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il giorno dopo io Martina passammo tutto il tempo a piangere, urlare, disperarci, sclerare. Stavamo decidendo cosa portare nella nostra amata Spagna, ma ogni secondo mia sorella si metteva urlare "cu, cu, CUBARSÍ" perciò le tirai una bella ciabatta in testa, perché non la sopportavo più.
M:"AHIA! Va che divento nera come Lamine"
a quella battuta di mia sorella risi così tanto che caddi dal letto.
M:"Non morire proprio adesso che devi vedere Héctor"
D:"È lui che mi fa morire ogni giorno pubblicando foto"
M:"UUUUUUUUUUUUUUUUUUU potrei denunciare Héctor per far morire mia sorella ogni giorno"
e scoppiammo a ridere come delle drogate.
A un certo punto mi arrivò una notifica, era mia madre che mi aveva appena mandato un messaggio vocale.
D"Martina la mamma mi ha inviato un audio"
M:"oddio adesso ci insulta"
nell'audio si sentiva mia madre che diceva
MAM:"PAZZE DI MERDA LA SMETTETE DI URLARE!?? SE FATE COSÌ NON VI PORTO PIÙ DA FORTE E CUBARSINO, si chiamano così quei coglioni?"
a questa bellissima dichiarazione io e Martina ci iniziammo a buttare per terra per il troppo divertimento. Eravamo felici e lo sapevamo.
D:"mamma si chiamano Fort e Cubarsí, ancora non lo hai capito?" risposi anche io a mia madre con un audio.

Dopo mezz'ora di risate e scleri, non avevamo ancora preparato un cazzo per la valigia.
M:"Héctorina dobbiamo iniziare a fare la valigia seriamente sennò il fighissimo signorino Fort non lo rimorchi"
D:"COGLIONA DI MERDA, non puoi dire che Héctor è figo" dissi ovviamente in modo ironico
M:"io posso dire quello che voglio baby" e allora iniziai a tirarle schiaffi su schiaffi
Noi giocavamo così, era il nostro modo di scherzare.
Mentre preparavamo le valigie, mia sorella non trovava più un fermaglio, cosa per lei assolutamenre fondamentale, e si mise a urlare
M:"DENISE NON TROVO PIÙ IL FERMÍN"
D:"IL FERMÍN?¿" risposi confusa, mentre ridevo a crepapelle
M:"ODDIO AHAHAHAHAHAHAHAH HO SBAGLIATO, volevo dire il fermaglio"
D:"ora tu mi spieghi come da fermaglio sei passata a Fermín"
M:"eh sai stupida parliamo così tanto di loro che ormai scambio pure le parole"
effettivamente aveva ragione, non facevamo altro che parlare di calciatori. La nostra vita era composta da: calcio, calcio, calcio, calcio e ancora calcio

Il tempo di finire le valigie si era già fatta l'ora di cena.
MAM:"Denise, Martina, venite è prontooo" urlò mia madre dal piano di sotto
D:"ARRIVIAMOOOOOOOOOO"
Durante cena, mio padre ci spiegò cosa avremmo dovuto fare appena arrivati in Spagna
PAP:"Allora ragazze pazze, appena arriviamo in Spagna ci sarà Xavi in aereo ad aspettarci per darci le chiavi. Ci accompagna in albergo e poi nel pomeriggio andiamo a visitare Barcellona"
D&M:"PERFETTO" urlammo contemporaneamente io e mia sorella
M:"toccati il naso" disse Martina.
Giuro non ce la facevo più con questa, ma era la mia pazza preferita e compagna di avventure
MAM:"siete felici?" ci chiese mia madre
D:"si, siamo Félix" risposi contenta della mia battuta
M:"batti il cinque girllll"
MAM:"non vi sopporto più, basta io me ne vado" esclamò mia madre ridendo
PAP:"pessima battuta" disse mio padre mentre ci dava il bacino della buonanotte
"dai andate a dormire che domani dovete svegliarvi presto"
quando rimanemmo sole, mia sorella si girò verso di me, ma stavolta in modo serio disse
M:"renditi conto che a quest'ora domani saremo in Spagna" e riprendemmo a sclerare come se non lo avessimo già fatto abbastanza tutto il giorno

¿Qué somos tú y yo? - 𝘏é𝘤𝘵𝘰𝘳 𝘍𝘰𝘳𝘵Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora