo, me la caverò.»

«Non se ne parla, ti accompagno. Fine della storia.»

Il mio tono è forse troppo autoritario, ma sono stanco e infastidito dalla sua decisione.

«Cos'è, ti preoccupi per me?» Mi chiede guardandomi di sottecchi. Temporeggio prima di risponderle.

«Se ti succedesse qualcosa, chi lavorerebbe con me al manoscritto? E ora vieni, scendiamo» le dico senza darle il tempo di ribattere.

Lei mi segue senza fiatare e non protesta nemmeno quando la conduco verso un'ala della casa che non aveva ancora visto. In realtà, ci sarebbe molto da visitare, ma dovremo rimandare il tour a un'altra volta.

Scendo le scale velocemente e la sento seguirmi. Mi fermo non appena arriviamo in garage.

«Oh caz...»

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E cos'ha in garage? Una carrozza con Mr. Darcy come cocchiere?🤣

Tutto è possibile👀.


Lo scoprirai nel prossimo capitolo! A presto!👋


Ely🤎​

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