Le strade di New York sembravano infinite, le luci e i rumori mi travolgevano completamente. La Grande Mela, così come l'avevo sempre sognata, era ancora più spettacolare dal vivo. Ogni angolo emanava un'energia che mi faceva sentire piccola, ma allo stesso tempo parte di qualcosa di enorme, di vivo. Mentre camminavo lentamente tra la gente, con il cuore che batteva forte per l'emozione, improvvisamente sentii il mio nome. Una voce familiare mi raggiunse da lontano, e senza pensarci due volte, mi girai, i miei occhi subito alla ricerca di quella presenza.
E lì, davanti a me, con un sorriso che le illuminava il viso, c'era Megan. Non riuscivo a credere ai miei occhi. Corsi verso di lei, come se fossi stata trascinata da una forza invisibile, e quando la raggiunsi, la abbracciai con tutta la forza che avevo, come se non l'avessi vista da anni. Il suo calore mi riempì di una gioia indescrivibile.
«Cosa cavolo ci fai qui?» le chiesi, con un sorriso incredulo stampato sul volto, mentre continuavo a stringerla forte a me.
Megan rise, un suono che mi fece sentire a casa in quel mare di persone. Poi, con una luce negli occhi che solo lei sapeva avere, rispose: «Ti ricordi di quella famiglia che mi aveva adottato? Bene, sono americani.»
Non potevo credere alle sue parole. La sua risposta mi lasciò senza fiato, ma la felicità di ritrovarla lì, accanto a me, faceva dimenticare ogni altro pensiero.
«Visto che ci siamo ritrovate, perché non mi consigli un bar dove fare colazione?» dissi, prendendola delicatamente a braccetto. La città, che fino a poco prima mi sembrava così lontana e sconosciuta, adesso sembrava accogliermi in un modo diverso, più intimo, come se fosse già diventata parte di me. Camminammo insieme tra le strade affollate, il suono dei nostri passi si mescolava al frastuono della città, ma la mia attenzione era tutta su Megan, sul suo sorriso che sembrava illuminare l'intero quartiere.
Lei si fermò un momento, riflettendo, poi mi guardò con quell'espressione divertita che mi conosceva così bene. «Ah, ho il posto giusto per te. È un piccolo caffè non lontano da qui. I croissant sono da sogno, e il caffè... beh, ti farà innamorare di New York, te lo garantisco.»
Risi, sentendo il battito del mio cuore accelerare, non solo per l'emozione di essere in una città che avevo sempre sognato di visitare, ma anche per il fatto che ero finalmente di nuovo con lei, pronta a vivere insieme un'avventura che sapevo sarebbe stata indimenticabile.Megan mi guidò attraverso le strade di New York, il nostro passo era sincronizzato mentre chiacchieravamo di tutto e di niente.
Dopo qualche minuto di cammino, Megan si fermò davanti a una piccola vetrina, decorata con piante verdi che aggiungevano un tocco di vita e colore all'ambiente. Il locale non era grande, ma aveva una calda atmosfera che invitava a fermarsi. Un'insegna semplice, ma accogliente, recitava "Caffè & Co.".
«Ecco il posto che ti dicevo.» disse Megan con un sorriso complice, come se fosse un segreto solo nostro. «Ti piacerà, lo so.»
Entrammo e subito un'ondata di calore ci avvolse. L'interno era rustico ma raffinato, con muri di mattoni a vista e tavolini di legno scuro. La luce soffusa che filtrava dalle finestre creava un'atmosfera intima e rilassante, perfetta per iniziare la giornata in modo tranquillo.
Ci sedemmo vicino alla finestra, da dove si poteva vedere la frenesia della città che non si fermava mai, ma dentro, nel piccolo angolo di tranquillità, tutto sembrava sospeso. Il cameriere, un giovane con un sorriso gentile, ci chiese cosa volessimo ordinare.
Megan non esitò: «Due cappuccini e due cornetti al cioccolato, grazie.»
Guardai il menu, ma in realtà non avevo bisogno di pensarci troppo. Il suo entusiasmo era contagioso.
Mentre aspettavamo, mi guardai intorno, ammirando il piccolo rifugio che Megan aveva scelto. Il tempo sembrava rallentare in quel posto, e mi sentivo felice, serena. Forse era il profumo del caffè, o forse era il ritrovarmi con una persona che conoscevo così bene.
Megan mi guardò, come se avesse letto nei miei pensieri. «Spero che ti piaccia qui.» disse, il tono della sua voce morbido. «È un posto che mi ricorda tanto quando sono arrivata a New York. Era il mio piccolo angolo di pace in mezzo al caos.» Annuii, riconoscendo in quelle parole un legame che superava il tempo e le distanze. «Mi piace già.»risposi sinceramente, sorseggiando il cappuccino che ci avevano appena portato. Il sapore era perfetto, cremoso e avvolgente. Era proprio come immaginavo: New York aveva una magia tutta sua, capace di sorprenderti in ogni angolo, anche nel più semplice dei momenti.

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𝐄𝐍𝐃𝐋𝐄𝐒𝐒 𝟏
RomantizmSofia García è una ragazza di soli 17 anni , stata abbandonata in tenera età davanti alla fondazione "Casa de los Sueños" ha vissuto la sua intera infanzia circondata da persone che la facevano sentire costantemente fuori posto. Fino a quando una fa...