Raggiunsi finalmente la farmacia, attraversai la strada e mi fiondai verso la porta.
Feci per entrare quando andai a sbattere contro Aaron.
Oramai la cosa non mi meravigliava più devo essere sincera.
Ancora una volta sentì quella strana connessione e rimasi a fissarlo per qualche secondo, solo dopo mi accorsi che per colpa mia aveva fatto cadere un sacchetto con all'interno dei medicinali.
<"Scusami, sono davvero sbadato non ti avevo vista>" mi disse mentre si chinava per raccogliere le medicine.
Aveva una voce così profonda, come se quest'ultima trasportasse il peso della maturità che solo gli adulti posseggono.
<"No sono io a dovermi scusare. Ero di fretta e non ho fatto attenzione>" risposi immediatamente e chinandomi a mia volta per aiutarlo a raccogliere tutto.
<"Tu..."> disse con voce incerta <"conosci Elliot vero?"> mi chiese guardandomi mentre gli porgevo un flacone con delle pastiglie, <"si siamo amici da tempo. Mi ha detto che sei il suo nuovo compagno di stanza"> risposi, <"è vero, mi sono trasferito solo questa mattina. Spero di non avergli fatto una brutta impressione"> replicò con un timido sorriso, <"tranquillo gli piaci già"> lo rassicurai.
<"Oh! Non mi sono presentata, sono Sophia"> spiegai allungando la mano verso du lui, <"Aaron"> e così dicendo me la strinse.
La sua presa era così delicata, dolce, quasi avevo paura di potergli fare male.
<"Comunque, so che può sembrare strano ma..."> iniziai a parlare mentre tiravo fuori il suo segnalibro dalla borsa, <"oggi sono andata a studiare alla Bodleian e ho trovato questo dentro al libro che stavo consultando"> conclusi porgendogli ciò che gli apparteneva.
Lui lo prese e l'osservò per un secondo, poi spostò lo sguardo nella mia direzione, <"non so come ringraziarti, pensavo che non lo avrei più rivisto. È molto importante per me">, <"non ringraziarmi sono stata molto fortunata"> risi e lui si unì a me, <"avercela io la tua fortuna, ultimamente me ne servirebbe un pò"> replicò e continuammo a ridere insieme.
<"Meglio che mi sbrighi se non voglio farmi chiudere fuori"> dissi indicando la farmacia alle sue spalle, <"comunque mi ha fatto piacere conoscerti"> aggiunsi sorridendo, <"anche a me"> rispose, <"senti io e i miei amici organizziamo un'uscita tranquilla venerdì sera, vuoi unirti?"> chiesi di getto, <"okay, va bene"> replicò in maniera leggermente imbarazzata lasciando trasparire la sua timidezza.
<"Ti lascio il mio numero, così possiamo tenerci in contatto"> proposi, <"perfetto"> rispose.
Mi porse il cellulare e io scrissi il mio numero, infine fece fare uno squillo veloce al mio telefono così da permettermi di salvare il suo a mia volta.
<"Quindi a domani"> dissi, <"a domani"> rispose, e ci salutammo.
Non sapevo perché, ma percepivo tutto ciò come l'inizio di qualcosa di positivo.
Qualcosa che mi avrebbe cambiata.
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Like a Hurricane - ricordati di me
RomanceSophia è una ragazza gentile, curiosa e forse ultimamente con la testa tra le nuvole. Frequenta il secondo anno dell'università di Oxford, dove vive una vita normale, divisa tra lezioni, studio e serate passate in compagnia dei suoi amici. Da tempo...