VIOLA
Tornata a casa, mi chiusi in camera e scoppiai in un pianto disperato.Persi la cognizione del tempo, la camera era buia e fuori aveva iniziato a piovere a dirotto come se il cielo si fosse spento con me.
L'unica cosa su cui riuscivo a concentrarmi erano le gocce che colavano sul vetro della finestra, come le lacrime sulle mie guance.
Il cuscino era pieno del dolore che sgorgava dai miei occhi, ormai non più di quel colore strano ma solo spenti.
Solo quando mi rialzai la testa, mi resi conto che era già passato tutto il pomeriggio, erano ormai le sette di sera e mia madre stava per rientrare.
Mi alzai dal letto e con la felpa mi asciugai le lacrime poi andai in bagno e mi guardai allo
specchio.
Vedevo solo la disperazione.Avevo gli occhi gonfi e impotenti davanti al dolore, i capelli arruffati e le guance arrossate.
Mi sciacquai il viso e scesi al piano di sotto.Mi sdraiai sul divano ed accesi la tv l'unica cosa che sarei riuscita a fare in quel momento era una bella maratona di "Gossip Girl" o "The Vampires Diaries" per non pensare più.
Ma lo squillare del mio cellulare mi impedì, di premere play.
"Numero Sconusciuto" feci a malapena in tempo a rispondere che qualcuno suonò alla porta e fui costretta a chiudere la chiamata.
La mamma si era scordata le chiavi, di nuovo.
"Scusa amore ho di nuovo dimenticato le chiavi, come è andata da Nicole?"
non risposi... non ne avevo la forza.
Ma la mamma è la mamma e subito si accorse che qualcosa non andava.
Mi posò una mano sul volto poi mi chiese:" Cosa è successo?"Abbassai la testa e lei capì tutto.
"Viola lo so che è difficile ma dobbiamo essere forti per lei e per noi perché non può esserci giornata che passiamo con lei senza sorridere, come se fosse l'ultima perché anche se fa male può essere l'ultima, non piangere amore mio io sono qui." poi mi asciugò una lacrima.
Proseguii io con tono soffocato e strozzato dalle lacrime che stavano iniziando a riemergere:
"Mamma non voglio che Nicole vada via come ha fatto papà, io ho bisogno di lei." mi abbracciò senza dire nulla ma quel l'abbraccio parlava più di mille parole.Eravamo solo noi.
NICOLE
Ero appena rientrata in stanza e mi ero trovata un ragazzo mai visto difronte al mio letto.Era carino...
Ma decisamente troppo grande per me.Sapeva il mio nome e lo ammetto inizialmente avevo pensato che fosse uno stalker psicopatico, poi mi aveva spiegato come erano andate le cose.
Ero contenta che Viola fosse passata, anche se non ero riuscita a vederla apprezzavo il pensiero.
Le volevo molto bene e non averla sempre accanto mi pesava anche se sapevo che il nostro rapporto non sarebbe mai cambiato, avevo comunque paura di perderla e di essere un peso per lei.
Per questo ultimamente mi ero allontanata.
Volevo che avesse una vita felice piena di sorrisi e non che piangesse per me, che di vita vivesse la sua.
Dopo aver parlato un po' con Brando mi resi conto di come brillavano i suoi occhi ogni volta che nominavo Viola, non poteva essere solo una mia impressione.
Un'idea mi balenò in testa: loro dovevano stare insieme, lui le avrebbe fatto vivere la vita che meritava, l'avrebbe fatta sorridere donandole l'amore che lei dava a me e che io non ero in grado di regalarle.

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green eye
Roman pour Adolescents⚠️IN REVISIONE⚠️ Nicole Soler è una ragazza diversa, con una vita sfortunata e piena di dolore. Tutto gira intorno agli altri e mai nulla si concentra su di lei. Ed anche questa storia, racconta di ciò che accade alle persone che le stanno vicine. ...