Dubbi

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Il giorno seguente, Noah e Chris si ritrovano in un piccolo parco vicino alla scuola. L'aria fresca e frizzante,  trasmette un senso di rinascita e nuove possibilità. Noah, arrivato per primo, si siede su una panchina, cercando di placare il battito accelerato del cuore mentre lo attende.

Quando Chris arriva, il sorriso che gli rivolge scioglie immediatamente gran parte dell'ansia che attanaglia Noah. I due iniziano a parlare, affrontando argomenti leggeri come le lezioni e i loro piani per il futuro, senza lasciare nulla di non detto. Eppure, tra loro si avverte una tensione palpabile, un'attrazione silenziosa che cresce ad ogni scambio di sguardi e parole.

Ad un certo punto, Noah trova il coraggio di avanzare una proposta. Con un tono che cerca di mantenere casuale, gli dice: "Mia madre è fuori per una cena stasera. Se ti va, potremmo andare a casa mia. Magari vedere un film o semplicemente parlare."

Chris lo osserva per un attimo, poi annuisce con un sorriso che sembra scaldare l'animo di Noah. "Sì, mi piacerebbe," risponde, confermando l'invito.

Mentre camminano verso casa, nella mente di Noah si affollano pensieri e dubbi. Sempre così cauto, si interroga se stia facendo la cosa giusta. E se Chris non fosse realmente interessato? Se stesse solo giocando con lui? Queste domande pesano su di lui, ma decide di metterle da parte, almeno per ora.

Giunti alla villetta di Noah, una casa modesta ma decorosa, il ragazzo apre la porta con il cuore ancora in subbuglio. "Entra," dice, facendo strada a Chris.

L'interno della casa è semplice e accogliente. La sala principale, con il suo divano morbido, un tavolino di legno e un tappeto che invita a rilassarsi, riflette il carattere riservato di Noah. Un pianoforte, con il coperchio ancora alzato, occupa un angolo della stanza, testimone delle ore che Noah ha dedicato alla musica.

Dopo un po', Noah si fa avanti con esitazione. "Chris," comincia, la voce tradendo un leggero tremore. "Non voglio sembrare insistente, ma... cosa pensi di noi? Di questo?"

Chris lo osserva con serietà, i suoi occhi riflettono la luce soffusa della stanza. "Noah, mi piace passare il tempo con te. Davvero. Non sto giocando," afferma con sincerità. "Ma capisco se ti senti confuso o insicuro. Anch'io lo sono, a volte."

Queste parole sembrano alleviare l'ansia di Noah, che si rilassa leggermente, sentendo che forse, solo forse, può davvero permettersi di essere se stesso con Chris. Continuano a parlare, ridendo e scherzando, fino a quando la sera si trasforma in notte.

E' una serata semplice, ordinaria, per i più, ma nel cuore dei nostri ragazzi sta crescendo un sentimento potente, come un fiore che alza la testa timidamente al sole del mattino, così il loro amore sta fiorendo sincero e solido.


Lily rientra a casa a notte fonda, stanca e con i piedi distrutti dai tacchi alti. La fatica e la frustrazione si mescolano in un lungo respiro di sollievo mentre si libera di quelle scarpe fastidiose. Il coperchio del pianoforte è alzato; è facile immaginare Noah immerso nella sua musica, probabilmente anche lui, di tanto in tanto, si concede di riflettere su suo padre, lasciandosi trasportare dal dolore attraverso le note che ama suonare.

Senza troppa attenzione, lancia le scarpe sul tappeto dell'ingresso e si dirige verso la cucina per prendersi un bicchiere d'acqua. Solo allora nota il borsone di Chris, appoggiato a lato del divano e aperto, con la divisa della squadra che sporge. Un sorriso complice si fa largo sul suo volto. Tutti uguali, pensa con un accenno di divertimento. Nel lavello, gli avanzi della preparazione di alcuni panini richiamano alla mente un'immagine insolita: Noah, di solito così ordinato, ha lasciato un po' di disordine.

L'amico di mio figlioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora