Capitolo 6

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La mensa si trovava nello stesso edificio dei dormitori di conseguenza era molto veloce da raggiungere.

L'ambiente era caldo e accogliente, grazie anche al grande camino che veniva acceso ogni mattina, e l'aria era pervasa da un profumo continuo di caffè.

La stanza era illuminata dalla luce che entrava dalle grandi finestre a volta e dai due lampadari appesi al soffitto.

Il cibo non era male, certo non ci voleva molto per trovare qualcosa di meglio ma in compenso era gratis per noi studenti.

Mi guardai intorno in cerca dei miei amici, infine vidi Kai alzare la mano nella mia direzione, a mia volta alzai la mia e mi diressi verso di loro.

Ero in ritardo, non di molto parliamo di dieci minuti.

Si erano portati avanti prendendo posto al nostro solito tavolo.

Man mano che mi avvicinavo notavo ad una ad una le loro facce assonnate, come la mia d'altronde; Il lunedì era sempre una sfida, sapevi che avevi davanti a te una lunga settimana piena di impegni e responsabilità, il che faceva sembrare il weekend appena passato già un lontano ricordo.

Diedi il buongiorno a tutti e presi posto di fianco a Henry concentrato a scarabocchiare sulla sua agenda il disegno di un fiore.

Mi avvicinai appoggiando un gomito sul tavolo, e portandomi la mano sotto il mento dissi: <"Dovresti seguire qualche corso di disegno secondo me, sei davvero bravo"> lo guardai, <"mi piacerebbe"> mi rispose appoggiando la biro,<" ma se dovessi fare anche quello non penso che avrei neanche il tempo per respirare"> concluse ridendo.

In quel momento sentì una forte fitta provenire dalla spalla che aveva attutito la mia caduta poco prima.

Non riuscì a trattenermi, sussultai socchiudendo gli occhi, con la mano destra afferrai la spalla e la strinsi leggermente nel tentativo di far passare il dolore.

Henry se ne accorse e smise immediatamente di ridere assumendo un'espressione preoccupata <"tutto bene?> mi chiese, <"non molto in realtà, sono andata a sbattere contro il muro in camera"> risposi, <"posso?"> mi domandò indicando la spalla.

Annui e tirai fuori il braccio dalla manica della felpa per permettergli di vedere meglio.

Per un secondo Henry sgranò gli occhi quindi volsi subito lo sguardo sul mio braccio.

Una grande macchia viola risaltava in contrasto con la mia carnagione.

In maniera delicata poi, mi prese il braccio per ruotarlo leggermente <"perché non hai applicato subito del ghiaccio?"> chiese, <"non ne ho avuto il tempo, e poi non mi sembrava fosse cosi grave"> risposi.

<"Dio Sophia, come è successo?"> intervenne Mia, <"ho avuto un giramento di testa e ho perso l'equilibrio, ma ora va molto meglio"> la rassicurai.

Ritrassi il braccio e mi rimisi la felpa, iniziavo ad avere freddo.

<"Hai almeno una crema o qualcosa di simile da utilizzare?"> domandò Kai, <"purtroppo no, ma devo già passare in farmacia per dell'aspirina. Prenderò anche quella"> spiegai, <"tranquilla..."> prese parola Henry, lasciando poi la frase in sospeso per voltarsi e tirare fuori qualcosa dal suo zaino, <"...prova questa">, mi porse una crema, <"io la uso quando mi capita di cadere da cavallo, è ottima"> concluse.

Ringraziai Henry e riposi la crema nella borsa, <"comunque dovessi stare ancora male non farti problemi a chiamarmi, okay?"> aggiunse, <"non preoccuparti non morirò"> risposi in modo scherzoso.

Iniziammo a ridere, Mia successivamente mi allungò un piatto con all'interno una brioche, <"l'ho presa per te, e ti conviene fartela piacere visto che era l'ultima"> sorrise <"come potrebbe mai non piacermi"> risposi potandomi una mano sul petto facendo la finta offesa.

In quel momento ci raggiunsero Elliot e Filippo.

Era strano vederli insieme, non erano esattamente sulla stessa lunghezza d'onda.

Elliot sosteneva che Filippo fosse troppo infantile e poco serio, mentre dall'altra parte Filippo sosteneva che Elliot fosse troppo rigido e noioso, ma era bello notare che trovavano lo stesso il modo di andare d'accordo.

Ci salutammo e finalmente iniziammo a mangiare.

Parlavamo di qualsiasi cosa, esponevamo le nostre idee senza paura di essere giudicati, ci aiutavamo sempre a vicenda, eravamo davvero un bel gruppo.

Non pensavo che sarei mai riuscita a trovare degli amici come loro, ho sempre avuto brutte esperienze.

Forse perché sono sempre stata troppo buona e forse è proprio quello che ha mi ha portato per molto tempo a subire cattiverie di ogni tipo.

Ho sempre voluto avere una personalità più forte, tante volte mi sono atteggiata in maniera diversa da come sono realmente, ma ora mi rendo conto di aver trovato persone che mi vogliono bene così.

In breve tempo eravamo diventati come una grande famiglia.

<"Stai ancora ripassando?"> chiesi ad Elliot che, concentrato su quello che stava leggendo, ci mise qualche secondo per rispondere, <"si, la sicurezza non è mai abbastanza"> mi rispose alzando lo sguardo e sistemandosi gli occhiali.

Era sempre stato una ragazzo molto ansioso in ambito scolastico, non perché non fosse bravo a studiare, anzi lo era anche fin troppo, ma perché i suoi genitori si aspettavano risultati eccellenti.

Noi facevamo sempre di tutto per tranquillizzarlo, anche se per la maggior parte delle volte i nostri tentativi non avevano l'esito sperato.

Nonostante ciò era davvero gentile, disponibile per qualsiasi cosa e il più delle volte era proprio lui che ci aiutava a ripassare per gli esami più importanti.

<"Con James?"> domandò Kai, <"tutto bene, è andato via ieri mattina. Un pò mi è dispiaciuto, non avevamo un gran rapporto ma abbiamo comunque condiviso la stanza per un anno intero"> replicò Elliot, <"e il ragazzo nuovo? l'hai già incontrato?"> volle sapere Henry, <"in realtà si, ieri sera. Era molto chiuso, quasi non parlava, però sono riuscito lo stesso a sapere che si chiama Aaron e che, come noi, frequenta la facoltà di letteratura"> spiegò.

Elliot alzò poi leggermente la mano indicando un punto alle mie spalle, <"eccolo, è lui"> disse.

Ci fermammo tutti a guardarlo per un secondo, si stava facendo strada tra i tavoli alla ricerca di un posto vuoto.

Spalancai leggermente gli occhi alzando le sopracciglia, un piccolo rivolo d'aria mi accarezzò il viso, lo riconobbi subito.

Era lui.

Doveva essersi accorto di avere diversi occhi puntati addosso perché si girò nella nostra direzione.

Tra tutti fui io ad incrociare il suo sguardo.

Percepì la stessa sensazione della sera prima, ma questa volta mi voltai immediatamente.

Sentivo di avere le guance arrossate per l'imbarazzo e, schiarendomi la gola, allungai il braccio per prendere un sorso d'acqua dal mio bicchiere.

Nessuno si accorse di nulla, proseguimmo quindi la colazione.

Una volta finito lasciammo la mensa e ci dirigemmo verso l'edificio in cui si tenevano le lezioni e arrivati li ognuno prese la propria strada.

Elliot corse via immediatamente, voleva accertarsi di arrivare in orario per il test, Mia, Filippo e Kai si diressero verso destra per la lezione di letteratura inglese, mentre io ed Henry ci avviammo dalla parte opposta per seguire quella di letteratura antica.

Like a Hurricane - ricordati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora