M'ha chiesto di sposarlo.
Non riusciva a credere d'averglielo detto in quel modo. Non riusciva a credere nemmeno d'averglielo detto e basta. Neanche sapeva perché diamine fosse andato da lui. Quando gli aveva riferito che era uscito per fare la spesa era serio, o almeno così s'era giustificato con sua madre e con Vittorio per poter prendere aria senza destare sospetti. Ciò nonostante il supermercato, che poi s'era ritrovato a superare senza neanche accorgersene, se l'era veramente prefissato come meta. E aveva guidato in direzione della villa sottostando al medesimo stato d'incoscienza.
«Gli hai detto di no. - Asserì Simone, con gli occhi enormi che ora correvano su ogni angolo del suo viso, alla ricerca d'una conferma che non arrivò. - Dimmi che gli hai detto di no. - E questa volta fu una supplica, così spezzata nel tono da farlo riprendere a singhiozzare. La rabbia che lo lasciava andare pian piano, trasferendosi sul volto di Simone, che diveniva più duro ad ogni secondo di silenzio da parte sua. - Non puoi avergli detto di sì.»
«Non posso? - c'era del sarcasmo, nella sua voce, ma non riuscì ad essere sprezzante quanto avrebbe voluto. Ché con Simone era arrabbiato, il cielo solo sapeva per quale motivo così tanto, ma tenere il punto era anche maledettamente complicato ora se ne stava a guardarlo con le sclere in fiamme. Come se gli avesse fatto un torto. Come se in quella situazione fosse davvero lui la parte lesa che rischiava di perdere tutto ciò che aveva faticosamente costruito. - E perché, Simò? L'uomo della mia vita me fa la proposta e-»
«L'uomo della tua vita? - Lo vide avanzare come una furia, e di riflesso Manuel indietreggiò. E rimase a fissarlo mentre con la mano batteva malamente sulla portiera della vecchia auto di sua madre, per chiuderla con forza. - Quello è l'uomo della tua vita? - era furibondo, lo leggeva nella contrattura delle mascella e nel modo in cui allargava le narici per inalare. Eppure non mancò di ridere di lui, scuotendo il capo animatamente. - Quindi lo ami?»
«Che?»
«È facile, Manuel. Lo ami? - la voce più alta, un sopracciglio inarcato che il più grande non riuscì a reggere. Calò lo sguardo, puntandolo sulle proprie scarpe zuppe, e Simone sbuffò dal naso. - È l'uomo della tua vita, dovrebbe essere una risposta scontata. - Manuel si ritrovò a scuotere il capo, in piena negazione, ché Simone non aveva alcun diritto di rivolgergli un quesito del genere con tutta quella supponenza. - Lo ami?»
«Certo che lo amo.» Ebbe il coraggio di pronunciare, per sfinimento, più che altro, col cuore che palpitava svelto all'altezza della gola. E Simone fece uno scatto nella sua direzione, circondandogli le guance con una mano soltanto: il pollice e l'indice a premere forte nella carne per costringerlo ad alzare il volto.
«Allora che cazzo ci fai qui? - glielo ringhiò direttamente in faccia, i nasi vicini. E Manuel sollevò un palmo per posarlo sul suo avambraccio, nel tentativo di scostarselo di dosso. - Dimmi che sei venuto a fare? - Non gli rispose. La verità non la conosceva neanche lui. Così optò per un silenzio che il minore non prese di buon grado. Lo lasciò andare malamente. - Vattene.» Gli sibilò furioso, dandogli le spalle per tornarsene dentro casa. Lo vide allontanarsi e gli parve così definitivo che il pianto divenne ancor più isterico.
«Perché te ne sei andato senza dirmi niente?» Fu più forte di lui, non voleva vederlo sparire. Non così. Pure se sapeva d'essere un egoista.
«Perché ero innamorato di te e non riuscivo più a starti intorno. Com'è? Lontano dagli occhi... - sentì le mani indebolirsi e le chiavi dell'auto caddero sul graticcio bagnato. Non osò calarsi per raccoglierle, non osò aprire bocca per ribattere. Se ne stette a guardarlo, col temporale che ancora imperversava sulle loro vite, ad occhi sgranati che non volevano saperne di smetterla di lacrimare. - Una gran cazzata. Sono ancora un coglione. - e lo disse come se fossero la sua più grande vergogna, quei sentimenti che non riusciva a pronunciare a voce alta ma che in qualche modo stava ammettendo fossero ancora vivi. - Fammi solo un piacere, - continuò quando risalì lo scalino della veranda. - cancella il mio numero.»