La sveglia suona, strappando Noah al dolce oblio del sonno. Stiracchiandosi, si prepara per la giornata scendendo in cucina, dove trova sua madre già impegnata.
"Buongiorno!" dice, cercando di nascondere il suo umore assonnato.
"Buongiorno, tesoro!" risponde lei, con un tono affettuoso.
"Tutto bene ieri sera? Avete fatto serata tu e Chris?"
Noah sussulta e i suoi occhi si spalancano, ma evita di alzarli verso di lei, temendo che possa intuire qualcosa.
"Hai suonato?" chiede sua madre, guardando verso il pianoforte.
Prendendo un respiro profondo, Noah risponde con un sorriso. "Sì!"
Sua madre si avvicina e gli da una pacca sulla spalla.
"Chris è un buon amico, ti fa bene stare con lui."
Qualsiasi figlio sarebbe stato grato per l'approvazione dei genitori riguardo alle amicizie, ma Noah non riusciva a trovare soddisfazione in quelle parole. Era questa l'immagine che sua madre aveva, due amici. Non era ciò che desiderava che fosse, non con Chris. Si limitò ad annuire e a sorridere, senza dire nulla.
Seduto a tavola, affonda i denti in una fetta di torta di mele, con una fame insaziabile. Beve qualche sorso di caffè, fissando il vuoto davanti a sé, quando un colpo di clacson lo scuote dai pensieri.
E' arrivato Chris.
E' diventata una routine andare e tornare insieme da scuola. Nonostante avessero passato insieme le ultime ore, Noah tradiva un evidente nervosismo e sperava solo che sua madre non ci desse troppo peso.
Uscito di casa, l'aria fresca lo fece rabbrividire, rimpiangendo di non aver preso una felpa.
Chris, come sempre, gli porse il casco.
Ma Noah non si preoccupava troppo del freddo. Lo avrebbe usato come scusa per avvicinarsi di più a Chris. Sorrise mentre partivano e si dirigevano verso il solito bar.
Non parlarono della notte passata. Parlare significava estrarre la loro intimità dallo spazio privato che avevano costruito, portarla in un mondo esterno che non era pronto a accettare due ragazzi che si cercavano e si frequentavano come loro. Il mondo in cui Chris era solo un amico e non la persona che gli faceva battere il cuore.
Invece, si organizzarono per la festa che si sarebbe tenuta fra un paio di giorni. Entrambi avevano invitato le loro ragazze e sarebbe stato davvero scortese lasciarle venire da sole. Dovrebbero fare buon viso a cattivo gioco.
Noah avrebbe passato a prendere Chris con la sua auto, poi sarebbero andati a prendere Emma e Aileen, visto che Chris non aveva la macchina. A entrambe era chiaro che non si trattava di un appuntamento, ma solo di cortesia. Spero.
Al ritorno, Chris porge la sua felpa a Noah che la indossa con un sorriso, poiché gli va molto larga.
Chris lo accarezza con il pollice sulla guancia.
"Sembri Cucciolo," dice con un sorriso affettuoso.
"E tu, Brontolo."
Chris si china su di lui e lo bacia leggermente sulle labbra.
Risaliti in moto viaggiando abbracciati come di consueto arrivarono a scuola in un baleno.
Noah si sfila la felpa, ma Chris lo ferma.
"Tienila, tanto al ritorno ti servirà comunque."
"OK, grazie".
"Ci vediamo dopo le elezioni, al solito posto."
Sorrise e sussurrò: "A dopo, Brontolo."
"A dopo, Cucciolo," replicò Chris.
Non troppo distante da loro, Emma si avvicinava. Noah non la vedeva dalla sera in cui si erano lasciati. Guardandola attentamente si può notare che ha gli occhi leggermente segnati e uno sguardo triste, ma nel complesso sembra stare bene.
"Oddio," pensa Noah, "avrà sentito qualcosa?"
"Ciao, Emma"
"Ciao, Noah," risponde lei, con uno sguardo curioso.
Emma e Noah si conoscono da molto tempo e hanno passato insieme gli ultimi due anni. La loro separazione è avvenuta senza conflitti; Emma aveva capito che Noah non era più innamorato di lei. Non che Noah le avesse parlato di Chris, perché quando era successo tra di loro, non c'era ancora nulla di definito. Solo quel momento sul letto, che ancora lo turbava.
Emma gli sorride in modo strano, come se avesse intuito qualcosa.
"Bella felpa!" commenta, osservandola con un'espressione leggermente inclinata.
Noah sta per rispondere che era solo un prestito e che faceva freddo in moto, ma le parole gli muoiono sulle labbra. E' il momento di essere sincero, anche se non è facile.
"Emma, dobbiamo parlare." Prende un respiro profondo, sentendo il cuore battere forte.
"C'è qualcosa che devo dirti."
Emma lo guarda con espressione curiosa e preoccupata.
"Che c'è, Noah?"
"È difficile da spiegare, ma... Io e Chris stiamo insieme."
L'espressione di Emma cambia istantaneamente.
I suoi occhi si sgranano e la bocca si apre leggermente, mostrando confusione e dolore.
"State insieme? Come... Da quanto tempo?" La sua voce è un misto di incredulità e tristezza.
"Da poco," rispose Noah, sentendo il peso della confessione.
"Non è stato facile per me capirlo, e ancora meno dirlo. Ma è la verità."
Emma prende un respiro forzato, gli occhi si riempirono di lacrime trattenute. Si mordicchia il labbro inferiore, cercando di mantenere il controllo.
"Noah, sto solo cercando di capire... Perché non me l'hai detto prima? Perché Chris?" La sua voce trema di incredulità e dolore.
"Emma, ti giuro che non lo sapevo nemmeno io. È successo tutto così in fretta... Ero confuso, sono ancora confuso."
Chris si avvicina, cercando di offrire un sostegno silenzioso.
Emma prende un altro respiro profondo.
"Noah, non sono arrabbiata. Solo... confusa e triste. Mi sento come se avessi perso un pezzo di me stessa. Ma voglio che tu sia felice."
Noah la guarda negli occhi e vede la sincerità e la profonda tristezza nel suo sguardo.
"Grazie, Emma. Non sai quanto significa per me."
Emma viene rapidamente circondata da un gruppo di ragazze, che la porta via, come inghiottendola. Lei emerge brevemente, facendosi un segno a croce sulle labbra e soffiando un bacio in direzione di Chris e Noah.
Chris, sorridendo, da una pacca sul sedere a Noah.
"Una è andata!"
STAI LEGGENDO
L'amico di mio figlio
RomanceNoah è un giovane pianista, il primo della classe, il figlio perfetto. Si innamora del capitano della squadra di calcio della scuola, bellissimo, intraprendente, donnaiolo. Tra loro comincia una storia profonda e sincera, ottenebrata dai pregiudizi...