Capitolo 9

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Raggiunsi finalmente la farmacia, attraversai la strada e mi fiondai verso la porta.

Feci per entrare quando andai a sbattere contro Aaron.

Oramai la cosa non mi meravigliava più devo essere sincera.

Ancora una volta sentì quella strana connessione e rimasi a fissarlo per qualche secondo, solo dopo mi accorsi che per colpa mia aveva fatto cadere un sacchetto con all'interno dei medicinali.

<"Scusami, sono davvero sbadato non ti avevo vista>" mi disse mentre si chinava per raccogliere le medicine.

Aveva una voce così profonda, come se quest'ultima trasportasse il peso della maturità che solo gli adulti posseggono.

<"No sono io a dovermi scusare. Ero di fretta e non ho fatto attenzione>" risposi immediatamente e chinandomi a mia volta per aiutarlo a raccogliere tutto.

<"Tu..."> disse con voce incerta <"conosci Elliot vero?"> mi chiese guardandomi mentre gli porgevo un flacone con delle pastiglie, <"si siamo amici da tempo. Mi ha detto che sei il suo nuovo compagno di stanza"> risposi, <"è vero, mi sono trasferito solo questa mattina. Spero di non avergli fatto una brutta impressione"> replicò con un timido sorriso, <"tranquillo gli piaci già"> lo rassicurai.

<"Oh! Non mi sono presentata, sono Sophia"> spiegai allungando la mano verso du lui, <"Aaron"> e così dicendo me la strinse.

La sua presa era così delicata, dolce, quasi avevo paura di potergli fare male.

<"Comunque, so che può sembrare strano ma..."> iniziai a parlare mentre tiravo fuori il suo segnalibro dalla borsa, <"oggi sono andata a studiare alla Bodleian e ho trovato questo dentro al libro che stavo consultando"> conclusi porgendogli ciò che gli apparteneva.

Lui lo prese e l'osservò per un secondo, poi spostò lo sguardo nella mia direzione, <"non so come ringraziarti, pensavo che non lo avrei più rivisto. È molto importante per me">, <"non ringraziarmi sono stata molto fortunata"> risi e lui si unì a me, <"avercela io la tua fortuna, ultimamente me ne servirebbe un pò"> replicò e continuammo a ridere insieme.

<"Meglio che mi sbrighi se non voglio farmi chiudere fuori"> dissi indicando la farmacia alle sue spalle, <"comunque mi ha fatto piacere conoscerti"> aggiunsi sorridendo, <"anche a me"> rispose, <"senti io e i miei amici organizziamo un'uscita tranquilla venerdì sera, vuoi unirti?"> chiesi di getto, <"okay, va bene"> replicò in maniera leggermente imbarazzata lasciando trasparire la sua timidezza.

<"Ti lascio il mio numero, così possiamo tenerci in contatto"> proposi, <"perfetto"> rispose.

Mi porse il cellulare e io scrissi il mio numero, infine fece fare uno squillo veloce al mio telefono così da permettermi di salvare il suo a mia volta.

<"Quindi a domani"> dissi, <"a domani"> rispose, e ci salutammo.

Non sapevo perché, ma percepivo tutto ciò come l'inizio di qualcosa di positivo.

Qualcosa che mi avrebbe cambiata.

Like a Hurricane - ricordati di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora