8- Il desiderio

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Pov's Diego
Ci guardiamo per secondi interminabili.

Il desiderio ci sta mangiando, lei mi fissa le labbra ed io fisso le sue lucide perché le inumidisce con la lingua.

È una cazzo di dea.

Mi sta tentando da quando siamo rimasti soli.

Si vede che è eccitata, lo noto dal rossore delle sue guance e dal suo stato d'animo inquieto.

Forse nemmeno lei sa cosa sono queste sensazioni.

Effettivamente sono un bel uomo e tutte vorrebbero passare una serata con me.

Lei è stata graziata per la sua bellezza e perché il mio amico Simone l'ha fatto di proposito ad allontanare Giovanni.

Non che mi dispiaccia visto che ho detto io al fratello di andare.

Giovanni si fida ciecamente di me, non penserebbe mai che il signor Silvestri possa soltato sfiorare con il pensiero la sorella.

Nonostante sia un uomo molto temuto, non ho mai molestato o violentato ragazze.

Per me le donne sono sacre e tutta la nostra società lo sa.

Giovanni non ha pensato che io sono pur sempre un uomo e se mi rimani con una bambolina del genere difficilmente resisto.

Neanche lontanamente immagina che uno dei migliori amici del padre possa toccare sua sorella.

Eppure...

Il desiderio di lei è forte ed incontenibile.

Vorrei toccare e baciare ogni centimetro della sua pelle, assaporare il suo dolce profumo e sbatterla fino a farle perdere la voce per la goduria.

Vorrei sbatterla qui ed ora, su questo fottuto tavolo.

Vorrei vedere le sue labbra attorno al mio cazzo che lo avvolgono con goduria.

Vorrei tirarle i capelli, sculacciarla e renderla la mia fottuta puttanella.

Sto perdendo la ragione, la mia mente è annebbiata dal desiderio carnale.

La grazia dei suoi movimenti, la sua voce pacata e la sua obbedienza la rende perfetta ai miei occhi.

Rende ogni altra donna inguardabile.

Non so che potere ha e come ha fatto a stregarmi.

Questo vestito le fascia alla perfezione, il suo seno rimbalza ad ogni movimento ed io mi chiedo soltato se qualcuno ha avuto la grazia di scoparla.

Vorrei provarla in tutti i modi possibili ma lei appartiene alla mia società.

È la figlia di un mio collega di lavoro, l'ho vista crescere.

Non posso farle questo.

Mi sento un porco a pensare questo su una ragazzina di vent'anni quando dovrei cercare moglie.

Non dovrei farmi pensieri perversi e malati su Celeste.

《Signori, i vostri panini》
Dice la cameriera facendoci distaccare e spegnendo la fiamma della passione tra noi.

《Grazie》
Dice lei sorridendole e la mia cameriera ricambia congedandosi.

Guarda prima me poi il panino indecisa se iniziare a mangiare o meno.

《Piccola, mangia》
Le sussurro e lei timidamente afferra una patatina portandosela alla bocca.

Inzio a mangiare anch'io guardandola sott'occhio per osservare ogni suo movimento.

𝐃𝐄𝐒𝐓𝐈𝐍𝐘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora