Capitolo 11

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Eravamo seduti sul molo.

I nostri piedi a penzoloni sopra la superficie dell'acqua che si increspava leggermente a causa del vento.

<"Come hai trovato questo posto?"> chiesi, <"cercavo un luogo tranquillo per studiare, per un attimo ho perso l'orientamento e alla fine sono arrivato qui"> rispose, <"tu invece?"> chiese proseguendo, <"già lo conoscevo, è veramente bello non trovi?"> chiesi a mia volta.

Passò qualche secondo, Aaron non mi aveva ancora risposto, quindi spostai il mio sguardo dal lago e lo indirizzai verso di lui.

Mi stava già guardando.

I suoi occhi vagarono brevemente nei miei, prima di spostarsi per guardare dritto davanti a sé.

<"È magnifico">, fu l'unica cosa che disse.

Capendo che non avrebbe aggiunto altro, gli porsi un'altra domanda <"cosa stavi studiando?">, chiesi indicando i fogli che precedentemente aiutai a raccogliere.

<"Non studiavo, componevo musica...

Suono il pianoforte"> rispose con un piccolo sorriso imbarazzato.

Il pianoforte.

Che fosse lui la scorsa notte?

Ero tentata di chiederglielo lo ammetto, ma alla fine, accantonai il pensiero, non mi sembrava il caso.

<"Anche mia sorella sta imparando e da mesi non fa altro" > esposi in maniera allegra.

<"Tu da quanto suoni invece?"> chiesi, spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio per via del vento, <"da tanto, non ricordo di preciso, ma dal momento in cui ho messo per la prima volta le mani sui tasti non ho più smesso, capisco perfettamente tua sorella. In più ho avuto un insegnate fantastico"> rispose, abbassando poi lo sguardo sulle sue mani con cui stringeva una foglia caduta vicino a lui poco prima.

Mi accorsi che aveva cambiato espressione, la sua bocca si piegò in un sorriso amaro e i suoi occhi diventarono lucidi.

Fui colta alla sprovvista, non sapevo cosa dire, ma non fu necessario pensare a come proseguire la conversazione perché Aaron, calando un velo di finta serenità sul suo volto, lo fece al mio posto ponendomi una domanda.

<"Tu invece? Suoni qualcosa?"> mi chiese, <"no, ci ho provato ma credo di essere proprio negata con gli strumenti, preferisco ballare sulla musica piuttosto che suonarla"> risposi ridendo cercando di alleggerire la situazione.

Lui ricambiò il mio sorriso e proseguimmo a parlare.

La luce del sole iniziava pian piano ad affievolirsi, segno che si stava già facendo tardi.

Non volevo andarmene, era così piacevole chiacchierare con Aaron, la sua presenza aveva un effetto calmante su di me e sentivo che potevo essere sincera su tutto perché era come se qualcosa dentro di me mi dicesse che lui non mi avrebbe mai giudicata.

A malincuore mi alzai e lui mi seguì subito dopo.

<"Mi ha fatto davvero piacere parlare con te"> dissi di getto, <"anche a me è piaciuto molto"> mi rispose lui con un piccolo sorriso imbarazzato sul volto.

<"Allora ci vediamo venerdì?"> mi chiese, <"certo! Fatti trovare pronto per le nove"> gli spiegai, <"perfetto, allora a venerdì"> disse, <"a venerdì"> lo salutai di rimando iniziando ad allontanarmi.

Continuando a camminare mi voltai, <"comunque qualche volta mi devi suonare qualcosa"> gli dissi, lui non parlò ma mi rispose solamente con un sorriso.

Dopo aver cenato decisi di prendermi del tempo per me stessa quella sera, volevo stare da sola.

Come prima cosa mi feci una doccia calda e subito dopo mi infilai il pigiama bello caldo.

Riordinai brevemente la stanza, preparai la borsa per le lezioni del giorno dopo e infine mi buttai sul letto.

La stanchezza si faceva particolarmente sentire, quindi non persi l'occasione e mettendomi comoda cercai immediatamente di prendere sonno.

Era da tempo che non andavo a letto così presto e mi dissi che qualche ora di sonno in più non poteva che farmi bene, ma come al solito la mia mente iniziò a dare voce a tutti i miei pensieri.

Ovviamente al centro di questi si trovava Aaron.

Non riuscivo a smettere di pensare a lui, ai suoi capelli biondi, ai suoi occhi azzurro ghiaccio che diventavano incredibilmente ancora più chiari quando illuminati dal sole, il suo modo di parlare, il suo rossore sulle guance quando si imbarazzava...

Pian piano le palpebre iniziarono a farsi più pesanti, sentivo la stanchezza prendere il controllo del mio corpo, quando all'improvviso mi ricordai di non aver tolto gli orecchini.

Solitamente non mi davano fastidio a letto ma era stata Mia a regalarmeli e non mi sarei mai perdonata se si fossero rotti per una mia leggerezza.

Mi portai le mani all'orecchio destro e tolsi l'orecchino per poi appoggiarlo sul comodino, spostai le mani per portarle all'altro orecchio ma le dita si strinsero intorno al vuoto.

L'altro orecchino non c'era più.

<"No! No! No!"> urlai in tono disperato.

Mi alzai dal letto accesi la luce e iniziai immediatamente a guardare ovunque.

Guardai sotto il cuscino, niente, spostai le coperte, nulla, aprì l'armadio ma ancora una volta ciò che cercavo non c'era.

In meno di cinque minuti la mia stanza era tornata ad essere un totale disastro.

Sembrava che dei ladri l'avessero ribaltata alla ricerca di tutte le cose di valore possibili ed immaginabili che potessero rubare.

Loro sarebbero riusciti sicuramente a trovare quello che cercavano, io invece ero ancora qui a mani vuote.

Avevo oramai perso le speranze, il mio viso era rigato da alcune lacrime.

Piangevo dal nervoso.

Controllai l'orario e ancora una volta si era fatto tardi.

A malincuore mi diressi nuovamente verso il letto, avrei continuato a cercarlo l'indomani.

Una volta sdraiata mi girai sul fianco cercando di rilassarmi ancora, ma in quell'esatto momento una notifica comparve sullo schermo del mio telefono.

Lo presi e guardandolo rimasi piacevolmente sorpresa.

Era un messaggio da parte di Aaron.

Aaron
Sophia spero di non disturbarti,
so che è molto tardi...
Quando sono andato via dal molo
ho trovato per terra
questo orecchino.
Mi sono reso conto immediatamente
che era il tuo, mentre parlavamo
ho notato che li stavi indossando.
Ti avrei scritto domani mattina
ma ho pensato che magari
lo stessi cercando...

Successivamente mi inviò una foto.

Era proprio lui!

Un sorriso enorme mi comparve in volto e aprendo la chat gli risposi subito.

Tranquillo non mi disturbi
affatto.
In realtà lo stavo
proprio cercando.
Pensavo di averlo perso hahaha.
Ti ringrazio <3

Aaron
Figurati.
Ti restituisco il favore
del segnalibro.
Te lo porto domani :)

Perfetto, grazie mille <3

Spensi poi il telefono.

Chiusi gli occhi e mi addormentai con il sorriso.

Like a Hurricane - ricordati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora