9- Nessuno ti amerà mai

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Il mattino dopo...
Pov's Celeste
Mi sveglio alle prime luci dell'alba nonostante abbia dormito pochissime ore.

Non riuscivo a chiudere occhio, pensavo a quello che fosse successo tra me e Diego.

Provo così tanto sdegno e ripudio verso me stessa.

Mi sono comportata come una donna facile che alla prima occasione si fa infilare la mano sotto il vestito.

Che risponde alle domande oscene che le poneva un uomo molto più grande di lei.

Mi sento una peccatrice, una che si è fatta trascinare dal desiderio lussurioso di quel uomo.

Se mio padre o mio fratello sapessero una cosa del genere mi ucciderebbero.

Come ho potuto comportarmi in quel modo?

Sono andata contro a tutte le regole e i valori che mi ha insegnato mia mamma.

Spero solo che Diego non riveli tutto a mio padre dichiarandomi come una puttana.

Sono così innamorata di lui che quando mi è vicino non riesco a controllarmi.

Mi rende vulnerabile, piegabile ad ogni suo volare.

Non immagino cosa potesse farmi se non si fosse fermato.

Mi rigiro tra le lenzuola sbuffando ma so che non riesco più a chiudere occhio.

Mi alzo dal letto, mi infilo una felpa lunga ed indosso un paio di pantofole.

Esco dalla mia stanza senza fare troppo rumore e mi dirigo nella mia stanza di arte per cercare di svagarmi.

Mi siedo sullo sgabello e prendo una matita per disegnare la prima cosa che mi viene in mente.

Le mie mani si muovono da sole, senza pensarci troppo.

Ripenso alla voce di Diego, alle sue mani virili sul mio corpo, alle sue labbra carnose e al suo corpo imponente.

Mi sento così presa da lui.

Resterei per ore a parlare senza mai stancarmi, vorrei trascorrere giornate con lui abbracciandolo e baciandolo.

Vorrei che venisse qui e mi portasse via da questa vita monotona.

Ma lui non vuole, per lui sono solo una bambina e mi ha detto chiaramente che non vuole approfittarsi di me.

Ciò significa che nei miei confronti prova solo desiderio sessuale.

Che stupida sei, Celeste!

Davvero pensavi che lui potesse innamorarsi di te?

Nessuno ti amerà mai.

La punta della matita di spezza per la pressione con cui disegno e mi distrae dai miei pensieri.

Do uno sguardo al disegno vedendo il viso di un uomo non ancora definito.

L'unica parte ben definita sono gli occhi.

Quelli di Diego.

Stavo disegnando il suo viso.

Mi alzo di scatto strappando il foglio dall'album per poi accartocciarlo.

Lo getto nel cestino ed esco dalla stanza con un buco allo stomaco.

Diego, cosa mi stai facendo?

Ho bisogno di parlare con qualcuno, e spero che Chiara voglia ascoltarmi.

Scendo al piano di sotto e mi dirigo nella sala da pranzo dove i miei genitori stanno facendo colazione.

《Buongiorno》
Dico ad entrambi prima di sedermi a tavola per mangiare qualcosa.

𝐃𝐄𝐒𝐓𝐈𝐍𝐘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora