6 NESSUNO MI PUÒ GIUDICARE

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In questo capitolo ci sarà una scena in biblioteca tra Emy e Adam.
Prima del ballo, che si terrà dal capitolo 7, Emy comincia a capire che forse Adam nasconde qualcosa, spesso nelle conversazioni si blocca e cambia discorso.

🎧Ho accompagnato la creazione di questo capitolo con la canzone
Nessuno mi può giudicare
Di
Caterina Caselli

Spero vi piaccia, vi aspetto nei commenti.

"A tutti piace predicare, anche se sappiamo insegnare soltanto ciò che non vale la pena di imparare."

Cit. Jane Austen

«Adam questa ragazza non ha intenzione di chiedere scusa. Sono anche tue amiche, fai qualcosa».
Adam mi guarda divertito «Emy, "amica mia" noi andiamo via»
«Ma Adam! Tutto qui? Devo risolvere da sola?» la ragazza era sempre più irrequieta.
«Sentiamo come vorresti risolvere?» Clara era pronta all'attacco.
«Sì Adam, tutto qui?» io preferisco prenderlo in giro.
«Ragazze facciamo così, decido io. Vi siete capite male tutte e tre adesso noi andiamo via e non ci vediamo più. Almeno fino al party».
«Non vedo l'ora!» uso il sarcasmo ma la tipa non vuole capirlo, o forse non è in grado.
«Cosa vorresti insinuare? Lui starà insieme a me».
«A noi sappi che va benissimo. Adam andate via che è meglio ».
Così Adam esce velocemente portando via con sé la sua versione femminile. Acida e piena di sé, proprio come lui.
Andando via lui ha lasciato dietro di sé una scia di disagio, il mio disagio. Non capisco cosa gli passi in quella testa, probabilmente vuota, che si ritrova!. È sempre pungente, antipatico e soprattutto si sente un tantino troppo superiore a noi comuni mortali che siamo qui sulla terra semplicemente per cercare di vivere un'esistenza degna di essere chiamata vita. Con molta probabilità lui crede di essere una figura celeste pronta a donarci la grazia solo per il semplice fatto che ci degna, qualche volta, di uno sguardo.
«Cosa credi che succederà al party Emy? Io comincio a credere che ci saranno troppe situazioni spiacevoli. Vedendo Aron e la tipa con cui si è fatto accompagnare oggi, non penso che nel suo cervello e nel suo cuore ci sia del buono».
Non ha tutti i torti la mia amica. Adam è portatore di guai, lo stesso lo sono, quasi tutti quelli che gli girano intorno. Ci sarà da restare a bocca aperta alla festa quella sera.
«Se hai cambiato idea possiamo passare la serata a guardare serie su Netflix o altro. Dovrei cercarmi anche un piccolo impiego, ancora non mi sono impegnata troppo per questo effettivamente»
«Lo troveremo il tuo lavoro part-time ma noi andremo a quella festa e niente e nessuno potrà impedirlo».
Scelto i vestiti e terminata anche la manicure io e Clara decidiamo di andare a mangiare e poi dritte in camera in alloggio a riposare. Il giorno dopo avevo un impegno in Biblioteca e la seduta con la mia terapista. Avrebbe trovato un grande caos in quella testa incasinata, la mia mente era sempre piena di pensieri, dubbi e paure. Stavo migliorando ma non era abbastanza per me, volevo fare di più.
Mi sono alzata prima che la sveglia potesse strillarmi contro, avevo troppe cose da fare durante la giornata e stranamente la notte avevo dormito benissimo. Devo ammettere che forse, qualche volta, dovrei passare delle giornate come quella di ieri, tralasciando l'incontro con i due primitivi al negozio ma il resto mi ha aiutata a non pensare e programmare troppo.
La prima lezione della giornata fila liscia soprattutto perché io e Adam non frequentiamo quel corso insieme. Così mi lascio del tempo per prendere a portar via del caffè e un bignè e mi dirigo in biblioteca. Adoro la biblioteca per mille motivi ed uno di questi è perché posso isolarmi più del solito e stare tranquilla. Dalle finestre arriva una luce stupenda e si vede tutto il verde che avvolte l'università. Scrivere il mio diario qui dentro sarebbe così liberatorio, soprattutto in certi orari che l'edificio è vuoto ma io non faccio uscire il mio fedele amico dal suo nascondiglio. Ho il terrore di perderlo e se qualcuno leggesse tutto quello che ho scritto, sarebbe la fine per me.
Mi metto a lavoro e trovo quasi tutti i testi che mi occorrono e tra un sorso di caffè e un morso al bignè passa un'ora e neanche mi accorgo del tempo passato. Raccolgo le mie cose e pulisco il tavolo, sono estremamente precisa su alcune cose, poi mi dirigo verso il punto informazioni per prendere in prestito un testo essenziale per la mia ricerca. Prima di arrivare al punto info in un punto nascosto della biblioteca, mi blocca una figura imponente.
«Che ci fai qui?»
Santo cielo è sempre in mezzo!
«Che ci fai tu qui? Quindi sai leggere?»
«Purtroppo per te sì. Quindi ti piace la biblioteca è?»
«Avevo bisogno di alcuni testi e poi sì mi piacciono le biblioteche e pagando la retta credo proprio di aver diritto a stare qui, non trovi?»
«Non ti scaldare era solo una domanda...Emy!»
«Allora dove si trova la tua dolcissima metà? Comunque complimenti è di una finezza che spezza il cuore»
«Non fare la gelosa non ti dona sai? Piuttosto il tuo amichetto? Io l'ho visto proprio cinque minuti fa chiacchierare con una moretta niente male! Non è un angelo il tuo Micheal, non farti ingannare. Stai con gli occhi ben aperti»
«Certo voi due vi stimate da quel che vedo. La diffidenza che provate l'uno per altro mi fa provare tanta tenerezza».
Adam resta in silenzio e mi fissa in un modo strano, non riesco a capire se sia odio, disprezzo o altro. Quello che so è che molto spesso ha questi momenti di silenzio e lo sguardo senza espressione. Mi manda in tilt non riesco a capirlo.
«Quindi cosa hai preso in prestito? Jane Austen?»
«No. Dei testi per una ricerca che sto conducendo per un corso. Sappi comunque che leggere la Austen è solo arricchimento, dovresti provare sai? »
«Immaginavo. Non so il perché ma voi ragazze andate matte per lei. Cosa ci trovate in quei libri? Anche tu quindi una irrecuperabile romantica. Pensavo fossi più con i piedi per terra».
Quando vorrei spiegargli che tutto quello che ha detto è da persone prive di empatia ma dubito capirebbe.
«Sicuramente Michael si potrebbe appassionare a quei classici che ami tanto. Lui è come dire... falsamente accondiscendente»
«Perche nomini sempre Michael? Comincio a credere che possiedi poca autostima e distruggendo gli altri forse ti senti più forte»
«Possiedo un'enorme autostima io! Tu? Non rispondere tanto già ti ho capita. Ora se non ti dispiace vado a recuperare anche io un libro per un corso».
Veniamo interrotti dalla responsabile della biblioteca e ovviamente neanche mi considera, la sua attenzione è tutta per Adam.
«Signor Adam ecco quello che mi ha richiesto. Sono felice di poterla accontentare»
«Grazie Felicia».
Lui mi guarda imbarazzato ed è la prima volta che lo vedo così, non è per niente da lui.
«Per me è un piacere. Porti i miei saluti a suo padre, mi raccomando».
Mi ricordo quando Michael mi disse che la biblioteca e non solo, era una proprietà della famiglia di Adam. Mi si spezza il cuore, una cosa così bella in mano ad uno così e tra l'altro non apprezza classici come quelli di Jane Austen, che io adoro invece. Devastante per me da accettare.
Decido di non fare nessuna battuta e fare finta di non aver notato il comportamento di Felicia e quindi di sapere lui chi è in realtà.
«Ci vediamo alla festa. Passa una buona giornata, Emma».
Mi ha chiamata con il mio nome per intero. Cosa starà pensando?
«Anche tu, Adam».
Aspetto vada via dalla biblioteca e poi mi dirigo anche io fuori da lì, ma prima noto un quadro con una dedica al finanziatore di questa splendida biblioteca e credo sia proprio il padre di Adam.
Mi dà l'idea che spesso lui non voglia parlare di sé. Se fosse così lo capisco perché io provo lo stesso e sentire empatia per Adam in questo momento non è sbagliato. Non lo dirò a nessuno e anche fosse nessuno mi può giudicare, nessuno.
Mi dirigo dalla terapista, ho molte cose da dirle. Farò lo stesso con il mio diario sull'incontro con Adam in biblioteca ho questa sensazione strana come se lui nasconde qualcosa.
Sento che sta per succedere qualcosa di strano.

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