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"e tu una bugiarda" Héctor uscì lasciandomi lì sola, impalata. Rimasi immobile per almeno 5 minuti, incredula di fronte a tutto quello che era appena successo. Vi lascio immaginare cosa passasse nella mia mente quando Héctor si avvicinò a me in quel modo pericoloso. La mia voglie di premere le mie labbra sulle sue era alle stelle, ma sapevo che non sarei stata rispettosa nei suoi confronti. Mi sentivo a fuoco, il mio cuore e la mia anima stavano bruciando. Per non parlare di quando mi parlava all'orecchio, le farfalle nello stomaco si divertivano a svolazzare qua e di là. È che questo ragazzo mi mandava completamente in tilt, facendomi dimenticare pure il mio nome. Quando lo vedevo, per me non esisteva più nulla.
Bello essere innamorata di un calciatore stronzo che ti odia e non ti filerà mai?

Decisi di andare in bagno a sciacquarmi la faccia, almeno per riprendermi un po'. Cosa che ogni minuto diventava sempre più impossibile, visto che l'immagine di Héctor così vicino a me non andava via. Mi ossessionava, qualsiasi cosa di lui mi ossessionava. Mi arresi e tornai in sala con il cuore che batteva all'impazzita. Il mio sguardo incontrò quello di Héctor, anche se per pochi secondi, visto che lui staccò subito i suoi occhi da me. Odiavo quando faceva così, insomma non capivo mai cosa gli passasse per la testa. Mi odiava ma allo stesso mi guardava.

X.H:"Héctor dai andiamo, si è fatto tardi"
Gesù ma il tempo non poteva fermarsi? Avrei voluto guardare ancora e ancora quei suoi occhi nocciola, i suoi ricciolini,la sua figura perfetta mentre guardava il cellulare senza mai fermarmi. Droga. Questa è la parola giusta per racchiudere quello che Héctor era per me, semplicemente droga.

Lui annuì, successivamente salutò i miei genitori con una stretta di mano e mia sorella con un'abbraccio. Cazzo quanto la invidiavo.
Quando fu il mio turno, lui si avvicinò al mio orecchio, e mi sussurrò
H.F:"ciao, spero di non rivederti mai più. Fai buon viaggio"
sentì gli occhi pizzicare, le lacrime minacciavano di scendere. Era incredibilmente stronzo. Perché doveva fare così male? Tutti gli occhi erano puntati su di me mentre cercavano di capire del perché io avessi gli occhi così lucidi. Senza dire nemmeno una parola corsi in bagno, cominciando a piangere. Questa era la seconda volta che succedeva per lui, la seconda volta che mi feriva con quelle parole che uscivano dalla sua bocca maledettamente perfetta.

HÉCTOR'S POV
appena pronunciai quelle parole, mi resi conto di quello che avevo appena detto. Per la seconda volta non ero riuscito a tenere i miei pensieri per me. Per la seconda l'avevo ferita, probabilmente. So quello che si prova a essere delusi dalla persona che si ama, l'ho provato anche troppe volte. Mi arrivò la conferma quando vidi i suoi occhi spegnersi e diventare lucidi. Era troppo tardi per sentirti in colpa Héctor, ormai il guaio l'avevi fatto. Corse in bagno senza dire neanche una parola.
H.F:"perdonami Xavi" e senza nemmeno aspettare la sua risposta, andai verso il bagno.
La sentivo piangere, singhiozzare, ed era tutta colpa mia. Non volevo ferirla così, non dopo aver letto quel foglio che dimostravano quanto lei tenesse a me. Bussai alla porta, ma nessuna risposta.
H.F:"Denise non volevo dire questo"
ma ancora nessuna risposta.
H.F:"Denise perfavore scusami, non volevo"
per la milionesima volta, senza risposta.
Bussai ancora più forte,non avrei smesso e non avrei messo piede fuori da questa casa senza averle chiesto scusa guardandola negli occhi, altrimenti non me lo sarei mai perdonato.
H.F:"cazzo Denise, finché non apri questa porta io rimango qui"
D:"VAI VIA"
H.F:"no, non me ne vado"
D:"lasciami in pace Héctor. Sei solo uno stronzo che vuole solo attenzioni. E io sono solo una stupida che credeva che tu fossi una bella persona" a ogni parola che pronunciava mentre piangeva, il mio cuore si spezzava. Stavo causando tutto quello che io avevo sempre subito e odiato: dolore. Non volevo ferirla così, non volevo far male a quel cuoricino d'oro. Mi sentivo estremamente in colpa, e in quel momento capì che non meritava una persona come me, non meritava di amare me. Lei meritava una persona che la facesse sentire come una principessa, che le dimostrasse amore giorno dopo giorno. Un secondo in più in questa casa equivaleva a un pizzico di dolore in più per lei, e questa cosa non potevo permetterla, le avevo già procurato abbastanza problemi
H.F:"scusami davvero con tutto il cuore. Sappi che non mi perdonerò mai per averti fatto così male, addio"
e la abbandonai per sempre. Avrei voluto guardare anche solo per un secondo i suoi bellissimi occhi che tanto mi facevano impazzire, ma non pieni di lacrime. Probabilmente non avrei retto se avesse aperto la porta, quindi meglio così.
Io sono il problema. Sia quando amo, sia quando sono amato. Sono sempre io.

¿Qué somos tú y yo? - 𝘏é𝘤𝘵𝘰𝘳 𝘍𝘰𝘳𝘵Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora