-CAPITOLO 5-

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Alle 19:00 in punto ci ritroviamo tutti nella nostra armeria.
È una stanza dove sono presenti tutte le armi, munizioni e uniformi che abbiamo comprato e che usiamo quando andiamo in missione.

 È una stanza dove sono presenti tutte le armi, munizioni e uniformi che abbiamo comprato e che usiamo quando andiamo in missione

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Ho radunato i migliori soldati che abbiamo: quelli più esperti, allenati e spietati; loro farebbero di tutto per la mafia.

Mentre ci stiamo armando e prendendo tutto il necessario per andare da Coco, entrano nella stanza anche Noah, Daniel e George.
Appena li vedo entrare mi giro di scatto per non incrociare il loro sguardo.

Il mio tentativo di evitare di parlare con loro fallisce nel momento stesso che George si avvicina e mi chiama.
«Jolanda che onore, andremo in missione insieme» mi rivolge parola costringendomi a girarmi verso di lui, alle sue spalle vedo Noah che ci osserva mentre parla con Daniel che è girato di spalle.
«Devi stare tranquilla ti proteggo io, sanno tutti che io sono il migliore» scherza facendomi un occhiolino. 

Non presto molta attenzione a quello che mi dice perché sono concentrata a cercare di non dimenticare di prendere nulla. 
«Madonna ragazzi che mortorio, forza su con la vita stiamo solo andando a parlare con Coco nulla di difficile, abbiamo fatto di peggio» dichiara George. 

Lui è così anche durante questi momenti più seri;
ride e fa battute per sdrammatizzare, ma soprattutto perché gli piace divertirsi e far ridere gli altri, però noi in questi casi cerchiamo di restare concentrati per quello che dovremmo fare.

«George cerchiamo di non fare i coglioni e concentrati che stiamo andando in missione» si fa avanti Josh, un ragazzo di quelli che ho scelto di far venire con noi.
Senza riflettere guardo in direzione di Noah che indurisce il volto e fa un passo avanti.
«Josh cosa cazzo vuoi? Siamo tra di noi e non ci sta neanche il signor Chevez;
George voleva solo smorzare la tensione che è molto visibile, cerca di fare il paraculo solo quando ci sta Chevez» lo aggredisce Noah.
«Cosa vorresti dire con ciò?» gli arriva vicino Josh.
Subito mi metto in mezzo tra i due allontanandoli con le braccia «finitela» affermo guardando entrambi.
«Ah forse volevi solo fare breccia nel cuore di Jolanda Chevez? Lo fai perché vuoi scopartela o perché pensi che lei possa mettere una buona parola per te con suo padre?» mormora Noah guardando prima me e poi Josh.
«Ti dico una cosa, è inutile che tu ci prova perché non riuscirai a fare nessuna delle due cose» sussurra Noah allontanandosi.
«Ma che cazzo gli prende?» mi domanda Josh.
«È un coglione non pensarlo» rispondo allontanandomi a mia volta verso le vetrine per prendere le radio.
«Ragazzi prendete le radio e sintonizzatevi nella 0.01, siamo il gruppo A» annuncio lanciando le radio a ognuno dei ragazzi.
«Siete tutti pronti?» domando ricevendo in coro un si.

Dopo poco entra mio padre e controlla se è tutto pronto. 
Noi siamo tutti in fila e lui ci passa avanti per osservare se è tutto sotto controllo.
«Bene vedo che siete pronti, Noah e Jolanda andiamo un attimo fuori che vi devo dire una cosa» ci chiama in disparte mio padre. 
Usciamo e ci allontaniamo per non farci sentire da nessuno.
«Sentite volevo solo ricordarvi che dovete fingere di stare insieme quando saremo da Coco, però mi raccomando dovete far finta anche quando siete qui dentro, quando ci sono persone nei paraggi. Perché non vorrei che qualcuno potesse dirlo e quindi far scoprire che è tutta una finzione».
«Singor Chevez per me va bene, ma ad una sola condizione, devo dire a Daniel e George la verità. Loro sono come dei fratelli per me e tra di noi non ci sono segreti» afferma Noah.

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