Sono giorni dolorosi, negli occhi lo smarrimento per quello che ci aspetta, nel cuore si alternano rabbia e accettazione. E' dura pensare di stare distanti da ora in poi, adesso che abbiamo provato cosa vuol dire condividere la vita.
Credo di non avere mai amato così nessuno in vita mia.
Ho persino pensato di trasferirmi con lui, ma non ce lo possiamo permettere e comunque vorrebbe dire lasciare da sola mia madre.
Vivo sospeso, fluttuando, sconnesso dalla realtà circostante, fa troppo rumore, è troppo piena di vita e di gioia.
Trovo tutto questo assolutamente ingiusto. Mi chiedo perchè agli occhi di sua madre faccia tutta questa differenza se sono un uomo o una donna.
Possibile che si riduca tutto al pronome che ti è stato dato per definirti? cos'è di fonte alla gioia e all'amore o di fronte alla felicità di un figlio?
Davvero non capisco.
Devo ancora parlare con mia madre, forse anche lei avrà le sue riserve, nel caso le chiederò di spiegarmi cosa ci vede di diverso.
Posso sforzarmi di capire che per un genitore veder sprofondare il proprio figlio nel limbo della normalità condivisa sia qualcosa di allettante. Poter raccontare alle amiche quanto è serio e bravo e quanto è bella ed intelligente la sua fidanzata, certo non è come dir loro che tuo figlio vive con un energumeno di un metro e ottanta pieno di muscoli e testosterone.
Per quello che riguarda la madre di Chris, la odio con tutto me stesso a tal punto che vorrei farla sparire dalla faccia della terra. Lo sta facendo soffrire in un modo che spero non immagini.
Lo nasconde ma io lo so, lo sento la notte quando non riesce a dormire e sospira, quando mi guarda e vedo lacrime cristalline scendere sulle sue guance. A volte fingo di dormire, gli lascio lo spazio per metabolizzare, così mi giro di lato per nascondergli le mie.
A volte, quando il suo corpo è scosso dai singhiozzi, lo abbraccio forte e lo stringo a me, finché non si calma.
Tra i due adesso sono io quello forte, quello incazzato, Chris è distrutto e non ha voglia di reagire, si sta legando a me in una versione di se che, se possibile, amo ancora di più. Non finge di essere quello che non è, con me non serve, è Chris, il mio ragazzo, l'uomo che amo e che non lascerò andare via. Non senza piantare un gran casino.
Il tempo passa inesorabile e questa è la nostra ultima sera insieme.
Domani ci sarà la finale, tornerà mia madre e tra meno di tre giorni finirà la scuola e Chris dovrà trasferirsi.
Ripercorro costantemente le fasi di questa tortura, il che la rende ancora più cruda.
Possibile che io non possa fare niente? Sono due giorni che abbiamo gli occhi pesti e il naso tappato, ci incrociamo per casa e scrolliamo la testa, a volte ci abbracciamo, spesso restiamo solo a guardarci, con un misto di incredulità e dolore negli occhi.
In questi due mesi io e Chris ci siamo esplorati e annusati lentamente, prima i nostri cuori poi i nostri corpi. Il suo cuore lo conosco bene, non reggerà, lo vedo già adesso, mangia appena, non dorme, sembra non abbia voglia di vivere.
Una volta ho letto da qualche parte che il cigno quando resta senza il suo partner si lascia morire, mi sforzo di non pensare a Chris in questi termini, ma non posso pensare che si ficcherà sicuramente in qualche guaio.
Mi alzo da letto, per l'ultima volta spostando il corpo enorme di Chris da addosso a me, la notte passata abbiamo dormito poco, ci siamo stretti cercando di dare un senso a tutto questo, ipotizzando scenari accettabili per portare avanti la nostra relazione a distanza.
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L'amico di mio figlio
RomanceNoah è un giovane pianista, il primo della classe, il figlio perfetto. Si innamora del capitano della squadra di calcio della scuola, bellissimo, intraprendente, donnaiolo. Tra loro comincia una storia profonda e sincera, ottenebrata dai pregiudizi...